Restituiti i diritti civili a Sirimavo Bandaranaike è stata la prima donna a guidare un governo di Alfredo Venturi
4n, 4n, Restituiti i diritti civili a Sirimavo Bandaranaike: è stata la prima donna a guidare un governo E' stata la prima «signora di ferro», e sulla ribalta dell'attualità internazionale ha preceduto l'israeliana Golda, l'indiana Indirà, la britannica Maggie. Sirimavo Bandaranaike è stata la prima donna al mondo a guidare un governo: il governo dello Sri Lanka, l'isola di Ceylon cara alle leggende asiatiche. Lo ha fatto con passione, con grinta, fra il '70 e il '77: lei che molti anni prima, nel '59, si era dovuta chinare sul corpo sanguinante di suo marito, il primo ministro Solomon Dias Bandaranaike, caduto vittima di un attentato. Cominciava in quelle circostanze l'avventura politica di Sirimavo. Altro che rassegnata vedova orientale: presto la si vedrà tuonare nei comizi, e poi battersi nelle aule parlamentari. Fino a raggiungere il potere, e la consacrazione internazionale. La Bandaranaike è stata negli Anni Settanta uno fra i più combattivi rappresentanti del movimento non allineato. Ma il pugno di ferro nelle faccende di casa finirà col costarle caro: nel '77 la destituzione, il processo, la privazione dei diritti civili per abuso di potere. Ora un decreto firmato Junius Jayewardene, presidente dello Sri Lanka, le ha restituito quei diritti. E' perfino ovvio prevedere che Sirimavo se ne servirà per rituffarsi nella politica. E' ormai sulla soglia dei settant'anni, ma è tuttora il capo riconosciuto del Partito della libertà, che guida l'opposizione. E' anche facile prevedere quale sarà il terreno principale dell'imminente battaglia politica. Sarà la crisi che da tre anni lacera l'isola leggendaria: il conflitto feroce che oppone al governo di Colombo, espressione della maggioranza singalese, la dura, irriducibile minoranza tamil. I tamil, quasi tre milioni sui poco più che quindici dei- la popolazione totale, occupano le aree settentrionali e orientali dello Sri Lanka. Si dividono in numerosi gruppi, dai moderati del Tuff (Fronte unito di liberazione tamil), che chiedono autonomia amministrativa, alle «Tigri» delle formazioni armate, che vogliono uno Stato indipendente, il Tamil Eelam, e lo vogliono subito. La rivalità fra i tamil è culminata, poche settimane fa, nell'uccisione di due capi moderati, vittime delle «Tigri» contrarie a ogni ipotesi di trattativa. Perché una trattativa si va tentando, nell'isola lacerata dalla guerriglia. E proprio su questo tema l'estro politico di Sirimavo Bandaranaike potrà impegnare il governo. C'è una mediazione indiana, che discende sia dagli obblighi del vicinato, sia dalle responsabilità della grande potenza locale, sia, infine, dal fatto che proprio nello Stato indiano del Tamil Nadu, dove si parla la loro stessa lingua, i separa¬ tisti hanno il loro «santuario». Ora Delhi dà segni d'impazienza, perché ai colloqui di pace i tamil sembrano preferire la guerriglia, e il governo la repressione. Per questo Rajiv Gandhi si è espresso in termini aspri: «Una cosa è combattere il terrorismo, un'altra brutaliizare interi settori della popolazione solo perché appartengono a un certo gruppo etnico». Ma il governo dello Sri Lanka, cosi bruscamente chiamato in causa, vuole «sradicare l'insurrezione», come dice Jayewardene: che pure ha accettato l'idea della trattativa, e si è detto disposto a concedere qualche autonomia. In realtà, e in corso una repressione sanguinosa, per la quale il governo di Colombo si è procurato nuovi mezzi militari, acquistando armi da molti fornitori fra i quali, accanto a Stati Uniti, Israele, Sud Africa, Gran Bretagna, Cina, figura anche l'Italia. Alfredo Venturi La signora Bandaranaike è stata la prima donna al mondo a guidare un governo: ora ha riottenuto i diritti civili
Persone citate: Rajiv Gandhi, Solomon Dias Bandaranaike
Luoghi citati: Cina, Gran Bretagna, Israele, Italia, Stati Uniti, Sud Africa
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