Il metrò fantasma ha 50 anni di Bruno Gianotti

D metrò fantasma ha 50 anni Un racconto che affonda le sue origini nel lontano 1935 D metrò fantasma ha 50 anni Montagne di progetti, cantieri, scavi (il primo, sotto via Roma, rìsale all'anteguerra), battaglie furiose tra i vari amministratori - E oggi la «metropolitana» conta 6 chilometri non funzionanti sparsi in tre quartieri, 20 motrici elettroniche che, in attesa di essere utilizzate, girano vuote tutto il giorno in periferia La metropolitana torinese ha clnquant'annl ed è lunga quasi 6 chilometri, sparsi in tre quartieri. Un tratto è sotto 1 platani di corso Regina: mille metri di cemento armato, ancora senta binari. Cinque km sono in periferia, protetti da una trincea che taglia in due le Vallette. Il resto è in centro, appena sotto via Roma, scavato in altri tempi: intorno al 1835, quando in .pochi anni «1 abbattevano e si ricostruivano ! palazzi da Porta Nuova a piazza Castello e in tre si faceva tutta la Fiat Miraf lori. Tronconi diversi, con altrettante paternità e nessun collegamento: il consorzio Tt ha il tram del futuro e 1 binari del dopoguerra, sui quali possono camminare soltanto le vetture nate trent'anni fa. Contro il logorio del tempo e della ruggine, le 30 motrici elettroniche già consegnate dalla Fiat Bavlglianb corrono ogni giorno/vuote, intorno al cimitero vecchio: ordinate nell'81 dall'amministrazione pcl-psl, dovevano essere 100 (al costo di un miliardo runa), ' sono state consegnate regolarmente entro 1 termini sta-, butti, ma prima che i binari fossero pronti. Considerando la svalutazione, ogni giorno circolano intorno al cimitero 82 miliardi di maxitram, che i torinesi potranno utilizzare soltanto, nell'87 (promessa dell'assessore Ravaioii), quando corso Regina Margherita sarà integralmente collegato alle Val-1 lette. Sotto via Roma, probabilmente, non passerà mal nulla: 1 sotterranei hanno fatto da rifugio antiaereo, da sala-comizi, da parcheggio e sono tuttora in attesa di de-: sanazione. Il Ventennio li mise come accessorio e trascurò un particolare: «Se volessimo proseguire su eorto San MaurUrto finiremmo contro le fondamenta di Palatto Reale che scende fino a 14 metri: troppi. Dovremmo usare un montacarichi percopriri re il salto, lì tunneh df*-j»er-ieV va benissimo; le prove del 73 hanno dimostrato che il passaggio delle vetture non danneggerebbe i palazzi., ironizza l'ing. Lucio Scamardella, attuale direttore del Tt. _i A clnquant'annl dal primo | cantiere; la città non ha nep-| pure un chilometro di metropolitana funzionante. «Soltanto montagne di progetti sparsi in vari archivi. Uno era anche definitivo e finaneiato», rimpiange Terenzio Magnano, politico di lungo corso, nel '76 amministratore delegato della ^Metropolitana torinese Spa*. Andava dal Gerbldo all'autostrada per Milano, «era costato 10 anni di studi, c'era la società, c'erano i soldi, bastava cominciare». Dieci anni dopo, la ferità non è ancora rimarginata: «<''u il delitto politico pia atroce verso la città: tutto sciolto dal Consiglio comunale tn una sola seduta. Basta guardare la circolatone di questi giorni per capire cosa si è buttato alle ortiche la sera del 10 novembre 1975; commenta amaro Magnano, In quella seduta, insieme a un ordine del giorno su Sacharov e un'interpellanza sul depuratore del Po, 11 Consi¬ glio insediato dopo le elezioni del 15 giugno (giunta pci-psi) deliberò lo scioglimento della Mt. - Tutti favorevoli, meno i due socialdemocratici Magnano e Migliano che si astennero; puntualizza ring. Giovanni Porcellana, uno del padri del progetto. «L'Ideamadre era nata all'Atm nel 1955. Si insediò una commissione ohe comprendeva il prof. Zignoli e Giulio Cesare Fortes; precisa Scamardella. E Porcellana, oggi prosindaco, con una vena di nostalgia:' 'L'avevamo covata fin dal 1060. to ero un ragazzino, politicamente con i calzoni corti, appena insediato asses- amnpclrltsz acre alle Municipalizzate-. Cinque anni di studi preliminari su orlglne-destlnazlone dei flussi di traffico e sulle prolezioni per gli anni successivi, prima di individuare le direttrici: •Ùrbatsano-Stura; Nichelino-Vallette; Rivoli-Po: nulla di rlvolwtionario, sono validissime ancora: Altri studi, altri sondaggi, trivellazioni in piazza San Carlo «per vedere'cosa c'era sotto; poi la caccia al finanziamenti. «Per dieci anni, dal '60 al 70, si andò avanti con estrema lentezza. Forse erano tutti un po' scettici o forse ricercavano la perfezione», insinua Scamardella. Nel '75, comunque, 11 progetto della prima linea era pronto: .Merito nostro — proclama Magnano —. Si sarebbero presi i pendolari alla stagione e si sarebbero portati fin dentro la Fiat; Tutto in sotterranea: oinque anni di lavori, 14 chilometri e 700 metri a profondità variabili tra 10 e 1 22 metri, 19 stazioni, costo previsto 140 miliardi (400 miliardi per 2 linee, contributo statatale di 180 miliardi «da utiluteare entro il 31 dicembre 76'). Parallelamente al progetto, erano però cresciute le polemiche: secondo l'opposizione di sinistra 11 progetto era destinato a polarizzare 11 tratti co sul centro, Invece che a disperderlo verso la periferia, secondo 1 comitati di quartiere i costi erano troppo alti ed era meglio puntare sul «passante» ferroviario, secondo gli studi della Regione l'offèrta di trasporto sarebbe stata sproporzionata: •Potenzialità massima di 4S mila passeggeri/ora contro una esigenza massima di 15 mila; scriveva nel luglio '76 l'assessore pri Aldo Oandolfl. • Eravamo in pieno sviluppo. JLa città era premuta da gravi problemi sgelali come case, scuole, il terrorismo latente. Dovevamo rivolgere la nostra attenzione su questi temi; si difende Beppe Rolando, assessore comunale al Trasporti nella giunta di sinistra uscita dalle elezioni del 16 giugno 1976. •Novelli convocò l capigruppo: non c'erano neppure i soldi per pagare gli stipendi, il Comune, persi gli introiti dell'imposta di famiglia, era in un momento di estrema povertà. Si decise di soprassedere; riconosce Porcellana. Si soprassedette per un anno. «/ finanziamenti non utilieeati in tempo finirono a Napoli», ricorda Magllano. •Dal 77 l soldi arrivarono di nuovo, ma si pensava a Settembre Musica (una cosa ben fatta), Invece che ai trasporti; accusa Porcellana. E la metropolitana, che dalla galleria stava lentamente risalendo in superficie, rimase nelle intenzioni e nel progetti per altri dieci anni. Bruno Gianotti I* nuove vetture sono pronte e continuano I giri di collaudo: quando entreranno in servizio?

Luoghi citati: Milano, Napoli