Due leader e un solo trono per Aden di Alfredo Venturi

-a ..11 . triti Bue leadertm solo trono per Aden -a ..11 . triti Bue leadertm solo trono per Aden (Politica interaraba e aperture all'Occidente al centro dei contrasti • Come le flotte delle superpotenze dominano le rotte dell'Oceano Indiano) Ne sono accadute di cose da quando Aden, la bianca città calcinata dal sole, era una tappa sulla via imperiale britannica: dopo Gibilterra, Malta, Suez, l'ultimo approdo prima della traversata che nel tiepido soffio dei monsoni portava a Bombay, la porta dell'India. Il leone britannico non ruggisce più da tempo: e adesso alle banchine del porto di Aden si allineano le navi con la rossa bandiera dei Soviet. I sanguinosi avvenimenti in corso nel vecchio capoluogo coloniale, oggi capitale della Repubblica democratica popolare dello Yemen, non possono non essere visti alla luce dello straordinario ruolo strategico di Aden. Il Sud Yemen è con l'Etiopia la pedina sovietica più importante nella regione. La quinta squadra della flotta russa del Pacifico, una trentina di navi fra incrociatori, cacciatorpediniere e fregate lancia¬ missili, sottomarini tradizionali e a propulsione atomica, cacciamine e navi appoggio, è in costante movimento fra le immensità oceaniche e gli approdi di Aden, Socotra, Perini (Sud Yemen), i porti di Massaua e Assab e l'arcipelago Dahlak (Etiopia). Lo Stretto di Bab el Mandeb, nevralgico passaggio fra Oceano Indiano e Mar Rosso, è dunque sotto controllo militare sovietico. Ciò che non esclude una presenza occidentale altrettanto pesantemente armata. A suo tempo condominio militare francobritannico, l'Oceano Indiano è oggi una delle arene del confronto aeronavale fra le superpotenze. Alle basi russe attorno a Bab el Mandeb gli Stati Uniti contrappongono la formidabile fortezza oceanica di Diego Garcia, la base navale di Berbera in Somalia, la base acrea dell'isola di Masirah al largo dell'Oman. In caso di crisi, l'America può contare poi sulle basi di Ras Banas (Egitto), Mombasa e Nanyuki (Kenya), Jubail e Yanbo (Arabia Saudita), Eilat (Israele). I francesi conservano una forte presenza militare a Gibuti. Gli equilibri strategici nella regione sembrano dunque stabili, e qualsiasi sviluppo capace di alterarli, per esempio la lunga guerra del Gol| fo, viene seguito con estremo interesse. Cosi la rivolta di Aden: che pure non sembra tale da modificare, comunque vadano le cose, la collocazione internazionale del Sud Yemen. Il conflitto esploso nell'antica colonia inglese contrappone due fazioni del partito socialista yemenita, che fanno capo al presidente in carica AH Nasser Mohammed e all'ex presidente Abdel Fat¬ tali Ismail. Quest'ultimo, considerato più rigidamente filosovietico, nel '79 ha sottoscritto un trattato ventennale di amicizia e cooperazione con Mosca: che il suo successore, più duttile, meno intransigente, si è ben guardato dal denunciare. E allora non dovrebbe essere la scelta di campo a dividere Fattali Ismail, che le prime notizie ieri davano per morto impiccato con altri congiurati, dal presidente Nasser Mohammed, ferito a quanto si dice nell'assalto al palazzo. Che cosa dunque li divide, oltre alla rivalità personale? E' probabile che al centro della cruenta contesa sia un diverso modo di concepire la politica interaraba. Certo gli avvenimenti di Aden sono seguili con particolare apprensione a Sanaa, la capitale-sorella: in quel Nord Yemen che quattro anni fa, uscito stremato dai vent'anni di guerra innescati dalla rivoluzione anti-feudale del '62, ha fatto pace con il Sud che aveva a lungo soffiato sul fuoco. L'abbraccio spettacolare fra i due presidenti, il nordista Saleh e il sudista Nasser Mohammed, l'avvio del dialogo verso l'obiettivo generoso e utopico dell'unificazione, tutto questo ha provocato aspre resistenze nei due Paesi. Fondate su tenaci rancori e sulla diversità dei due Yemen: il Sud uscito dall'esperienza coloniale, il Nord emerso da un retrogrado governo religioso, l'uno per tradizione aperto sul mondo, l'altro da secoli ripiegato su se stesso. Resistenze fondate, anche, sull'intransigenza ideologica. Quell'intransigenza che nel Sud ha sempre tuonato con la voce di Fattali Ismail, il capo della violenta congiura di Aden. Alfredo Venturi

Persone citate: Abdel Fat, Assab, Diego Garcia, Nasser Mohammed, Perini, Saleh