La ricca Milano offre lavoro a 40 mila stranieri clandestini

La ricca Milano offre lavoro a 40 mila stranieri clandestini Preoccupazioni per le misure restrittive varate dal governo La ricca Milano offre lavoro a 40 mila stranieri clandestini Secondo stime approssimative -1 più numerosi sono gli arabi - Trovano impieghi umili, rifiutati dai nostri disoccupati - «Resteranno: guadagnano più che in patria» MILANO — I più folcloristici sono certamente 1 cingalesi di Sri Lanka. Li si può vedere nei giorni di festa sui prati intorno al Castello Sforzesco: le ragazze da una parte, cinguettanti nella loro dolce lingua (cui mischiano parole di italiano), commentano le azioni del maschi che poco lontano giocano a cricket in impeccabili tenute bianche. Oli àrabi (anche se per arabi a Milano si intendono tutti, dal persiani al marocchini) preferiscono Porta Venezia e Piazza Duomo, mentre i turchi gravitano nella zona del Cimitero Maggiore, dove si incontrano coni connazionali ohe guidano 1 grossi Tir tra l'Europa e l'Asia e che hanno fatto di Milano uno del centri di transito. Quanti sono gli stranieri che vivono a Milano e che dovranno sottostare alle nuove disposizioni varate in questi giorni? 'Le stime ufficiali di ventimila persone non sono attendibili», dichiara Fàrid Adly. giornalista arabo che dai microfoni di Radio Popolare si rivolge ogni venerdì sera-al propri connazionali nella loro lingua «Io rttenoo che su Milano gravitino, oltre a quelli registrati, almeno cinquantamila stranieri provenienti dal Terso Mondo, il 90 per cento dei quali si trova in postatone irregolare, senza il permesso di soggiorno e di lavoro». Secondo Farid Adly, 11 nucleo più consistento è quello formato dagli arabi: 1 più numerosi gli egiziani, poi tunisini, algerini, marocchini, siriani, iraniani. Oli eritrei, almeno tremila, fanno colonia a sé. Poi ci sono i filippini, gli abitanti delle Isole di Capo Verde, 1 cingalesi e infine 1 sudamericani. Pochissimi 1 palestinesi: qualche centinaio, per lo più Studenti. Di questi stranieri, circa quarantamila lavorano, gli altri sono famigliari a carico. Quali l loro settori d'attività? «Quelli che ogni mattina si mettono per strada con la cassetta di legno per vendervi accendini, cassette, orologi da poco presto sono tunisini, un migliaio in tutta la Lombardia», risponde Farid. «Li troviamo soprattutto nell'edilizia come lavoratori stagionali, nel bar e nei ristoranti come lavapiatti, facchini all'Ortomercato, addetti delle imprese di pulizia, garagisti; le donne sono soprattutto domestiche: dichiara Nino Baseotto, sindacalista della egli che segue da tempo i problemi del lavoratori stranieri. Lavorano dunque nel terziario, ma un terziario in¬ fimo, che non attira più gli italiani. -L'anno scorso, all'ufficio di collocamento di Milano erano iscritti mediamente 110 mila giovani, per il 36 per cento uomini. Ma non credo che i nostri disoccupati siano disposti a subentrare agli stranieri nelle loro attiviti, soprattutto a quei livelli di stipendio. Oli stranieri ricoprono fasce marginali di lavoro che i nostri giovani non prendono nemmeno in considerazione; ■ commenta Baseotto. Anche l'industria fa ricorso alla manovalanza estera: i turchi vengono assunti'nelle cave di pietra e di marmo del Nord oppure nelle fabbrichette dell'hinterland o in alcune fonderie della Padania, mentre sono In arrivo alcune migliaia di tunisini che dovrebbero essere impiegati in grosse tenute agricole della Bassa milanese, afflitte da scarsità di manodopera locale. Le storie di questi 40 mila lavoratori clandestini sono quasi tutte uguali: vengono arruolati nel loro paesi con la speranza di un lavoro, ben pagato, con la garanzia di non avere difficoltà nel reperire in Italia 11 permesso di soggiorno. «E in effetti anche come cameriere sottopagato un egiziano qui a Milano guadagna più di un laureato in patria», commenta Farid. Ora su tutto questo sistema socio-economico sorto negli ultimi anni all'insegna della permissività (dagli scarsi controlli alle frontiere al chiudere un occhio nel confronti degli abusi) sta per. piombare il disegno di legge appena varato dal Consiglio dei ministri, che prevede espulsioni, multe, sanzioni penali. *Mi hanno telefonato in molti ieri sera durante la mia trasmissione in arabo — afferma Farid — volevano conoscere i particolari della nuova legge». Crede che se ne andranno? »No. Anzi, succederà come nel 1982, quando vi fu una sanatoria che determinai l'estate successiva un maggiore afflusso di giovani senea lavoro. Certo é invece che quelli .che già si trovano qui da noi subiranno un appesantimento delle loro condizioni economiche, dovranno sottostare a salari ancora pia basti». Anche per Baseotto 11 provvedimento non modificherà di molto la situazione: «fono già in molti qui a Milano gli stranieri che girano per la città con in tasca il foglio di \ via, eppure restano,. Gianfranco Modolo

Persone citate: Adly, Farid Adly, Gianfranco Modolo, Nino Baseotto