Citati cerca il Dio di Kafka

Il saggio sullo scrittore di Praga e i suoi enigmi Il saggio sullo scrittore di Praga e i suoi enigmi Citati cerca il Dio di Kafka C9 E' una parola che non compare mal ((orse solo una volta, e con le sue più Innocenti e neutrali funzioni di aggettivo) nel libro di Citati su Kafka: assurdo. Ce già di che essere riconoscenti aliati te re. In questa quasi certamente deliberata assenza si può scorgere, oltre che a una prova di eleganza e acume critico, un riflesso dell'intuizione fondamentale da cui prende le mosse — o a cui giunge — il lavoro esegetico: l'omissione come legge dell'universo romanzesco kafkiano, quel repentino silenzio che cala ogni volta che il racconto sdora l'acme tragico dell'esistenza umana. Questa legge o tecnica narrativa a sua volta procede da una più importante e decisiva preterizione: il tabù sacrale che avvolge 11 nome di Dio sia quando Kafka parla della sua morte, sia quando ìndica la sua presenza nelle fonne più losche e degradate del reale, sia quando allude alla sua assoluta trascendenza, sia... ìli Italiano. 11 -sia. disgiuntivo conosce l'eventualità di due sole ipotesi: la sintassi mistica di Kafka — lo dimostra Citati — Ignora persino 1 consolatori sistemi binari del pensiero per attraversare ed esplorare contemporaneamente tutte le strade delle umane congetture sul divino: non vie parallele, ma viluppi, grovigli di sentieri contrastanti e divergenti, che si allargano da un unico e tenace centro di osservazione 8c i grandi romanzi e racconti rappresentano, ognuno, un raggio di questo straordinario pensiero stellare, ci fu un momento In cui Kafka volle, dal centro oscuro del crocevia, raccogliere In una costruzione univoca e armonica le schegge delle ipotesi, le tessere della sua ininterrotta ricerca intorno a Dio. Da quel luogo di suprema tensione intellettuale venne la risposta-paradosso: slamo, come vittime di un sinistro terroviario. al centro di un buio tunnel, e gli Intermittenti bagliori da cui cerchiamo di Indovinare la via d'uscita si rivelano liammmelle provvisorie, incerte, spesso menzognere, pronte a riprecipitarcl nell'oscurità. Dal suo tunnel di creatura ormai anche esplicitamente condannata, a ZUrau. Kafka scrisse i suol rarefatti e raggelanti aforismi. Cielo e terra, bene e male si scambiano Incessantemente di posto, ruolo, orizzonte, ne nasce non il caos, il sordido trambusto delle vicende umane, ma l'enigma, estremo e unico modello di sacralità per l'uomo contemporaneo. .Noi scaviamo 11 pozzo di Babele.: la metafora della torre (elemento comunque .costruttivo., strumento di slancio ascensionale), all'immagine dell'albero della vita comune a tutti 1 miti e tutte le religioni, si rovescia nel proprio opposto: un cunicolo sotterraneo e perpendicolare alia superficie terrestre. Sulla traccia delle intuizioni critiche di Citati immaginiamo quel singolare e sinistro luogo di accesso al divino come un pozzo senza fondo: forma di una divinità avida, impartecipe e onnicomprensiva, scivolosa parete di un Invaso Infinito che inghiotte tutti 1 pensieri degli uomini intorno a se stessa senza mal restituire un suono, un'eco di risposta. Non si può qui parafrasare e chiosare più a lungo il libro di Citati, minuziosa indagine topografica che scopre e rivela tutti 1 raccordi segreti tra il misterioso pozzo sacro e i sottosuoli, le stanze-tane frequentate da Kafka e dai suoi croi. Si vuol solo sottolineare come nel commentare e ricostruire la teologia kafkiana (scelta di per sé ardua e pregna di .scannilo.) Citati ricorra al metodo della pazienza: giacché -a causa dell'impazienza, gli uomini sono stati cacciati* dal paradiso. Per rientrare nel cuore dell'opera kafkiana, lo straziato eden del nostri tempi, il critico ripercorre o inventa sempre più incalzanti percorsi tra i poli di quello spazio Immenso: riscatto e condanna, luce e tenebra, speranza e di- Jacoviello e i giorni della «glasnost » I-a cattedrale di Praga sperazlone. E' un itinerario che non si arresta, ma anzi trova nuovi motivi di perseveranza e Ispirazione di fronte alle improvvise frane del terreno, a quei vuoti e silenzi — -ammutolirsi e sfoltirsi delle voci del mondo. — che sembrano costituire 11 contenuto primario dell'opera di Kafka. Il ritmo serrato dell'Indagine si scioglie In più larghi e distesi adagi (ci senti la gioiosa illusione del controllo su una materia finalmente conoscibile, seppure multiforme, contraddittoria, e piena d'ombre) 11 dove Citati rappresenta l gesti. 1 tratti, le Idee — l'essere e l'apparire di Kafka. E' un ritratto, o meglio un precipitato onirico, dove I frammenti del reale (dati, testimonianze, reliquie) si ricompongono nella visione dello Straniero. l'Escluso. 11 grande ammalato di irrealtà. Il sogno impone le sue leggi, anche quella, tutta kafkiana, della restrizione del campo visivo: le collie. 1 segreti e le angosce della giovinezza vengono respinte al di la della narrazione (vengono evocate solo da parolechiave — .Inconscio-, -edipico- —11 cui uso eccessivo finisce col divenire, a sua volta, un paradossale .omissis-), in un luogo remoto da cui. come la colpa primaria, come 11 peccato originale, gettano la loro ambigua ìuce su tutto 11 racconto Serena Vitale Piero Citati, Kafka, Rizzoli, 303 pagine. 23.000 lire. :• Mursia :•

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