Ombretta Colli, «donna di successo» con istinto, audacia e caparbietà

Ombretta Colli, «donna di successo)} con istinto, audacia e caparbietà Ombretta Colli, «donna di successo)} con istinto, audacia e caparbietà TORINO — Applausi lunghi e festosi di un pubblico divertito e complice hanno salutato l'altra sera all'Alfieri l'esordio torinese di Ombretta Colli in Aiuto... sono una donna di successo, commedia musicale ad un personaggio di Giampiero Allolsio, Ombretta stessa e di suo marito Giorgio Qaber. Aluto... è il seguito di Una donna tutta sbagliata che, sempre all'Alfieri, raccolse nella passata stagione un largo consenso. Là una cantante-attrice dinanzi al gran salto nel vuoto dell'esordio In preda al dubbi, all'esitazioni, alle vere e proprie angoscio di una personalità fondamentalmente insicura; qua la stessa attrice-cantante baciata ormai dalla notorietà, dal benessere, ma non meno incerta, non meno assillata dall'inquietudine. Nel lungo pomeriggio, nella nottata trascorsa prima e dopo II solito spettacolo nella lussuosa, candida sulte di un albergo a quattro stelle, Ombretta ci confessa dapprima con ironia, poi con disarmante tenerezza, infine con una nota di sgomento che si fa via via più fonda, la propria paura e la propria solitudine. Passano, evocati dalla memo¬ ria, o appena appena affacciati al cornetto acustico o dietro lo stipite d'una porta, l fantasmi di un angusto microcosmo familiare: la madre sarda tradita e vindice, il padre donnaiolo e fannullone, la figlia col suo ragazzo tentato dalla poesia, il compagno equivoco o distratto: e varie altre presenze maschili, per lo più in veste da seduttori da strapazzo. La musa di Qaber e compagni, come sa citi abbia assistito at loro spettacoli, è neointi;aista: si esprime per accenni lievi, notazioni garbate tra il malinconico e il buffonesco, solo a tratti decide d'essere graffiante, preferisce l'allusione intelligente alla polemica troppo esplicita e, proprio per questo, banale. Tenere in piedi per un'ora e quaranta un copione del genere, pudico per vocazione, farlo «passare» dai palco alia platea affollata da spettatori che l'intrattenimento televisivo ha certo Involgarito, è impresa di quasi disperato coraggio. Ombretta questo coraggio ce l'ha tutto Intero, è audace e caparbia al limite della manlacalità. Ma, quel che più conta, è attrice di sicuro istinto: ed ora, dopo la prova terribile di uno sgradevolissimo copione di Moravia conteso, battuta dopo battuta, a quel volpone di Giorgio Al-: bertazzi, si vede che ha molto affinato la propria attrezzeria espressiva: «capta» meglio il pubblico, sa quando agguantarlo di scatto e quando lasciarlo distrarre, lavora d'astuzia su certe mascolinità di voce e di tratto del suo comportamento, è molto scaltrita nel concedere tutto all'eros di parola e nemmeno uno sguardolino in tralice a quello visuale. Di qui il franco successo di ier sera, a dispetto di certi momenti di stanchezza, di certe ripetitività del testo. Cosa ci riserverà l'Ombretta n. 3 la prossima stagione? Se fossi in lei, confermerei sin d'ora il marito nel ruolo di paroliere musicista (le otto canzoni di questo spettacolo, oltreché egregiamente cantate, sono bellissime), ma mi farei un punto d'orgoglio di sbucar fuori con una vera e propria commedia, nuova di zecca, a due-Ire personaggi, tagliata su misura. Tanto per rendere la vita «una cosa diversa», come dice una delle canzoni: cioè più difficile e divertente. Guido Davlco Bonino Ombretta Colti all'Alfieri L'attrice all'Alfieri nella commedia musicale sua e di Gaber-AUoisio

Persone citate: Bonino, Giampiero Allolsio, Giorgio Qaber, Moravia, Ombretta Colli

Luoghi citati: Aiuto, Gaber-auoisio, Torino