Albergo Ceronetti di Oreste Del BuonoGuido Ceronetti

Albergo Ceronetti VIAGGIO IN ITALIA CON SPLENDORE Albergo Ceronetti «Chiedere chiave al portiere, salire senza bagagli» è la tacco- ; mondazione misteriosa e \mpenosa con cui si chiude lai breve avvertenza premessa da Guido Geronetti al suo nuovo j volume einaudiano Albergo. Italia. E' inutile, dunque, che uno si porti dietro opinioni, pregiudizi propri. Di libro in libro, Guido Ceronetti è diventato sempre più bravo, di una bravura cosi appassionata da togliere il fiato, da fare sgorgare sulla guancia la lacrima di riso o strazio. Quando in un posto c'è già lui, all'interlocutore è riservato solo il compito di testimone di quel piccolo, enorme miracolo più che mai raro che è la creazione letteraria. Un viagggio in Italia (Einaudi, 1983) già pareva un testo irraggiungibile per capacità di indignazione e per bellezza di scrittura, ma Albergo Italia si spinge ancora avanti nella rappresentazione e interpretazione del mondo infame di cui Roma è capoccia. Con pietoso furore e vergognoso stupore Guido Ceronetti ci racconta qualche altra mostruosità italiana raccolta nelle sue esplorazioni. Qualche altra cosa, insomma, da indicare e scoprire. Cos'è l'Italia per Guido Ceronetti? Forse, è meglio cominciare con il dire quello che non è. A esempio, l'Italia non è una patria. Di questo Guido Ceronetti è sicuro, sicurissima Sia per il presente sia, sino a un certo punto, per il passato, ma soprattutto per il futuro. «L'Italia è stata molte patrie che avevano nomi di città; ha tentato anche di diventare una patria unica, ber un po' di tempo abbiamo creduto che lo fosse; il sortilegio di una città adriatica che per misterioso capriccio voleva farne parte c'entrò in modo determinante e soddisfare questa voglia coste troppo caro. Col rientro di Trieste, nel 1954, ogni motivo per mantenere l'illusione i cessato. Tornerà ad essere, l'Italia, sarà mai, una patria? No, ormai les jeinr-sont hitsple patrie, forse designate ab aeterno per esserlo, sono in numero ristretto..": ' "É di moda'viaggiare all'è stero. Tutti frequentano l'estero, frenetici. Guido Ceronetti preferisce viaggiare in Italia, questa non patria, in cui nazione e suolo, unità e legge dipendono dal caso. L'Italia profonda è una creazione del Medioevo che disfaceva le patrie e unificava il mondo nel segno della croce. La cosa più idiota del Risorgimento, per Guido Ceronetti, è stata crede re che la più storica delle città d'Occidente fosse anche la più indicata per essere la capitale italiana, il motore della Nuova Storia. E' stata una mador naie e colpevole idiozia. E Napoli, Palermo, Bari, cosa c'en travano? Roma è una capitale inesistente. Viaggiare in questa non patria dalla capitale inesistente non è certo agevole. Escono due volte l'anno molte edizioni dell'orario ferroviario, anzi dell'Orario, come lo chiama Guido Ceronetti. E' una specie di libro dei sogni in cui accanto a ore e minuti di improbabili arrivi e partenze fi furano pubblicità di impossiili alberghi vicinissimi alle stazioni e di irreali famosi cestini caldi. Chi non possiede un Orario ignora cosa sia il piacere del viaggiare. Ma, avendo l'Orario, bisognerebbe fermarsi lì, al suo possesso. Il guaio è prendere il treno, Questo implica imparare la sofferenza del viaggiare. Eppure la sfiducia degli italiani nel funzionamento di un servizio di Stato è talmente profonda da non farglielo neppure desi derare migliore. «■Questo treno italiano di sofferenza, questo baraccone viaggiante di sporcizia senza orario, pallidamente andino-calcuttiano coloritamente stambulo-cairota, abbandonato