Parma riscopre Maria Luigia di Pierangelo Sapegno

Parma riscopre Maria Luigia Nelle lettere inedite acquistate all'asta di Christie's, la vita della figlia dell'imperatore d'Austria Parma riscopre Maria Luigia Dalla commiserazione per le donne amate da Napoleone (che definì .'«anticristo») all'affetto che l'indurrà a sposarlo - L'epistolario studiato anche da storici francesi e austriaci - Il «difficile rapporto» con il Ducato DAL NOSTRO INVIATO PARMA — E' il 6 gennaio 1809. Maria Luigia, figlia dell'imperatore d'Austria, ha 18 anni e deve ancóra sposarsi. Scrive all'amica Vittoria De Poutet, parla di Napoleone, che ha appena avuto l'annullamento del suo matrimonio con Giuseppina, e dice: lo commisero la sfortunata sulla quale cadrà la sua scelta, i suol giorni belli saranno da quel momento sicuramente finiti'. Non lo sa ancora, ma quella donna sarà proprio lei. Qualche mese dopo, 11 2 luglio, ancora a proposito di Napoleone: «Io ho avuto piti volte voglia di credere che ci stiamo avvicinando all'ultimo giudizio e colui che ci sta adesso opprimendo sia davverol'Antlcrlsto...». Maria Luigia, duchessa di Parma, non può prevedere il futuro e camblera idea. Sposerà «l'anticristo». Camblerà idea anche altre volte, e per argomenti diversi, come attestano le 184 lettere acquistate l'8 maggio dall'antiquario Igino Consigli all'asta di Chrlstie's e arrivate finalmente a Parma. L'epistolario è stato vincolato dalla Soprintendenza al beni librari, perché giudicato di «eccezionale interesse, per la storia di Parma dell'età napoleonica e risorgimentale'. La maggior parte delle lettere sono Inedite e sconosciute agli storici. Le undici già pubblicate nel 1887 da un editore francese in un volume di «Oorrespondance» erano state censurate In alcuni tratti. Anche per questo sono corsi a Parma per visionare l'intero epistolario studiosi francesi e della Deputazione di storia di Vienna. Ne vien fuori l'immagine di una donna per molti aspetti diversa da quella accreditata da alcuni storiografi. Maria Luigia era persona colta, parlava in latino e suonava benissimo 11 plano: e questo si sapeva. Ma era anche attenta al problemi del Ducato, più di quel che si pensava. Regnante molto amata dalla sua gente, e quasi «progressista»: fece costruire un ricovero per ragazze madri, e un'ala nuova del carcere, separata dall'edificio centrale, per dividere i detenuti in attesa di giudizio da quelli condannati. Eppure, nel 1832, il 31 gennaio, scriveva a Vittoria De Poutet: «Non c'è niente die renda i Signori liberali o malpensanti più sottomessi di vedere che si pensa seriamente di metterli alla ragione. Noi abbiamo oggi in guarnigione Franz Cari e i croati, e questo per le ballerine (ossia l'Ubera11, ndr) non è un buon cambiamento, perché nel reggimento Erzterhazy ci sarebbero ottimi ballerini'. Forse, anche per questo vuole germanizzare' le 6ue truppe, obbliga gli allievi del¬ la scuola militare a studiare solo 11 tedesco, e si dice conlenta se lo imparano in fretta. In quegli anni, poi, comincia a provare grande nostalgia per la sua terra, a non amare più Parma. E magari sono J primi moti risorgimentali a farle mutar parere. Non è più tranquilla «a casa sua, come nel 1821, quando a .Napoli tira aria di rivolta e «1 buoni Parmigiani», Invece, «si sono calmati e mi hanno accolto al teatro con un tale trasporto da farmi quasi piangere». Il 5 luglio 1835, lei scrive: «Quando lo penso a quelle ricche, fertili, pittoresche campagne della mia bella patria, mi vengono degli eccessi di melanconia, vorrei tanto rivedere quelle terre...'. E si sfoga in argot: sono «sotte», dice, stanca, non ne posso più. I be| tempi sono già finiti: tra il '16 e 11 '18, decantava questa città e 1 suol paesaggi cosi belli qui attorno da ricordarle la sua terra. Lei, in parte, ora ha cambiato idea. Come è già sue cesso per Napoleone. Lo ha sposato nel 1810, «l'anticristo», e un anno dopo scrive: «Voi potete Immaginare che non manchiamo di divertirci in una città grande come Parigi, ma i momenti piti divertenti sono quelli che io passo con l'Imperatore». Anche se è stata costretta a rinunciare al piacere del ballo («quanto mi diverte...; diceva prima di sposarsi). Ma tutto passa, tutto finisce. All'orizzonte, ecco Nelpperg, 11 suo vero amore. La prima lettera In cui parla di lui è dell'll aprile 1815: «... te mia amica Brignole (dama di compagnia, ndr) è morta cosi presto ed è stato così doloroso che noi non possiamo non aspettarci un nuovo peso che si aggiunge agli altri che già vii assillano da tanto tempo. E tutto questo mi ha reso più difficile la partenza del gene¬ rale Nelpperg'. E, quando Nelpperg morrà. Maria Luigia scriverà ni luglio 1829 alla sua amica Vittoria: ...JVon voglio ripeterle le mie sofferente: esse sono state grandi, ma il buon Dio ha voluto conservarmi anche questa volta, saprà Lui perché, dato che io tengo ogni giorno di più sempre meno alla mia vita'. Poi, poco più avanti, nella stessa lettera, chiede quando verranno a Parma due cantanti che lei andrà a sentirli. E precisa: «lo chiedo questo solo per gli altri, perché, per quel che mi riguarda, non cerco plii di divertirmi'. Poi c'è la Maria Luigia madre, che si preoccupa del figlio avuto da Napoleone, il re di Roma e duca di Reichstadt, e degli altri due, Guglielmo e Albertina, avuti da Nelpperg. Ohe scrive a Metternich (uomo mal amato: «mio padre e un ingenuo, lui ne approfitta') per chiedere un consiglio sull'avvenire di suo figlio Guglielmo. Le lettere arrivano fino al 1846. Un anno dopo lei morirà, dopo lunghe sofferenze. Forse di sifilide. Pierangelo Sapegno