Tuffo record dell'elefante marino 816 metri per sfuggire allo squalo

Tuffo record dell'elefante marino 816 metri per sfuggire allo squalo Tuffo record dell'elefante marino 816 metri per sfuggire allo squalo GLI elelami marini (Jtfirounoa angustine strisi delusola di A fio Nucvo. al largo delle coste della Callionimi, sono probabilmente una delle poi>olazloni di animali meglio studiale al mondo, eppure nascondono ancora molti segreti. Per uni ino potrebbero essere i [>iu completamente acquatici di tutti i mammiferi marini. Questa e una interpretazione del risultati ottenuti da Burney Le Boeuf e dalla sua équipe dell'Università della California a Santa Cruz. Le Boeuf ha studiato gli ripianti marini per una ventina d'anni e in questo periodo ha sviluppalo una straordinaria comprensione 'lei loro modo di vivere. In I «articolare delle loro strategie di accoppiamento 1 maschi competono selvaggiamente l un con l'altro Iter l'egemonia su di una ixirzione di spiaggia. Se ixissono diventare i re della spiaggia. |K>tranno accoppiarsi con iiarccchie femmine. La durata di questo diritto, pero, e breve, e la maggior parte del maschi non si accoppiano mai. Le femmine, al contrario, hanno una vita riproduttiva relativamente lunga e la maggior parte ha un liglio l'anno. Come risultato della competizione, i maschi sono quattro o cinque volte più i'i- .uiii delle lemmme e le madri fanno del loro meglio lier dare ai Utili maschi un buon vantaggio nrlln vita nutrendoli più delle ligllc CI sono molli piti dettagli in tutta la vicenda, naturalmente, ma e significativo che tutto si rilensce al )*•riodo del c:clo riproduttivo annuale, quando si possono Gli archeologi ha osservare gli elefanti diretti sulla spiaggia per partorire e accoppiarsi di nuovo. Circa un mese dopo il parto, le lemmine ritornano in acqua per nutrirsi prima di ritornare a Ano Nuevo per la muta. Fuori, in mare aperto, finora non erano stale studiale. Per farlo. Le Boeuf ha attaccato a otto femmine una sene di strumenti chiamati registratori di tempo e di velocita. L'apparecchiatura consiste di una leva attaccala a un cilindro sigillalo, qualcosa di slmile a un barometro aneroide. Quando lelelante si luffa, la pressione fa contrarre il cilindro e un piccolo bulbo luminoso in (ondo alla fine della leva si muove avanti e indietro sopra una striscia di pellicola lotografica. La traccia che ne risulta rivela a quale profondila e sceso l'animale e quanto tempo e rimasto sotto. Le Boeuf e i suoi colleghl hanno iiesato le singole femmine oggetto di studio imi. con una particolare resina, hanno Incollato il registratore alla pelliccia In un punto Ira le spalle Nel set c'era anche una radiotrasmittente |ier avvisare l'equipaggio quando la femmina ritornava a terra, circa 70 giorni più tardi I ricercatori allora rientravano il registratore, che si slacca molto facilmente al momento della muta della pelliccia, e rissavano la femmina. Nel laboratorio le strisce loioKralichc venivano sviluppate e digitate |ver ottenere un profilo completo dell'attivila di ogni animale durante il periodo | lassa lo in mare. II risultato in qualche modo sorprendente e que¬ nno trovato le trac sto: gli animali passano una media di meno del li per cento del loro tempo in superficie. Vanno a grandi profondità, fra I 390 e 1 650 metri, e stanno li per lunghi periodi. Questo e in completo contrasto con gli altri pinnipedi studiati finora con registratori di tempo e di profondità. Le foche grigie, per esempio, passano la maggior parte del loro tempo in superficie, concedendosi di tanto in tanto un po' di cibo e tuffandosi a una profondila di poche decine di metri. L'immersione più protonda di un elefante marino registrala da Le Booeuf. 816 metri, e dopala rispetto al record precedente, conquistalo da una foca di Weddell. Le registrazoni delie immersioni di tutte le femmine studiale erano grossomodo slmili. Appena lasciavano la spiaggia, incominciavano o tuffarsi il più profondamente possibile, seguendo i contorni del fondo. Una volta in mare aperto dominava un unico tipo di immersione: le femmine scendevano rapidamente a una eerta prnlnndlla. rimanevano Il i>cr circa un terzo della durala totale dell'immersione e risalivano rapidamente Parecchi tulli del genere alla stessa profondità si susseguivano spesso: secondo Le Boeul. quasi sicuramente la lemmina si stava nutrendo, scendendo ripetutamenie allo stesso branco di pesci, In altri tulli le loche stavano pu o meno immobili la dove erano arrivale tuffandosi oppure risalivano quasi immediatamente In media, ogni balena s: mi lava 2.7 La popo volte allora, stava giù per 19.2 minuti e rimaneva in superficie circa 3 minuti tra un tuffo e l'altro. Passava dunque sott'acqua pia dell'85 per cento del tempo Ciò che questi animali fanno e forse meno impressionante di come lo fanno. OH studi sulle immersioni in camere pressurizzate e le osservazioni in mare indicano che altri pinnipedi quando si tuffano vanno incontro a una mancanza di ossigeno. Polche non respirano, i loro muscoli alla fine devono lavorare in condizioni anaerabiche Producono allora arido lattico, di cui devono sbarazzarsi in superficie quando possono di nuovo respirare. Per questo la durata delle immersioni e strettamente correlala al periodo di riposo in superficie. Oli elefanti marini Invece non seguono questo modello di comiiorlamento. Nemmeno nelle Immersioni più lunghe e stala notala qualche relazione Ira il tempo passalo in superficie — prima o dopo un tuffo — e la durala dell'Immersione. Intepretando questi dati. Le Boeuf ritiene che gli elelanli marini ricorrano molto raramente all'ossigeno immagazzinalo: la maggior parte delle loro immersioni avvengono entro i limiti delle riserve di ossigeno e ci sono prove ciie l'animale in qualche modo pianifichi l'immersione in modo da rimanere entro questi limti. Le femmine sembrano immergersi più veloci quando l'immersione le porta sotto i 400 metri e sebbene questo possa abbreviare la durala totale dell'immersione, in realta la allunga all» massima profondità. lazione allo stato

Persone citate: Burney, Nuevo

Luoghi citati: California, Santa Cruz