Così l'uomo sta uccidendo l'atmosfera di Giancarlo Masini

Così l'uomo sta uccidendo l'atmosfera Il rapporto di 150 scienziati di undici nazioni: nel 2100 Torino e Milano saranno città tropicali? Così l'uomo sta uccidendo l'atmosfera NOSTRO SERVIZIO S. FRANCISCO — L'atmosfera terrestre sta cambiando e sta- cambiando in peggio, a causa delle attività umane; che cosa succederà nei prossimi decenni? Nessuno può dirlo con esattezza, perche le nostre conoscenze sui fenòmeni ambientali a dimensioni globali sono ancora insufficienti; ma è certo che i cambiamenti provocheranno terribili guai per tutta la superficie terrestre e quindi per le piante, gli animali, nonché per l'uomo e le sue città. Ecco, in sintesi, il succo del rapporto redatto da 150 scienziati appartenenti a undici nazioni, che hanno lavorato con il coordinamento della Nasa e con la sponsorizzazione dell'Organizzazione mondiale di meteorologia e di altre agenzie americane, quali quella dell'aviazione e della sorveglianza degli oceani e dell'atmosfera. Non è la prima volta che gruppi o singoli studiosi, ba- sandosi su alcuni dati e su validi ragionamenti scientifici, lanciano i loro avvertimenti ad una umanità che sembra rifiutarsi di ascoltarli. Stavolta, però non si tratta di un grido d'allarme, magari più forte degli altri, bensì di un un documento zeppo di dati, alla cui base sono le più accurate misure ottenute dall'ente spaziale americano su tutto il globo, per mezzo dei satelliti. Sono duemila le pagine di questo rapporto che ciascun uomo responsabile dovrebbe leggere e meditare. In esse, vengono confermati alcuni modelli matematici elaborati nell'ultimo decennio sulle variazioni atmosferiche provocate dall'emissione nell'aria dei gas di rifiuto delle industrie, dei fumi delle combustioni di idrocarburi e degli inquinanti prodotti dalle diverse attività umane in ogni continente. Poco più di due anni fa — nell'ottobre 1983 — l'Epa, Environmcntal Protection Agcncy, cioè l'Agenzia federale per la protezione ambientale, pubblicò un rapporto nel quale si preconizzava che le prime conseguenze del cosiddetto «effetto serrai) potranno cominciare a manifestarsi negli Anni Novanta. Come è noto l'effetto serra è il fenomeno per il quale il calore di un certo ambiente (le serre per le colture ne sono l'esempio tipico) non si disperde all'esterno. Per quanto riguarda il nostro pianeta la ritenzione del calore sotto la coltre atmosferica — come puntualizzava il documento dell'Epa — sarà determinata dal crescente aumento della percentuale di anidride carbonica e di metano. Tali gas, la cui massima produzione umana si ha dall'uso dei combustibili fossili, hanno la capacità di impedire la dispersione nello spazio del calore emanato dalla superficie terrestre e di quello accumulato nell'atmosfera per effetto della radiazione solare. Un fenomeno simile a livello planetario è offerto da Venere. Il problema e tuttaltro che immaginario; e data la quantità di anidride carbonica scaricata ogni giorno di più nell'aria, la minaccia non è lontana nel tempo. La ritenzione del calore porterebbe nel giro di qualche decennio ad un aumento di duc-tre gradi della temperatura media alla superficie del nostro globo, con una serie di reazioni a catena dalle conseguenze appena immaginabili. Per esempio è stato calcolato che dal Duemilacinquanta al Ducmilacento il clima di New York (e quindi quello di Milano c Torino grosso modo assimilabili) potrebbe diventare quello tropicale, attualmente registrabile a Daytona Beach in Florida. Ma non sarebbe certo un piacere se si pensa che tale modello di variazione climatica comporta anche la fusione di una notevole quantità dei ghiacci polari e quindi l'aumento del livello dei mari e degli oceani. La maggior parte delle città costiere sarebbe sommersa. Questo diceva, in sostanza, il documento dell'Agenzia per la protezione ambientale, aggiungendo che le. possibilità di eliminare la minaccia appaiono inesistenti in quanto, anche eliminando buona parte delle combustioni di fossili, l'effetto serra potrebbe solo essere ritardato. Il documento attuale non soltanto conferma l'esistenza del pericolo dovuto all'aumento del tasso di anidride carbonica nell'aria, ma ne prevede altri forse più micidiali. Quelli del cambiamento della «chimica dell'atmosfera». Quali siano tali variazioni in senso globale e quali saranno le loro conseguenze, i centocinquanta scienziati che hanno cooperato con la Nasa onestamente ammettono di non poter dire: le conoscenze scientifiche attuali sui rapporti e sui meccanismi che collegano i processi dell'ozono nell'alta atmosfera, il clima e le loro interazioni con i gas prodotti dalle attività umane sono incomplete. Una cosa però c accertata dalle analisi compiute coi satelliti: la «chimica atmosferica» sta cambiando. Per il resto — ha fatto nota¬ re il dr. Shcrwood Roland, professore di chimica all'Università di California a Irvine — bisogna riconoscere che l'umanità intera sta facendo un gigantesco esperimento a scala globale immettente nell'atmosfera tante tracce di inquinanti quali i clorofluorocarbonati le cui conseguenze ambientali sono ignote. Secondo il dr. Ralph Cicerone, che è uno dei più qualificati studiosi del National Center for Atmospheric Research, il messaggio numero uno del rapporto è che la teoria per la quale l'atmosfera viene cambiata dalle attività umane ci impicca insieme. Le osservazioni fatte non sono riuscite a smantellare l'ipotesi che i fluorocarbonati (presenti negli spray, nei refrigeranti, eccetera) interferiscono con i processi dell'ozono che sono fonda¬ mentali per il mantenimento delle condizioni vivibili sulla Terra. In breve, ecco i dati che il documento mette in evidenza: le misure via satellite confermano che la composizione chimica dell'atmosfera sta variando globalmente; le concentrazioni di fluorocarbonati, anidride carbonica, ossido di carbonio, ossidi di azoto e metano stanno aumentando ad una media del sette per cento all'anno; il riscaldamento dell'effetto serra £ già iniziato e nel giro dei prossimi 50 anni sarà doppio dei precedenti 130 anni. Come si vede, non c'è da stare allegri. Meno allegri di noi dovranno essere ì nostri nipoti e pronipoti, a meno che non riescano a trovare un (per ora impensabile) rimedio, o che madre natura, attraverso i suoi meccanismi ancora sconosciuti, non riesca a suturare anche queste ferite provocate dall'uomo. Giancarlo Masini

Persone citate: Ralph Cicerone, Shcrwood Roland

Luoghi citati: Daytona, Florida, Milano, New York, Torino