Stalinista nell'Urss di Gorbaciov

Stalinista nell'Urss di Gorbaciov INTERVISTA COL POETA CHUEV, VOCE DELL' ALTRA RUSSIA» Stalinista nell'Urss di Gorbaciov «Voglio che su Stalin sia detta la verità», dice lo scrittore (46 anni), tra i diffidenti della perestrojka e della glasnost • «Non dimentichiamo Ivan il Terrìbile e Pietro il Grande: la storia russa si è sempre basata sol sangue» - «Non dobbiamo pentirci del nostro passato» • «Come me la pensano operai e intellettuali» • Denuncia il «disarmo ideologico» e accusa la letteratura sovietica che «lavora alla distruzione» DAL NOSTRO COfWISPONDtNTt MOSCA — E' la voce dell' • altra Russia», quella che ha diffidenza per perestrojka e glasnost. Quella che non condivide gli entusiasmi degli uomini nuovi infiammati d'utopia ma che canta, ancora, Stalin. Quella che non apre finestre sul futuro, che parla un'altra lingua: senza l'emozione tormentata della memoria, senza la tensione della «condanna», sospesa su un popolo segnato da un passato tragico. Ma Felix Chuev. scrittore e poeta dal modi gentili segnati da sprazzi di gelida concentrazione, non è un immobile residuo del passato: è parte attiva di un Paese inquieto e controverso, come la sua elezione nella segreteria dell'Unione scrittori della Repubblica russa testimonia. La sua lingua la parlano in tanti ancora: ascoltarlo, perciò, è molto più di una profittevole curiosità. E' un'Incursione in un frammento sorprendente, e alle volte sconcertante, dell'Urss di Gorbaciov. — Lei ha detto che spesso la letteratura sovietica «lavora alla distruzione*. Che vuol dire? •Mi riferisco alle opere apparse negli ultimi tempi, con le quali non posso essere d'accordo. La vera opera letteraria nasce soltanto quando /'autore è obiettivo. Oggi Invece ci sono opere troppo influenzate dai sentimenti negativi dell'autore. Un fenomeno che si può spiegare, questi scrittori soffrirono ai tempi del culto della personalità. Quanto a me, no parlato con molte persone che hanno sofferto e con altre che lavorarono con Stalin. E mi sono formato la mia visione di quel periodo: <— Quale? »j« -v •Furono tempi di grand* entusiasmo, ta -génte-st sfar-' tava, credeva in Stalin, i /'autorità di Stalin era immensa. Sotto la sua guida, il popolo e il partito realizzarono cose che non c'erano mai state prima. Per esempio la nostra città, in Moldavia, era stata completamente distrutta e fu ricostruita in cinque anni. Oggi quel periodo viene rappresentato, dalla nostra letteratura, in una luce distorta: col desiderio di gonfiare solo i particolari negativi falsifichiamo i dati storici, molte cose oggi si fanno con odio per Stalin-. — Che pensa di Stalin? •Fu un personaggio molto interessante. Stalin è stato una figura molto grande sia nella storia della Russia sia nella storia del mondo. Non dimentichiamo che nella nostra storia ci furono uomini come Ivan il Terribile e Pietro il Grande: certo, erano tempi diversi, ma sotto il regno di Pietro mori il venti per cento della popolazione Una cosa terribile, ma la storia è terribile, soprattutto quella russarti è tempre basata- Jttf sangue. A volt*-nei vediamo il passato con gli occhi d'oggi, invece bisogna considerare la situazione del momento, e la situazione era molto complicata: — Lei assolve Stalin. • Io appoggio la linea generale di allora: secondo me fu giusta. Se non avessimo realizzato la collettivizzazione e l'industrializzazione non avremmo vinto la guerra. Un altro problema è quello dei mezzi: è difficile assolvere i metti; furono molto severi, lo ammetto'. — Soltanto severi? •Spesso non furono giusti*. — Che cosa pensa del ventesimo congresso e del rapporto di Krusciov sulla destalinizzazione? •Quel congresso fu una tappa nuova per il nostro Paese, perché era arrivato il tempo dei cambiamenti ed era necessario dare qualcosa di nuovo al popolo. I ritmi di lavoro di Stalin avevano fatto stancare la gente, Stalin stesso lavorava moltissimo e faceva lavorare a quel modo tutti, in alto e in basto. D'altra parte si scoprii orto molti \>+tmtiésl po terrene bieogmava correggere, Ma non tono sicuro che Krusciov avesse il diritto di assumersi quel ruolo, perché di molte rappresaglie anche lui fu responsabile. Gorbaciov ha detto che ci sarà una commissione per scoprire i particolari ancora sconosciuti di quegli anni: i .iusto, perché in quel periodo molti impedirono la costruzione del socialismo, sabotarono il lavoro, litio nonno soffri, a quei tempi, ma e i o . quando tornò mi raccontò che nei campi c'erano stati molti veri nemici del socialismo: nel '37 erano passati appena vent'anni dalla Rivoluzione e c'erano ancora i bianchi, gli anarchici, i nazionalisti. Ci fu chi riuscì a cambiare, ma ci fu anche chi non si calmò e rimase pericoloso. Certo, ci fu chi soffri senta colpa: bisogna scoprire citi ne fu responsabile, chi si occupò dei verdetti. Sappiamo che negli organimi di sicurezza c'erano dei corrotti, dei disonesti: pensiamo a Seria». — Non c'è vergogna per quanto * accaduto? •La