Razzo su una processione

Razzo su una processione Tragedia in provincia di Napoli alla festa di Sant'Antonio: 3 morti Razzo su una processione NAPOLI — Due cuglnette ed 11 padre di una delle bimbe uccisi, tre persone ferite, una con gli occhi trapassati da schegge: a Ci celano, grosso centro a breve distanza da Napoli, ieri la festa di Sant'Antonio Abate si è trasformata in tragedia. Un grosso petardo che avrebbe dovuto esplodere a trenta, quaranta metri da terra, è scoppiato prima ancora di partire, proprio accanto alla gente riunita in processione. Un boato, 11 sangue, le uria di un centinaio di persone che fuggivano in tutte le direzioni. In terra sono rimasti 1 corpi di due bambine e quello, sfigurato, di un uomo. Una delle piccole, Maria Rosaria Russo, undici anni, era morta sul colpo. La sua cuglnette, Giovanna D'Onofrio, dieci anni, Invece respirava ancora: è morta mentre su un'auto la stavano trasportando all'ospedale di Nola. Anche l'uomo è rimasto in vita pochi minuti: per qualche ora si è creduto fosse il «fuochista», la persona incaricata dello spettacolo pirotecnico. Soltanto più tardi si è scoperto chi era realmente: Antonio D'Onofrio, 41 anni. L'esplosione lo aveva investito mentre si trovava accanto a sua figlia. I feriti sono Giuseppe Vaccinano, 31 anni, Marcello De Martino, di 26, e Domenico Russo, di 42, padre dell'altra piccola rimasta uccisa. Lui è stato raggiunto agli occhi da schegge del grosso petardo: le sue condizioni finora non sembrano però gravi. Secondo i carabinieri — che a tarda sera stavano ancora interrogando l'organizzatore dello spettacolo di «fuochi» — è quasi miracoloso che l'Incidente non abbia assunto proporzioni ancora più drammatiche. Evidentemente, per far contente le piccole, Antonio D'Onofrio e 11 cognato Domenico Russo erano usciti dal corteo e si erano avvicinati all'area del «fuochi». In qualche modo, col loro corpi, hanno fatto da scudo a tutti gli altri. Per l'ultimo giorno della festa del patrono, a Olcclano, ieri mattina, si stava svolgendo una lunga processione che, come di tradizione, si fermava a tratti per consentire la partenza del «fuochi», disposti lungo l'itinerario. Quella di Sant'Antonio Abate è una festa particolarmente sentita nella zona: per giorni, al riti religiosi si affiancano usanze come la distruzione di vecchie masserl- zie, la benedizione degli animali, 1 falò accesi per strada. Per il corteo, di circa trecento persone, la sosta di via Monte della Paglia, alla periferia del paese, avrebbe dovuto essere la penultima. Era passato da poco mezzogiorno: a meno di dieci metri dal corteo, su uno spiazzo erboso, era piazzata un'ennesima «batterla». La dinamica dell'incidente non è ancora chiara: può darsi che 11 «botto» (una specie di piccolo missile con esplosivo al mercurio, che si' innesca a percussione e, una volta in aria, provoca cinque forti scoppi) fosse stato mal costruito, come è possibile che qualcuno avesse accidentalmente spostato, verso. 11 basso, 11 tubo che serve a lanciarlo. Di certo, l'esplosione è avvenuta a un'altezza di un palo di metri, e In direzione della folla. A tentare di spiegarlo dovrà essere 11 «fuochista»: si chiama Salvatore Terracclano, è originario di A versa. Sarà incriminato per triplice omicidio colposo, r. 8.

Persone citate: Antonio D'onofrio, Domenico Russo, Giovanna D'onofrio, Giuseppe Vaccinano, Marcello De Martino, Maria Rosaria, Salvatore Terracclano

Luoghi citati: Napoli, Sant'antonio Abate