Riparte Ginevra, primo round dopo il vertice del caminetto
Riparte Ginevra, primo round dopo il vertice del caminetto Russi e americani tornano al negoziato sul disarmo atomico Riparte Ginevra, primo round dopo il vertice del caminetto I capi delegazione citano il documento Reagan-Gorbaciov: accelerare la trattativa - E subito si profila il consueto pomo della discordia, le «guerre stellari» GINEVRA — Parte oggi la quarta sessione del negoziato sul disarmo nucleare: e tutti, russi e americani, promettono di pigiare sull'acceleratore. Non potrebbero farne a meno, visto che sono stati i loro capi supremi, Reagan e Oorbaclov, a annunciare proprio qui a Ginevra, lo «corto novembre, la comune volontà di accelerare i tempi di questa trattativa. Così Viktor Karpov e Max Kampelman, parlando, nelle dichiarazioni all'arrivo, del nuovo ritmo che si vuole imprimere al negoziato, non fanno che citare la dichiarazione congiunta del vertice. La grande novità di questa sessione, lo ha sottolineato Karpov, consiste proprio nel fatto che è stata preceduta dallo storico incontro fra il Presidente e il Segretario generale. E' la prima volta che sovietici e americani sledono attorno al tavolo di una trattativa dopo il «vertice del caminetto».- e si tratterà dt vedere se lo spirito di Ginevra funziona davvero. Certo, di un colpo di acceleratore ha proprio bisogno questo negoziato, che nelle tre precedenti sessioni si è trascinato stancamente, nella sterile verifica di punti di vista apparentemente Inconciliabili. Nella dichiarazione del 21 novembre, diligentemente citata da Kampelman e Karpov al loro arrivo qui, Oorbadov e Reagan hanno confermato, citando il documento ShultzOromyko dell'8 gennaio di un anno fa, che scopo della trattativa è «prevenire la corsa agli armamenti nello spazio e bloccarla sulla Terra». Poi, il Presidente e il Segretario generale hanno indicato due obbiettivi come «aree di terreno comune».* il principio della riduzione del 50% degli arsenali atomici, Videa di uh accordo interinale sul missili a portata intermedia. Infine, Reagan e Oorbaclov hanno Indicato là necessità che, assieme alle intese, vengano concordate misure concrete per verificare l'attuazione delle Intese stesse. I negoziatori che oggi riprendono la loro attività, ancora una volta articolata nei tre -canestri, delle armi spaziali, del sistemi strategici e degli euromissili, hanno dunque indicazioni precise non soltanto sul tempi di lavoro, ma anche sul capitoli in cui unlntesa può, e deve, essere raggiunta. Quest'ultimo è In sé un progresso, perché finora l russi hanno insistito sulla necessità di un accordo globale. Ma questo non significa che Karpov e Kampelman avranno vita facile. Nelle dichiarazioni all'arrivo, I due negoziatori sono inciampati ancora una volta, né poteva essere altrimenti, nel perenne pomo Velia discordia, .«di, il programma americano di difesa strategica, lo scudo spaziale insomma, o .guerre stellari., secondo l'espressione macìe In Usa ma preferita dal sovietici. Soltanto un ripensamento su «tutti gli aspetti e le conseguenze nefaste delle guerre stellari», ha detto Karpov, potrà aprire la strada atta soluzione dei problemi di sicurezza e alla cessazione detta corsa agli armamenti. Quanto a Kampelman, ha ripetuto un'accusa (Non soltanto noi, ma anche i russi sono impegnali nella ricerca sulle difese strategiche) e un'offerta: «E' essenziale che 1 nostri Paesi cerchino di applicare entrambi ogni risultato positivo» di questa ricerca. E' l'assicurazione ripetuta da Reagan a Oorbadov due mesi fa qui a Ginevra: chiunque, voi russi compresi, potrà uti¬ lizzare I risultar! dell'Iniziativa di difesa strategica. E intanto non alzate tanto la voce, perché a qualcosa di simile state lavorando anche voi. Insomma, . sopravvive il nodo che ha bloccato fin qui la trattativa. Infatti il vertice non ha visto cadere la pregiudiziale, sovietica. E' vero che netta dichiarazione congiunta non si accenna all'Edi: ma e anche vero che vi si parla di «prevenire la corsa agli armamenti nello spazio». E questo per i russi equivale a una citazione denudi. Dunque? Dunque sarà dura, per Kampelman e Karpov. Eppure, qualcosa dal loro tre canestri dovranno tirar fuori: perché Oorbadov e Reagan, al loro secondo vertice, non potranno più accontentarsi di belle parole, di generici auspici di pace. a. v.
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