Più Europa nelle Università di Clemente Granata

Più Europa nelle Università A Bruxelles si decide sul progetto di collaborazione «Erasmus» Più Europa nelle Università La mobilità tra gli atenei della Comunità dovrebbe interessare il 10% degù' studenti - Nel periodo 1987-1992 previste 44 mila borse di studio • Riconoscimento dei titoli conseguiti all'estero - Programmi comuni, scambi d'insegnanti DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES — Nel settembre del 1506, Geert Oeertsz, meglio conosciuto come Erasmo da Rotterdam, parti dall'Inghilterra, dove si era.sistemato dopo un soggiorno a Parigi, e si diresse verso la nostra penisola. Giunto a Torino, ricevette dalla locale Università una laurea in teologia, poi prosegui alla volta delle regioni centrali e meridionali. Il suo viaggio italiano durò tre anni, e, si disse poi, fu «uno degli eventi culturali piti importanti del Rinascimento». Ad esso seguirono altri spostamenti del dotto olandese: Lovanlo, Bruxelles, Anversa, Renanla, Basilea ecc. ecc. Un bell'esempio di'vivissima curiosità intellettuale, di interessi culturali sovrannazlonali. Non è un caso, a questo punto, che la Commissione europea lanci a Bruxelles, proprio nel ricordo dell'umanista di Rotterdam, viaggiatore Instancabile, un programma di intensa cooperazione universitaria che favorisca la mobilità degli studenti dell'Europa comunitaria, lo scambio di esperienze e di Insegnanti, la formazione di stretti legami tra gli atenei di Paesi diversi. Il programma, approvato di recente e sottoposto all'attenzione del Consiglio, è chiamato »European Action Scheme for the Mobillty of Universitv Students», »Erasmus», appunto, se prendiamo In considerazione le Iniziali. Nell'Europa rinascimentale, del resto, le peregrinazioni degli intellettuali e gli spostamenti degli universitari non erano, di per sé, un fatto eccezionale, anzi, se prendiamo in considerazione le cifre percentuali, 11 fenomeno era più frequènte che al giorno d'oggi. Lo afferma, senza esitare, Peter Sutherland, membro della Commissione europea, responsabile dell'educazione e della formazione professionale, uno del più convinti assertori del progetto. 'Attualmente — dice — meno dell'uno per cento degli iscritti agli atenei compie viaggi di studio all'estero. Siamo di fronte a una mobilità nettamente inferiore a quella dell'epoca di Erasmo». Il programma della Commissione europea si pone ora un ambizioso traguardo: a partire dal 1692 almeno dieci universitari su cento dovrebbero avere la possibilità di soggiornare per un certo periodo in un altro Paese della Comunità e di frequentare specifici corsi per l'approfondimento delle-discipline nelle quali desiderano laurearsi. - 11 proposito di una più intensa cooperazlone universitaria tra 1 Paesi europei è tutt'altro che nuovo. Esso Incominciò a profilarsi poco tempo dopo la fine del secondo conflitto mondiale e fu coltivato da un gruppo di convinti europeisti, ma per lungo tempo rimase allo stadio di semplice abbozzo. Nel 1076 si fece un passo in avanti con la previsione di alcune esperienze-pilota, che rimasero, però, un fatto limitato ed isolato, soprattutto per la mancanza di adeguati mezzi finanziari. Ora il proposito riprende slancio e vigore. Da un lato c'è un grande ideale, quello di rafforzare le relazioni tra cittadini, di differenti Stati membri, per consolidare 11 concetto,, di un'.Eurppa, del cittadini»; dall'altro c'è la finalità di disporre di un discreto numero di diplomati e di laureati che abbiano un'esperienza diretta di cooperazlone comunitaria, per allargare le basi di una più intensa e generale collaborazione nel campi economico e sociale della Comunità: e ciò, per altra via, permetterà di rendere ancor più solida l'immagine dell'.Europa del cittadini». Il progetto Erasmus appare più articolato e Impegnativo di altri programmi elaborati In passato. Nel primo trlen- nlo (dal 1987 al 1989) esso si propone, in particolare, di conseguire questi obiettivi: favorire 1 viaggi e 1 soggiorni di studio degli studenti universitari (sino a raggiungere nel 1992, come si è detto, la quota del 10 per cento) con l'erogazione di 44 mila borse di studio per soggiorni di lungo periodo e l'organizzazione di seminari Intensi di breve periodo; la creazione di una rete universitaria europea, della quale nel 1989 dovrebbero far parte 1700 atenei ed Istituti d'Istruzione superiore; 11 riconoscimento, nell'ambito delle singole università, del titoli di studio conseguiti all'estero o del periodi di studio effettuati all'estero. E ancora: lo sviluppo di «curricoli» comuni nelle diverse università della Cee; scambi bilaterali d'insegnanti; cicli di conferenze svolti da professori; premi all'ateneo che si sarà mostrato il più attento nella realizzazione del progetto di cooperazlone e ai dodici migliori studenti della Comunità. Per 11 conseguimento degli obiettivi fissati al termine del primo triennio del programma Erasmus la Commissione europea chiede la disponibilità di 175 milioni di Ecu, l'unità monetarla europea (circa 260 miliardi di lire). Una somma più che ragguardevole, ma, dicono 1 membri della Commissione, lo sforzo merita di essere compiuto se si ha veramente a cuore l'integrazione culturale e politica della Comunità. Clemente Granata

Persone citate: Geert Oeertsz, Peter Sutherland