Treni, riforma di buoni propositi di Stefano Lepri
Treni, riforma di buoni propositi Il nuovo ente dovrà affrontare i problemi di un difficile rilancio ! Treni, riforma di buoni propositi Un punto a favore: aboliti tutti gli sconti e i viaggi gratuiti - Incasseranno cosi 450 miliardi in più • Ma gli scogli da superare sono ancora numerosi: innanzi tutto quello del personale ROMA — Da mercoledì 15 gennaio nessuno viaggerà più in treno gratis o con lo sconto: davvero tutte le agevolazioni sono abolite, perfino quelle per 1 deputati. Da decenni se ne parlava, ma 1 propositi di moralizzazione erano f inltl nel nulla. Ora, la decisione finalmente partorita serve anche a segnalare che qualcosa di nuovo corre sul binari. Con l'anno vecchio è defunta .'«Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato». Con l'anno nuovo è nato r.Ente Ferrovie dello Stato». Al cambio di sigla dovrebbe accompagnarsi un guadagno di efficienza e di chiarezza nei conti. Strappate al torpore ministeriale, rese più responsabili del danaro che spendono, le ferrovie dovrebbero raggiungere un ordinamento piti tollerabilmente moderno, tipo quello dell'ente elettrico; an. che se, loro, al pareggio di bilancio non potranno aspirare mal. Il ministro del Trasporti Claudio Signorile, che ha voluto la riforma, non promette mari e monti ma garantisce che 1 progressi si sentiranno; e si fa fotografare sorridente mentre si sporge da un locomotore. Anche 1 sindacati del ferrovieri sono contenti, dicono che la riforma •premia anni di lotta: La stessa abolizione degli sconti e del viaggi gratuiti non è un gesto teatrale, né solo un doveroso provvedimento di equità senza grandi risultati L'aumento di gettito sarà corposo: 450 miliardi secondo le stime ufficiali. Non sono pochi se si comparano agli Incassi che, a norme già vigenti, le ferrovie hanno previsto per il 1886: 1880 miliardi dai viaggiatori, più 18 per i bagagli e 1200 per le merci. Erano veramente in tanti, a godere di riduzioni. L'efficienza non verrà certo da un giorno all'altro, perché la ritorma, come tutte le riforme, ha bisogno di norme di attuazione. Olà si crea¬ no 1 primi problemi interpretativi, e per esempio non si sa quale esattamente sia ora la natura giuridica, privata o pubblica, dd contratti che il nuovo ente stipulerà con venditori di materiale, appaltatori, titolari di concessioni. Si sa bene, Invece, che cosa deve scomparire: le attuali lungaggini burocratiche, per le quali anche 11 più semplice acquisto di pezzi di ricambio richiede fino a 20 giorni di pratiche. Fra tanti altri problemi, la riforma potrebbe aiutare a risolverne uno che sconfina nell'assurdo. Finora, a norma delle leggi che regolano la pubblica amministrazione, le ferrovie dovevano fare concorsi nazionali per assumere il personale. La maggior parte del vincitori erano di origine meridionale, e desideravano perciò tornare. vicino a casa. Di qui un'alluvione di pressioni, raccomandazioni, patteggiamenti; il ricorrente pericolo che al Nord gU orga- nlcl siano sguarniti, e perfino scioperi, come prima di Natale, indetti (per fortuna senza gran seguito) da una associazione ad hoc, l'.Unlone per i trasferimenti». Tentativi di fare concorsi su base regionale sono stati bocciati dagli organi di controllo. Ora, la legge di riforma prevede che si facciano specifici regolamenti per le assunzioni E' normale, avviene in tutto il mondo che le ferrovie dano sovvenzionate dallo Stato. In Italia, perù, finora era molto difficile avere un rendiconto preciso di come questi soldi venissero utilizzati. L'Ente ferroviario nato ieri dovrà invece tenere del bilanci secondo le norme del codice civile; non è una novità da poco, a quanto pare. Resta il fatto che gli incassi tariffari coprono meno di un quarto delle spese. Ovverosia, ogni diecimila lire che paghiamo per un biglietto ferroviario dobbiamo sapere che ce ne sono altre trentamila e rotti che pagheremo in altra sede, come contribuenti. Nella media europea, le tariffe coprono circa la metà del costi. Perù, non si possono alzare troppo le tariffe per un servizio cattivo. In Francia si è arrivati addirittura a coprire con i biglietti li 70% delle spese, ma 1 treni sono 1 più veloci e moderni d'Europa. Da noi, per viaggiare da Torino a Roma d vuole qualche minuto in più oggigiorno che mezzo secolo fa. Non è colpa del governi, ma del traffico aumentato. Molto dipenderà da come l'ente sarà gestito. Per ora, nd formare 11 consiglio di amministrazione e nello scegliere il presidente, si sono utilizzati 1 criteri della lottizzazione politica: tutti 1 partiti di governo e il maggiore dell'opposizione. Presidente della defunta azienda era lo stesso ministro del Trasporti; presidente dell'ente sarà un ex deputato, il de Ludovico Ligato, che d * fatto le ossa come relatore del disegno di legge per la riforma. Stefano Lepri
Persone citate: Claudio Signorile, Ludovico Ligato, Treni
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