I distratti «sì» alla Costituzione di Piero Calamandrei

I distratti «sì» alla Costituzione L'assenteismo di 40 anni fa I distratti «sì» alla Costituzione La Costituzione entrò In vigore U 1 gennaio 1M& Piero Calamandrei cosi riassunse le speranze di quel giorni: -La presema di leggi costituzionali, che si impegnano a difendere i diritti essenziali della persona, riesca a risvegliare e educare nelle coscienze quel senso di responsabilità e: nvi e di dignità umana die trasforma la libertà da garanzia giuridica in esigenza morate-. E questo in contrapposizione alle conseguenze delle leggi lascile che abolendo le pubbliche liberta -contribuirono a corrompevi- il carattere dei cittadini- Pochi allora non condividevano quella fiducia. Uno dei primi critici, in campo antifascista, lu Carlo Arturo Jemoio egli osservava che nella Costituzione si era dato tanto spazio ai diruti e troppo |xx-o ai doveri che si era ecceduto nelI ottimismo, si da non prevedere particolari disi>osizioni non solo in caso di guerra, ma neppure per le più gravi perturbazioni dell'ordine pubblico, per gli sciojien rhr arrestino I servizi pubblici essenziali. !>er le gravissime crisi economiche E lamentava 1 inadeguatezza di norme che diano al governo efficienza e autonomia, sottraendola agli umori dei partiti, e l>crmctiano al Presidente della Repubblica di intervenire con autorevolezza quando il Parlamento non riesca a esprimere una maggioranza L'Assemblea che preparo la Costituzione era tala eletta il 2 giugno 1946 i 555 deputali si riunii ono a Montecitorio la prima volta il 25 giugno sotto la presidenza del deputalo più anziano. Vittorio Emanuele Orlando Erano presenti 207 democristiani, 115 socialisti. 104 comunisti. 41 dell'Unione nazionale democratica. 30 del Fronte dell'Uomo qualunque. 23 di : partito repubblicano. 16 del H.'i-ri) nazionale della liberta. 7 del partito d'azione. 4 indi|iendenll.sti siciliani. 2 della Concentrazione democratica repubblicana. 2 del partilo sarde d azione un cristiano sociale, un demolabunsta uno del movimento unioni sta e uno del movimento conladini In totale e erano i rappresentanti di 15 lor inazioni Sembrava un nu mero eccessivo A distanza di 40 anni siedono a Mnn lecitone : rappresentanti di 14 formazioni. Sono cambiati molli nomi, ma la Iran' umazione e rimasta Alla prima seduta IAssemblea elesse Enrico De Nicola capo provwisono dello Stato ido|x> le dimissioni del re la carica era siala coperta da Alcide De Oaspcri, come presidente del Consiglio] li giorno seguente scelse come proprio presidente Giuseppe Haragal. il quale lu poi sostituito da Umberto Terracini do|k> la scissione socialista di Palazzo Barberini. Una commissione di 75 deputati lavorò dal 20 luglio sino alla fine del gennaio 1947 per pre|<arare la bozza dei testo: l'esame in aula comin^::; :' 4 marzo e si concluse il 22 dicembre La u>sinuzione fu votala con 453 si e 62 no Consta di 139 articoli e d: 18 disposizioni transitorie. Fu firmala il 27 dicembre da De Nicola. Terracini e De Gas peri L'Assemblea costituente si ispiro alla legislazione rivoluzionaria (raiiLv.se del 1791 del 1793 e dell'anno III Tenne presenti le Costituzioni americana, in¬ gpd(cbcKfvl o i a a i o 7 i n 9 i 7 . e l o ¬ glese e svizzera, della Repubblica di Weimar (1919). della Spagna repubblicana (1931) e mime quella francese del 1946. La battaglia si iniziò subito con ti primo articolo che dice: I. Italia è una Kepubblioca democratica fondata sul Icroro La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle fórme e net limiti della Costituzione II primo testo parlava di Repubblica • /ondula sul lai uro e sulla solidarietà sociale-. Togliatti avrebbe voluto che l'Italia fosse una Repubblica -democratica di lavoratori., ma l'emendamento lu respinto perche sospettalo di classismo. Fu anche respinto l'emendamento proposto da La Malfa che preferiva una Repubblica fondata •«iti diritti di liberta e sui diritti del /acoro. Il testo definitivo e di Fanlani. il quale lo difese sostenendo che con quella dizione si escludeva che la Repubblica si fondasse sul privilegio, sulla nobiltà ereditaria sulla fatica al trui. Altra lolla ci fu sui verbi a; partenere e emanare II teslo dei 75 diceva che -la sovranità emana dal popolo- Si preferì la forma -la \ovramtà appartiene al popolo-, perche meglio chia risce il concetto illuministico di sovranità collettiva in contrapposizione al concetto di sovranità dello stalo, fallo proprio dai regimi totalitari che conside rano lo Stato un primo efico su|)eriore alle persone che lo compongono Grande Canaglia ci fu |>er lart. 7. la dove riconosce i Pam lateranensl precisa che le modificazioni vanno uccellate dalle due iiarti. Passo |ier l'in tervento di Togliatti con irò l'opposizione di Nenni Sarebbe passata anche la indissolubilità del mairi monlo. Se II deputalo comunista Orlili non avesse rotto la disciplina di partito Lart 29 nel lesto pre parato dai 75 diceva: -La Ripubblica riconosce i di ritti della famiglia come socittà naturale fondala su. matrimonio indissolub'le In aula fon Grilli si alzo chiedere che fosse cancel '.alo l'aggettivi) tndiv'ulubi le Lo stesso grup|>o comunista lu colto di sorpresa Togliatti, che aveva insistito perche non si sollevasse il problema del divorzio rimase incerto. |>oi fini |ier accettare l'emendamento In una intervista-volume di I 1977 Terracini ricordava: -.Vi tratto t idi un vero e proprio colpo di mano di questo compagno, modesto ma irriducibile nelle sue convinzioni, che seppe cogliere a volo una grande occasione per compiere una attenuazione di principio. L'occasione fu l'assenza di numerosi democristiani: l'emendamento Grilli venne approvalo con 194 si e 191 no: mancavano all'appelto 170 deputati II vizio dell'assenteismo già si diffondeva e faceva sentire l suol effetti Vizio che nessun segretario e mai riuscito a sconfiggere a ridurre in casa democristiana. Do|io 40 anni tutti convengono v-ìiC ocrerr? ritoccare la Costituzione per rendere più governabile il Paese. Sul. ottimismo illuministico del laico Calamandrei sembra prevalere il pessimismo del cattolico Jemoio Anche se e vero che nessuna Costituzione vale quando non ce la volontà di una maggioranza di nsiiettarne i principi. Giovanni Trovati

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