Hanno fretta i tessitori sardi

Hanno fretta i tessitori sardi Che cosa è rimasto dell'artigianato artistico che ha dato fama all'Italia Hanno fretta i tessitori sardi DAL NOSTRO INVIATO CAGLIARI — Nel 19851 tu-' ristl hanno comperato in Sardegna oggetti dell'artigianato artistico locale per 110 miliardi di lire, secondo una valutazione restrittiva. Altre fonti ritengono che questo valore superi i 150 miliardi. Nell'economia non florida della regione è, comunque, una fetta importante. Tessitura in primo luogo, poi cera-1 mica, cestinerla, oreficeria 'sono 1 capisaldi di queste eccezionali capacita manifatturiere della gente sarda. Del settore fanno parte piti di tremila aziende con quasi settemila addetti. Vediamo qui le lavorazioni tessili e' quelle di oro e argento, le più tipiche. Tito Livio narra che nel 206 a.C. 1 sardi fornirono all'esercito romano 1200 toghe e 12 mila tuniche; tradizione antichissima, dunque, quella del Itessutl. E si sa che nel 1886 erano attivi in Sardegna più ,dl 10 mila telai. Non si conosce l'attuale numero; ad ognirt modo nelle campagne ancor1 oggi molte madri tessono la dote per le figlie. Di generazione in generazione ci si tramandano lo stile, 1 motivi, 1 colori, la tecnica di quest'arte Sopravvive nell'isola l'arte della tessitura con i motivi tramandati di generazione in generazione - La crescente richiesta di manufatti ha però dato il via a una produzione sbrigativa - Proprio per difendere la tradizione è sorto un istituto per lo sviluppo e il potenziamento dell'artigianato ■ I corsi di aggiornamento per i giovani che ha influssi bizantini. I motivi orientali, l'albero della, vita, le aquile, le colombe, 1 disegni geometrici sono largamente presenti. Se fino a qualche decennio fa è stato abbastanza facile .portare avanti senza contaminazioni la tradizióne tessile, la sempre crescente richiesta di manufatti da parte dei turisti 6 andata via via costituendo un pericolo. La fretta di fare, per produrre di più, può indurre le tessitrici a semplificare 1 disegni, a realizzare un prodotto più sbrigativo che però si distacca da quello tradizionale. Contro questa minaccia c'è r«isola», Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano, ente della Regione, nato nel 1957 per 11 potenziamento, lo1 sviluppo tecnico, artistico e commerciale dell'artigianato. Oli si devono ascrivere già molti meriti. Ha promosso la costituzione di 62 cooperative, tre consorzi e nove centri pilota sparsi per la regione, nelle aree di maggiore diffusione dell'artigianato artistico. In questi centri 1 soci delle cooperative lavorano sotto 11 controllo di tecnici e supervisori artistici dell'.Isola» 1 quali si accertano che siano rispettati 1 canoni tradizionali e forniscono consigli di carattere tecnico ed estetico, nonché nuovi disegni di arazzi e tappeti. Responsabile del settore artistico è il prof. Piero Zedde che guida un gruppo di sette disegnatori. Spiega: 'Poiché non si può continuare in eterno a ripetere le stesse cose ma bisogna adeguarsi al tempi, noi creiamo motivi moderni che però ricordano quelli classici, In modo che davanti a questi elaborati si riconosca l'impronta sarda». L'«Isola» ha Istituito corsi gratuiti di addestramento per giovani e creato un «monte delle materie prime» :! compera la lana, la tinge in 56 colori con trattamento antltarme e la cede ai soci a prezzo di costo. Poi si occupa della vendita della loro produzlone attraverso proprie j botteghe a Milano, Nuoro, Sassari; altre tre sono di prossima apertura a New York, Cagliari e Oristano. Non solo: ogni due anni organizza una biennale a Sassari e saltuariamente mostre in varie parti del mondo. Attraverso queste esposizioni e le botteghe si crea Un flusso di ordinazioni che consentono alle cooperative di vivere discretamente. A Mogoro (Oristano) visitiamo il centro pilota. Co¬ ni, anelli, amuleti, rosari, pendenti, collane. La fantasia degli artigiani-artisti si 6 sbizzarrita fino agli «spullgadentes», stuzzicadenti che di solito raffigurano un animale e comprendono anche un nettaorecchie e un fischietto. Oggi gli orafi sono circa 200 'dei quali una cinquantina capaci di riprodurre quegli oggetti. Mario Marini, di Cagliari, ad esemplo, che si spinge anche nella scultura creando, in stile moderno, personaggi dell'ambiente rurale. Dice: «/ giovani tendono a produrre alla maniera con tlnentale. Però una decina di loro sanno dare alla rlelaborazione il carattere sardo». •Al settore orafo dobbiamo dedicare maggiore attenzione — dice Luigi Lao. — L'80% della produzione italiana d'argento viene dalle miniere sarde del Sulcls e i nostri argentieri per lavorarlo debbono comperarlo a Milano. E' assurdo. "L'Isola" sta per costruire, con finanziamento della Regione, un centro pilota con scuola e una prima unità produttiva per la semilavorazione dell'argento in modo che un certo quantitativo possa rimanere qui per i nostri laboratori: Remo Lugli struito dall'«Isola» è in gestione gratuita" a una cooperativa, la «Su travascu», 11 telalo. Le 15 socie producono arazzi, tappeti, coperte, tutta la gamma del prodotti sardi. Spiega la presidente: «Opni tona ha però una sua produzione tipica: In genere le tecniche usate In Sardegna sono quattro: tessitura liscia, a grani, a putito e a effetto trama. Nell'ambito di questi gruppi, cui appartengono paesi di una stessa area, ogni centro apporta la propria personalità con decorazioni, colori, simboli diversi: A Sardara (Cagliari) Maria Teresa Oaddeo della cooperativa «Su laura», 11 lavoro, lamenta ohe nella stessa Sardegna vengano vendute brutte contraffazioni di tappeti e arazzi prodotti in Paesi stranieri, Marocco, Jugoslavia, Orecla, Turchia, con ca¬ scami di lana e una manifattura grossolana. Una concorrenza sleale, spina nel fianco' del locale artigianato, 'Una ragione in più — Alce Luigi Lao, direttore de "Lisola" — per offrire un prodotto ineccepibile dal punto di vista tecnico ed artistico, in moda che la differenza con i falsi possa essere evidente anche all'occhio inesperto. E al tempo stesso, senea snaturare il prodotto, bisogna cercare di rinnovarlo entro t canoni che gif sono propri. Nostri grandi artisti come Eugenio Tavolava e Ubaldo Badas, di recente scomparsi, hanno dato all'odierno artigianato del tessile 'un colpo d'ala con disegni innovativi: Settore oreficeria. Con la filigrana d'argento e d'oro gli orafi sardi hanno creato nel passato una gamma vastissima di oggetti: catene, botto¬

Persone citate: Alce Luigi Lao, Eugenio Tavolava, Luigi Lao, Maria Teresa Oaddeo, Mario Marini, Piero Zedde, Remo Lugli, Tito Livio, Ubaldo Badas