E' morto il violoncellista Fournier un grande musicista molto francese

E' morto il violoncellista Fournier un grande musicista molto francese E' morto il violoncellista Fournier un grande musicista molto francese GINEVRA — Il violoncellista francese Pierre Fournler è morto, ieri a Ginevra, alan^tìni^gultó.'» un attacco errilplegico subito alcuni giorni fa, , Il musicista è nato a Parigi il 24 giugno 1906. Acquistò particolare fama per le sue Interpretazioni delle sultes di Johann Sebàstian Bach.. Dalla Svizzera,-tradizionale rifugio di musicisti esuli, o stanchi o semplicemente anziani,- ol viene la notizia della morte di Pierre Fournier, uno del massimi violoncellisti del nostro secolo. Era nato a Parigi, quasi ottantanni fa, aveva cominciato la musica sul pianoforte sotto la guida della madre, poi un attacco di pollomelite all'età di nove anni lo aveva indotto a studiare .11 violoncello (un fratello, Jean, è apprezzato violinista); al Conservatorio di. Parigi, dove aveva studiato con'Paul Bazelaire e André Hekklng, Insegnò negli anni della guerra e dell'occupazione; ma ■ già do, in una carriera fitta di impegni dove emerge la sua partecipazione a irli con pianoforte e vlolln'o'.ài trasse's'u-i prema: nel lfl4a;prèse',ll posto; di Casals vicinò a Thtbaut e Cortot, poi suonò con Szigetl e Schnabel, spesso in quartetto con 11 violista William Primrose, poi con il pianista Solomon e il nostro Francescani, poi ancora con Szeryng e Kempff: insomma, ha passato la vita a suonare con i più grandi cameristi del suo tempo. Elegante e riservato, con un viso arguto che ricordava l'attore Claude Ralns (il brigadiere del famoso Casablanca con Bogart e la Bergman), rappresentava il lato severo, asciutto del gusto francese; bastava che suonasse due note perché in sala si sentisse subito che un altro plano di espressione e di valori si era stabilito: cosi avveniva con lè sultes di Bach per violoncello solo, e molti ricorderanno al nostro conservato rio, con 11 pianista Fonda, l'è | sordio della Sonata op. 69 di Beethoven, dove Fournier da solo delineava in poche bat- tute tutto l'orizzonte dell'o- pera. •*C$edo che una delle sue ul- ^Urne apparizioni sia stata a Stresa nel settembre 19S4, as< sterne a Szeryng e a Niklta Magaloff, al cui braccio principesco era entrato sostenendo un corpo stanco e sofferente; anche quella sera fu un apostolo del rigore, del pudore espressivo; si, la cavala poteva essere flebile, ma la nobiltà era sempre quella, sempre tesa a cogliere nel fraseggio l'aspetto più spirituale, più estatico: tutte cose che parevano venire di lontano, appannate nel volume ma nitide nel disegno e 11 Largo del Trio «degli spettri» di Beethoven aveva proprio quella tinta fantomatica e shakespeariana da cui deriva il nome. Forse non si divertiva a suonare; attraverso la musica contemplava qualcosa di molto in alto, e per tutta la vita ha guardato fisso in quel punto. Giorgio Pestelli prima, il mondo musicale francese lo teneva in palma di mano, a diciannove anni aveva preso parte alla prima esecuzione, riservata a pochi amici, del Quartetto di Fauré, pochi anni dopo lo troviamo su una cattedra dell'Ecole Normale de Muslque. L'insegnamento tuttavia non era la sua vocazione; preferiva insegnare suonan A Ginevra, aveva quasi ottantanni - Suonò con i massimi cameristi

Luoghi citati: Ginevra, Niklta Magaloff, Parigi, Stresa, Svizzera