Svelato il «mistero» della stele runica E' lo scherzo, alla Modi, d'uno scultore di Ermete Grifoni

Svelato il «mistero» della stele runica E' lo scherzo, alla Modi, d'uno scultore Ancona: la pietra era stata incisa da Sanzio Blasi, morto.10 anni fa Svelato il «mistero» della stele runica E' lo scherzo, alla Modi, d'uno scultore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANCONA — E' Stato sciolto da un contadino 11 mistero della «stele vichinga» trovata nel parco della settecentesca villa dello scultore Sanzio Blasl a Fornetto di Ancona. Per dare un colpo decisivo all'autenticità del cimelio che avrebbe testimoniato il pas saggio del vichinghi anche In Adriatico, non ci sono voluti né archeologi né esperti In crittogrammi: è bastato l'e< sperienza di Umberto Duca, un uomo di campagna che amministra le proprietà degli eredi dello scultore. Quando ha saputo del clamore che stava crescendo attorno alla misteriosa «stele runba» è Intervenuto senza mezzi termini: 'Ma che vichinghi! La pietra nel parco ce l'ho portata io tanti anni fa insieme col signor Sanzio, che ci incise,' mi disse, il nome suo e della'} moglie: Analizzata attentamente infatti la pietra, si nota la scritta «Rita e Sanzio Blasl» scolpita In caratteri runici al¬ ternati ad alcune lettere dell'alfabeto greco antico, Insomma, un pasticcio che rende 11 tutto molto enigmatico e, a prima vista, indecifrabile. Il fattore ha poi raccontato che in origine le grosse pietre erano due (•Abbiamo fatto tanta fatica a trasportarle»), perché nella seconda dovevano essere scolpiti anche 1 nomi dei figli, ma l'incisione poi venne fatta, non si sa perché, soltanto su una delle due. La vicenda della «pietra runica» di Ancona finisce cosi con una burla postuma, tramandata al nipoti da uno scultore buontempone noto ad Ancona oltre che per le sue opere d'arte anche per gli scherzi che era solito fare con una combriccola di amici e che poi raccontava In gustosi e piacevoli libri di ricordi. Una burla «alla Modi», ma che fortunatamente non ha avuto 11 clamore e gli strascichi giudiziari del caso di Livorno. Qualche tempo addietro la stele vicino a Villa Blasi (un blocco di tufo di un metro per 1,20 Inciso con caratteri runici) era stata notata da Gabriele Petromllli, direttore della rivista «Il Gollum» dedicata all'insolito e all'esoteri¬ co. Neppure gli eredi Blasl sapevano dire da dove fosse! arrivata la pietra e cosa ci' fosse scritto. Qualcuno racconto che da quanto aveva sentito dire la pietra, era stata trovata In Svezia dal nonno. Un altro ri-: cordò la leggenda secondo cui la pietra sarebbe comparsa misteriosamente in una. notte di bufera. Le foto della stele' vennero cosi inviate in Svezia al Museo Vichingo di' Stoccolma che aveva risposto] giudicando la Etele interessante e degna di approfondi-' te analisi. Chiamata in causa, la Soprintendenza archeologica delle Marche aveva espresso seri dubbi sul reperto rimandando tuttavia un giudizio finale al compimento degli studi paleografici. Ma l'annuncio del fattore ha sciolto ogni dubbio: «Se invece di mandare le fotogra-. fie tanto lontano venivano da me avrei detto subito io cosa c'era scritto; ha detto Umberto Duca. Ermete Grifoni

Persone citate: Blasi, Sanzio Blasi, Sanzio Blasl, Umberto Duca

Luoghi citati: Ancona, Livorno, Marche, Stoccolma, Svezia