Nella battaglia del Libano 300 morti Il rivale di Gemayel parte per l'esilio

Nella battaglia del Libano 300 morti Il rivale di Gemayel parte per l'esilio Si attende con inquietudine la risposta di Damasco e dei suoi alleati Nella battaglia del Libano 300 morti Il rivale di Gemayel parte per l'esilio BEIRUT — Quasi 300 morti e 600 feriti sono il bilancio della battaglia di mercoledì tra le forze cristiane avversarle in Libano, battaglia che si è conclusa con la vittoria della fazione del presidente Gemayel, appoggiato dalle Forze libanesi di Bamlr Geagea. Elle Hobelka, 11 giovane leader che aveva sottoscritto l'accordo di Damasco con 1 capi militari delle altre milizie, contro 11 parere del capo dello Stato, è stato salvato dall'esercito e Ieri è partito con la famiglia per l'esilio: ha raggiunto Cipro in elicottero, e di qui Parigi, Il sanguinoso epilogo dei contrasti sulla «pax siriana» ha sorpreso e inquietato 11 Libano. Ieri Beirut era semideserta, 1 leader sono stati avari di dichiarazioni. 61 attende di sapere che cosa faranno Damasco, la milizia drusa e quella sciita, 1 cui capi, Jumblatt e Berrl, hanno definito «un tradimento» la vittoria di Gemayel. NQBTRO SERVIZIO BEIRUT — La Siria ha innescato un suo dispositivo di pressione sul settore cristiano, risvegliando due fronti: quello Nord, verso Bar elJbeil, feudo'militare di uno del vincitori della prova di forza di mercoledì, Samir Geagea, e quello Est, in direzione di Bikfaya, feudo dell'altro vincitore, il presidente Gemayel. Qui, Damasco ha lanciato i suoi alleati locali contro le posizioni delle milizie cristiane. Per ora, è soltanto un avvertimento: gli alleati della Siria cercano di avanzare su tre assi lungo entrambe le direttrici, e in parte ci sono riusciti, strappando una posizione a Daouar. Sembra comunque che l'esercito di Damasco, che controlla gli accessi a queste aree, non sia intervenuto. I bombardamenti più duri si sono registrati a Bikfaya, il paese di Gemayel, dove il capo dello Stato ha una residenza estiva. Proiet¬ tili sono caduti su Baandate, Broummana, Jal el-Dlb, Zalka, Nahrel Mott, ma non abbastanza intensi da essere attribuibili all'artiglieria di Damasco. Due cose fanno pensare che la Siria voglia evitare la rottura totale con i cristiani. L'assalto contro i refusante, come vengono chiamati qui gli oppositori della pax siriana, è stato lanciato da gruppi esclusivamente cristiani (come il Marada di Suleiman Frangle), o almeno con milizie formata da cristiani, come il partito social nazionalista siriano-sezione libanese. Inoltre, Damasco preme, attraverso i suoi alleati, lontano da Beirut. l'fronti» della capitale e delle vicine alture, pacificati proprio dall'accordo di Damasco oggi contestato, restano relativamente tranquilli. Nel tardo pomeriggio, colpi d'artiglieria sono partiti dalla montagna drusa verso la zone del palazzo presidenziale di Baabda. Ma la minaccia è chiara: < miliziani del partito socialista progressista druso di Jumblatt si sono ostentatamente ritirati da Beirut Ovest sulla »loro» montagna. Come dire, in previsione di un assalto a Suk el-Gharb, posizione-chiave in mano alla frazione cristiana dell'esercito libanese. Ipotesi che tutti hanno ben presente a Beirut Est cristiana. Geagea e il partito falangista si sono affrettati a precisare che continueranno nel «processo di pace» previsto da Quell'accordo tra milizie che respingono. In sostanza, ne accettano il principio, ma ne rifiutano i modi. Una posizione che rischia di essere in-, difendibile di fronte ad avversari quali il psp e l'Amai, e a un burattinaio siriano che certo non intende regalare nulla. l.f. Copyright «l<e Monde» e per l'Italia «La Stampa»