Diario di un ex medico ospedaliero

Diario di un ex medico ospedaliero Diario di un ex medico ospedaliero quella di denudare materialmente e psicologicamente le persone, quella di disporre del loro corpo e a volte della loro libertà? Chi pensa che questa sia retorica cerchi di ricordarsi le sensazioni provate nella sala d'attesa di un ambulatorio o in un letto d'ospedale mentre un medico gli sta palpando l'addome. La realtà è che 11 medico odierno è ancora — forse non per molto — l'erede diretto del sacerdoti del tempio di Asclepio e degli sciamani dell'Asia Centrale, e ne trattiene ancora un'ombra di sacralità. La persona che soffre e che spesso si sente come un bambino inenne e atterrito all'idea di morire non gli chiede tanto di essere uno scienziato, ma di fungere da salvatore e da genitore onnipotente, capace di sconfiggere magicamente la paura, il dolore e la naturale caducità dell'uomo. E' evidente che queste cose non possono essere spiegate al politici. Ciò che stupisce è Invece che i medici ne siano cosi poco consapevoli, e che insistano nel fatti a battersi per quella stessa «lmplegatlzzazione, che a parole respingono; stupisce anche che, dopo aver gettato alle ortiche negli ultimi anni un potere mal gestito ma Irrinunciabile per svolgere responsabilmente il loro lavoro, si sollevino oggi a rivendicarlo senza spiegare — a se stessi prima che agli altri — su che cosa questo potere dovrebbe fondarsi. Sull'unicità delle funzioni dlagnostlco-terapeutlche, si dirà. Io ne dubito, perché la medicina «tecnologica* e disumanizzata che si é da tempo entusiasticamente privilegiata già va preparando un futuro di estinzione professionale del medico e la sua totale subordinazione a più efficienti sistemi cibernetici- Tolte quelle funzioni, che altro rimane se non quella, misteriosa e poco coltivata, di «uomo di medicina, e cioè la «sacra, (anche nel senso del latino «sacer» - maledetto) amministrazione del rapporto con l'uomo malato? Ebbene, a me parrebbe proprio un peccato lasciarne 11 monopollo al cartomanti I ■ Mario Perini, Torino VI scrivo come ex medico ospedaliero, che da un anno Ha lasciato senza rimorsi la struttura pubblica per dedicarsi alla pratica psicoterapeutica privata, per esporre — a margine della difficile vertenza in atto tra medici e parte pubblica — alcune personali opinioni su quell'«oggetto misterioso, che è chiamato «ruolo medico, e sulle rivendicazioni di specificità e di autonomia a esso collegate. SI ha in questi giorni l'Impressione che 1 medici pretendano 11 riconoscimento di una loro «diversità, dagli altri lavoratori, Ora, lo credo che la loro debolezza sia proprio 11 fatto di chiedere qualcosa che già posseggono ma che stentano a riconoscere in se stessi prima ancora di ottenerne la sanzione dalle controparti. Piaccia o no, 11 medico è veramente una figura diversa e speciale: proviamo a chiedere al pazienti se per loro è una professione come le altre I Quale altro lavoratore riunisce in sé poteri inquietanti come la facoltà di infliggere dolore e di Incidere la carne,

Persone citate: Mario Perini

Luoghi citati: Asia Centrale, Torino