Da Felice Riva a Farina una storia di tanti guai di Gian Paolo Ormezzano
Da Felice Riva a Farina una storia di tanti guai Da Felice Riva a Farina una storia di tanti guai Avventure e disavventure dei presidenti rossoneri; 10 in 22 anni Il Milan che deve trovare quattro miliardi subito e chissà quanti presto, il Milan che non ha presidente, il Milan che oggi a San Siro incontra una Fiorentina saldamente ancorata alla famiglia Pontello e detentrice di due presidenti addirittura, Ranieri il giovane, quello ufficiale, e Flavio il vecchio che sta sempre a metà fra il pontefice massimo e il grillo parlante, il Milan ha impiegato sessantacinque anni, da Edward 1899 a Mutoli 1983, per •consumare* nove presidenti, e ne ha impiegati soltanto ventidue per •consumare' gli ultimi dieci. Sul piano del ritmisiL J.ll , ,-„.,.-'società rossonera ha faxXo dunque dei grossi progressi, e gli ultimi movimenti potrebbero essere definiti frenetici, se non ci fosse il sospetto che siano anche epilettici. Ai tifosi milanisti, agli appassionati del calcio offriamo qui una breve storia delle presidenze mllaniste. Può servire da svago prepartita, da studio, da scongiuro. Può anche essere utile a Berlusconi: il manuale di cosa non si deve fare, di come non si deve essere, e spesso è didascalico. Dopo Andrea Rlesoll, che chiuse nel 1963, è arrivato Felice Riva, un giovanotto bello e biondo-albino, che aveva industrie tessili in Piemonte e salotti e saloni da feste a Milano. La sua vicenda Italo-libanese è stata abbondantemente narrata nelle cronache extrasportive, e specialmente giudiziarie. La tribù del vecchio ottimo Milan decise che Felice Riva era stato un errore e basta, da portare come una specie di neo, che persino abbellisce. A Riva fuggito a Beirut, dove i creditori potè L*ono per lunghi anni vederlo ''„ 1— „.,„„( T e invidiarlo (stava quasi nel programma dei voli charter dall'Italia: visita alla spiaggia di Riva, al casinò di Riva), succedette Luigi Carraro: e già lavorava nel club un certo Federico Sordillo, avvocato trptno, uno che con i primi soldi si era permesso il lusso di comprarsi un posto vitalizio in tribuna, commettendo quello che a molti era parso ,un erre re da parvenu,'e meridionale poi). Carraro, tessile anche lui, fu schiantato dopo due anni (1966-67) da un infarto che promosse alla presidenza, fra tanti occhi lucidi, tuo figlio Franco, bravissimo sciatore d'acqua, e voglioso di carriera sportiva, te 6 vero che soltanto tre anni prima di diventare presidente del Milan era andato a Tokyo, per l'Olimpiade 1964, a fare l'interprete d'inglese per il napoletano Percuoco, presidente della Federnuoto. Franco Carraro riusci ad essere un ottimo presidente, a non usare il Milan pur salendovi sopra per andare in alto nella cartiera sportiva. Quan- ■ do — 1971 — Lega e Federazione lo chiamarono (e già molti dicevano che il traguardo suo era il Coni) l'avvocato irpino si ritrovò per un po' presidente: ma anche in lui il Milan insufflò o incrementò voglie di altra carriera sportiva, e quindi nel 1972 ecco la società consegnata ad un secondo Albino dopo Riva: Albino Buticchl, petroliere spezzino, che fu un presidente della serie grassa, sino a che non si mise contro Oianni Rivera, il giocatore, la •bandiere», pensando persino di ce-, derlo (al Torino, per Claudio Soda). Era il 1976, Rivera mlse\ il Milan contro Buricchi, arrivò persino a minacciare alla' società una presidenza Ambrosio, esibendo il giovine miliardario meneghino-portofinesco, destinato a soste coatte nelle carceri ticinesi. Sino al 1976 regnò, senza governare, un Bruno Pardi definito •di transizione: Poi ecco per il biennio 1975-76 Vittorio Duina, acciai, ricchissimo, anche lui presto alle prese con problemi giudiziari che gli resero scomoda l'Italia. Rivera cercò e trovò un uomo nuovo. Felice Colombo, industriale brianzolo di articoli igienici, travolto dopo tre anni (1977-80) dallo scandalo delle scommesse, con perdita sia pur breve della libertà. Comunque Colombo fini in carcere per il Milan, soltanto per ti Milan: un progresso, quasi una benemerenza, rispetto a Riva, che ci era finito per alive ragioni. Dopo Colombo, e sino al 1982, una presidenza volutamente grigia, quella di Gaetano Morazzoni, deputato democristiano. Intanto Buticchl cercava il suicidio, per ragioni non mal bene chiarite, e perdeva un occhio, e però lo si rivedeva, patetico e sorridente, di nuovo ad una fèsta del Milan, che intanto era diventato di Giuseppe Farina, quello di Paolo Rossi nel Vicenza (e poi nel Milan): Farina è stato presidente sino al 1985, poi ha fatto il regalo di Natale delle dimistioni. Un regalo, lo si vede ora, fatto soprattutto a se stesso. E ora, forse, Silvio Berlusconi- del quale non elsa se segua e insegua il suo vecchio tifo milanista, o se segua e insegua Franco Carraro, che dal Milan 6 salito al Coni da dove potrebbe ascendere alla Rai. Gian Paolo Ormezzano
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