Ebla, l'avventura continua di Remo Lugli

Ebla, l'avventuro continua A colloquio con l'archeologo Paolo Matthiae, capo missione Ebla, l'avventuro continua «Abbiamo esplorato solo il 5 per cento dell'area e gli scavi sono di estremo interesse» La mitica città si trova nella Siria settentrionale - «Noi italiani eravamo chiusi dentro la cultura classica, adesso qualcosa è cambiato grazie all'archeologia orientale» TORINO — Nei prossimi mesi la missione archeologica dell'Università di Roma, diretta dal prof. Paolo Matthiae, che da anni opera nella Siria Settentrionale e che nel 1968 ha scoperto la favolosa citta di Ebla, ritornerà a proseguire gli scavi. E' costituita da una quindicina di elementi, dell'università di Roma, del Cnr e delle università di Firenze e di Bologna. Allo stanziamento del fondi partecipano anche il ministero degli Esteri e del Beni culturali. 'Una campagna di scavi di due o tre mesi, compresi i viaggi e il salario degli operai locali, in genere una cinquantina, che vengono fatti lavorare, costa una sessantina di milioni. Cerchiamo di spendere il meno possibile — dice il prof. Matthiae — anche a costo di nostri sacrifici, l'importante è di proseguire la missione». Lo scopritore di Ebla, che sta facendo un giro di conferenze per l'Associazione Culturale Italiana, ci parla dell'importanza dell'archeologia orientale. Spiega che noi italiani, come del resto tutti gli occidentali, slamo chiusi dentro 1 baluardi della nostra cultura classica e cattolica e come tali slamo limitati al mondo greco-romano e alla civiltà cristiana: oltre questi confini, al di là del greci-ro¬ mani e di Cristo, ci sono le tenebre. •E' un modo di vedere le cose che fortunatamente sta cambiando — dice Matthiae — grazie anche all'archeologia orientale. Ci incominciamo a rendere conto che in quelle aree e in quei periodi più lontani da noi si sono verificate cose straordinarie, che hanno contribuito notevolmente allo sviluppo dell'umanità. E' nel vicino Oriente che dieci o ottomila anni fa sono incominciate le coltivaeioni del cereali e si sono formati i primi villaggi; ed è dalle grandi civiltà mesopotamica ed egiziana di tremila anni a.C. che è dipeso lo sviluppo dell'umanità civilizzata, quelle forme di cultura che sono arrivate fino a noi. Con l'archeologia orientale noi andiamo alle radici storiche del mondo occidentale. C'è anco-t ra un aspetto che rende importante l'Oriente del passato: quello ùpirituale. E' là che sono nate le grandi religioni, l'ebraismo, il cristianesimo, l'islam: La cultura classica dell'Occidente era legata all'Oriente antico soltanto attraverso il corpus del libri biblici. «£' stato questo collegamento — spiega 11 prof. Matthiae — che ha ispirato, già nel 700, i primi interventi di archeologia orientale. Ma si andava là a scavare unicamente per questioni di verifica. Cioè per controllare se erano esatte certe affermaeioni della Bibbia. Ora finalmente si capisce che quei controlli hanno poca importanea. Non serve a nulla accertare se fu distrutta, in una certa epoca, quella città o un'altra. Le ricerche devono essere una scelta storica, autonoma, per indagare sullo straordinario sviluppo che si verificò in quell'area geografica. Adesso l'archeologia orientale ha assunto una completa indipendenza di metodo che consente un vero approfondito studio della storia dell'umanità». Ad Ebla, città che fu distrutta una prima volta nel 2400 e poi nel 1600 a.C, la missione di Matthiae ha già trovato testimonianze importantissime. «La maggiore è quella, nel 1973, delle 17 mila tavolette d'argilla o frammenti di esse, sulle quali sono incisi testi. Erano gli archivi amministrativi del governo della città: annotaeioni di carattere economico, finanziario e giuridico. E alcune tavolette sono del veri e propri vocabolari, i primi in assoluto. Contengono infatti liste di parole in lingua locale e in lingua sumerico». Non appena arriverà 11 momento, la prossima estate, la missione ripartirà. «Andiamo con lo slancio di sempre, grande entusiasmo e la convinzione di compiere un lavoro utile alla nostra cultura. C'è ancora tanto lavoro da fare: finora abbiamo scavato soltanto il S o 6 per cento dei 60 ettari che ci sono stati affidati dal governo siriano». Remo Lugli

Persone citate: Matthiae, Paolo Matthiae

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Roma, Siria, Torino