Si combatte a Aden,! carri armati attaccano il palazzo presidenziale

Si combatte a Aden,! carri armati attaccano il palazzo presidenziale I golpisti resistono, navi in fiamme nel porto, il Paese isolato Si combatte a Aden,! carri armati attaccano il palazzo presidenziale N08TRO SERVIZIO GIBUTI — A Aden, il tentativo di colpo di Stato non è stato ancora soffocato. Le forze ostili al presidente Ali Nasser Mohammed, secondo il Forelgn Office, resistono in diversi quartieri della capitale sudyemenlta. Uffici pubblici e ambasciate straniere, tra cui quelle d'Italia e d'Algeria, sono stati danneggiati. L'aeroporto della capitale è chiuso; tre navi (di cui due sovietiche) sono in fiamme nel porto. Da lunedi la città è teatro di una grande battaglia tra lealisti e ribelli. Secondo audio Aden, quattro alti dirìgenti del Paese, tra i quali l'ex presidente Abdel Fattah Ismall, sono stati giustiziati per aver organizzato 11 colpo di forza. Il palazzo presidenziale è stato attaccato Ieri mattina da carri armati; lunedi il palazzo del Congresso era stato bombardato dall'aviazione, che partecipa al combattimenti. Secondo fonti diplomatiche e testimoni oculari citati dalla Bbc, l'aeroporto di Aden è sotto il controllo del lealisti; nel quartieri della città si combatte con armi pesanti. Un incendio ha danneggiai l'ambasciata d'Italia (ma non vi sono' vittime); divorati dalle fiamme diversi edifici pubblici. Violenti combattimenti sono in corso nell'area di Khormaksar, nel pressi dell'ambasciata britannica, e intorno all'albergo «Aden» dove sono asserragliate truppe antl-governative. Forze della Milizia fedeli al presidente Nasser Mohammed sarebbero In marcia verso la capitale, dove mancano l'elettricità e l'acqua. Le comunicazioni internazionali con Aden sono tuttora interrotte. Da oltre un anno, in questo piccolo Paese alleato dell'Urss, unico regime marxista leninista nel mondo arabo, una sorda lotta per 11 potere opponeva il presidente Ali Nasser Mohammed, tecnocrate pragmatico, fautore di aperture verso l'Occidente, e in particolare verso l'Arabia Saudita, a un gruppo più dogmatico, guidato dall'ex capo dello Stato Abdel Fattah Ismall. Secondo voci circolanti a Olbuti, ma non confermate da altre fonti, 11 presidente sudyemenlta sarebbe stato ferito e si troverebbe in ospedale. Ciò spiegherebbe il fat¬ to che 11 numero uno del regime non abbia ancora parlato alla radio, le, cui trasmissioni sono interrotte da lunedi pomeriggio e sostituite con musica marziale. Radio Aden ha annunciato che 11 «complotto» è nato nel cuore stesso del potere. Difatti, oltre all'ex presidente Ismall, le altre tre personalità impiccate appartenevano tutte all'equipe dirigente. Si tratta di Ali Mohammed Alitar (fino a poco tempo fa vicepresidente del Consiglio del popolo, supremo organismo del Paese), AH Salem al Baid (vice primo ministro e ministro dell'Amministrazione locale), AH Shayeh Hadi (uno dei più alti dirigenti del partito unico, 11 partito socialista yemenita). Il primo ministro sudyemenlta Haidar Abudaker al-Attas ha cancellato la prevista visita in Cina e in un albergo di New Delhi attende di rien- trare a Aden. Il presidente Iraniano Ali Khamenei, attualmente In Pakistan per un giro di visite in alcuni Paesi islamici, ha cancellato la tappa nella capitale sudyemenlta. Abdel Fattah Ismall aveva guidato il Paese dal 1978 al 1880, quando fu esonerato dalle sue funzioni, con una «rivoluzione di palazzo», da Nasser Mohammed, allora primo ministro. Ismall andò In esilio a Mosca; graziato, tornò a Aden nel febbraio dell'anno scorso e rientrò nel Comitato centrale del partito Ha creduto di essere diventato tanto potente — con l'appoggio di Mosca — da potersi prendere la rivincita, facendo affidamento sulle tribù e sul malcontento suscitato tra 1 «duri» del partito dalla parziale apertura del presidente Ali Nasser Mohammed? Radio Aden non dà chiarimenti in proposito. Fedele alla retorica di moda, l'emittente si è limitata a Indicare che «il complotto era stato messo in piedi da opportunisti di destra e negli ambienti imperialisti e reazionari.. Copyright «l/e Monde» e per l'Italia «La Stampai)