dalla magistratura impotente, dal ministero sbullonato e dal legislatore partitolatra ad un implacabile stillicidio di arbitrii sindacali cadenzati, fissi, continui, ai furti delle rapine notturne; questo treno italiano dove si pud morire di misteriosa strage andando per il varco dell'Appennino o sostando per una bibita alla stazione di Bologna, non è forse un ideale strumento, un ciucio provvisorio, per imparare che la vita, che questa nostra esistenza, è fatta, inevitabilmente, più per Ut pena che per il conforto?...». Viaggiando in treno, Guido Ceronetti ha raccolto queste altre delizie e nequizie. Ma delizie e nequizie sono negli uomini, nelle cose e nei Tatti o in lui? Ad Andes, nella cerchia mantovana, a esempio, Guido Ceronetti si ferma rapito davanti al Monumento a Virgilio, legge su una targa che il busto intempiato di lauro è offerto dai «tecnici agricoli al poeta delle Georgiche», ed 'eccolo già partito per una 'sua visione: Virgilio, la Virgo, l'Equilibrio Cosmico, il Paracielo del verso latino che percorre i campi rovesciando alla spensierata E605, Ddt, Aspor, Porathion, fosfati, diserbanti, sempre allegro sul trattore enorme. E che si cuoce sopra il gas di scarico, nell'ora più calda, un pezzo di carne appena macellata o, al crepuscolo, si riposa non sub legmine fagi, ma all'ombra del pino nano ancora da scaricare dal ca onci no. O a esempio all'altro capo d'Italia Guido Ceronetti varca cancelli dell'inutile Italsider di Bagnoli, ed eccolo sfrenarsi nell'esultanza di essere approdato a un'occasione di salvezza dal vivere a Napoli: uno spazio enorme, ma disciplinato, non difforme, dove chi entra si sente liberato dalle tenaglie roventi di canagliesca disarmonia napoletana. A Bagnoli, l'operaio, il tecnico respirano. Le cokerie esalano un ottimo odore di gas. Tutti portano un numero e un elmetto: questo dà il senso di appartenere a un Ordine. Contribuire a mantenere l'Italsider di Bagnoli i come tassarsi per un ospizio. Come far capire simili sotti gliezze alla Cce? Quando scherza, quando fa sul serio Guido Ceronetti? Il lettore ipocrita può anche cercar di consolarsi giudicandolo sempre paradossale e spesso contraddittorio nei suoi colpi di luna. 11 lettore ingenuo può immalinconirsi, non sentendoselo accanto nelle battaglie cosiddette civili. 11 lettore fazioso può magari odiarlo per la veemenza con cui contesta le opinioni predilette. Il lettore pigro può approfittare delle invenzioni della sua prosa per non rilevarne il contenuto. I fraintendimenti spontanei interessati nella lettura di Gui do Ceronetti possono essere tanti (e, ovviamente, tra fraintendimenti è annoverabile quello di chi scrive questa nota). La lettura di Albergo Italia, comunque, non è facoltativa, è necessaria. «Comepopolo con le sue istituzioni legali e illegali siamo una bomba delle più micidiali. Neanche vent'anni ancora di sviluppo pacifico (tutte le impurità mentali non sfogate in delitti di sangue rovesciate sull'ambiente vitale, il paesaggio, l'alimento, gli alberi) e tutta l'Italia unicamente per virtù dei suoi figli e di quel consorzio di dinamitardi senza legge, diretti e per procura, che sono i suoi rappresentanti pubblici, diventerà ltaloshima. Sessanta milioni di distruttori per erosione, vilipendio, dispregio, sadismo, sono, un buon surrogato del tritolo.,.». Tutto sommato, Guido Ceronetti è un nazionalista, è addirittura uno sciovinista del primato immorale dell'Italia. Facciamo del nostro peggio, d'accordo, ma credo che possiamo migliorare, anzi peggiorare. Oreste del Buono Guido Ceronetti in una caricatura di Federico Fcllini'