parola vergogna non t corretta. C'è una grande amaretta: peccato che sia accaduto quel che è accaduto, perché gli scopi erano buoni. Si voleva rendere la vita migliore-. — Con la morte di milioni di persone. • Non so se furono milioni, le cifre ranno chiarite. Certo morirono in molti. Si può discutere quel che sarebbe successo se al posto di Stalin ci fosse stato qualcun altro. Ma poche persone potevano occupare il posto di Segretario Generale dopo la morte di Lenin-. — Come giudica le Incursioni di alcuni scrittori nel passato? • Bisogna essere più oggettivi. Alcuni dipingono Stalin come un cretino, altri come un sadico. Nessuna di queste descrizioni i giusta. Bisogna considerare la logica della lotta di quel periodo. Oggi, dal nostro punto di vista, non i accettabile, sembra orrenda Ma bisogna capire che a quei tempi il fratello uccideva il fratello. Era terribile che un figlio dovesse rinnegare il padre, ma questa è la nostra storia. E non dimentichiamo i successi. Stalin disse che in dieci-quindici anni dovevamo fare la strada che altri Paesi avevano fatto in cento anni. Ci furono tante perdite su quella strada». — Lei come scriverebbe un romanzo su Stalin? Ne parlerei come di un grande statista e come di un uomo che ha avuto delle colpe, a causa delle quali morirono tante persone, sebbene forte non lo avesse volutoStalin è un personaggio tragico, e soffri molto. Bisogna vedere l'insieme delle coseCerco di capire chi ha sofferto per colpa sua e capisco che non potrà perdonare. Ma anche nei tempi della Rivoluzione morirono molti innocenti, credo che gli errori (osterò inevitabili: il nostro Paese ha percorso una strada mai praticata-. — Lei non parla mai di crimini, a proposito di StalinAnche questa t una verità storica. •Che cosa vuol dire 'Crimine"? Stalin partecipò alla lotta di partito. Non io sepersonalmente, Stalin abbia condannato qualcuno. Avevmolti assistenti, e se ne dscuteva al Politbjuro: in altre parole dobbiamo condannare, semmai, tutta la dirgenza. So di cari In cui persone furono saltiate chiedendo I aiuto di Stalin». — D film di Abuladxe, Pokatante, .sembra suggerirche U popolo sovietico debb fare «penitenza» nel confronti del suo passato. •Intanto quel film non mi ha impressionato molto. Ma la mia opinione è un'altra: noi non abbiamo bisogno di pentirci del nostro passato, dobbiamo esserne orgogliosi. Certo quelli che morirono senta colpa vanno riabilitati. Ma solo loro, perché adesso si tenta anche di riabilitare persone che fecero un gran male al Paese: c'è perfino Chi vuole nabli-lare Trocki)-. — Lei si è dichiaralo contro U «disarmo Ideologico». Che cosa vuol dira? •Il pericolo di ttn disarmo ideologico esiste tempre: ogni uomo ha bisogno dell'educazione, nell'animo ci deve essere qualcosa di sacro, per esempio l'orgoglio per il proprio Paese, l'orgoglio per la causa che si serve-. — Perche esiste questo rischio. nell'Urss di oggi? • Per molte regioni. Intanto ci sono le colpe dei genitori: hanno vissuto male e pensano che i loro figli debbano vivere meglio. Oggi de noi tutti mangiano a sazietà; ci tono ricchi e poveri ma tutti hanno da manaiare. S poi ci tono le fonti di informazione e una parte della letteratura: dicono ai giovani che tutto in pattato è «tato mate, che non c'è stato niente di buono, che tutti l dirigenti tono stati una banda di delinquenti. Coti si perderà ogni rispetto.. — Crede anche lei che nell'Urss di oggi ci sia una crisi di valori? •Forte certe persone o certi ttrati della società tentano questa crisi. Né lo né I miei amici la sentiamo. — Lei ha detto di aver bisogno di «eroi da stimare». Chi sono 1 suoi eroi? •Il mio eroe preferito è mio padre, un uomo semplice ma di rispetto. Se parliamo di persone famose, un etempio brillante di eroe è Gagarin. Anche il pilota Gromov, che in tutto il mondo chiamarono "il numero uno". Sono queste le persone dalle quali ti deve imparare qualcosa-. — Che pensa degli «intellettuali liberali., ai quali alcuni stalinisti dichiarati hanno rimproverato, l'estate scorsa, di essere all'origine del «vizi» della società sovietica? • Una cosa è il precetto di dernocratittatione. Un'altra è quando si cerea, come ho scritto in una mia poesia, di "lavare le macchie sulla bandiera rossa con tanta insistenza che questa diventa bianca"'. — Crede siano in molti a pensarla come lei, sul passato? • Credo di si, soprattutto fra gli operai, ma anche una parte degli intellettuali'. — Lo scrittore Priitavlcln la definisce un «devoto stalinista», nonostante lei sia nato nel IMI. • La parola "stalinista" la inventò Trecici). Non so che significhi, te riferita a me. Voglio che ru Stalin sia detta la verità, rum mi va che ti scriva spinti dall'odio patologico nei suoi confronti. Lo faceva anche Soltenicyn, ma le sue opere erano più ingenue, ora si è più sofisticati. E poi. neanche chi non ama Stalin può negare che era in grado di parlare da pari a pari, e a volte con grande superiorità, con Churchill e Roosevelt-. Emanuele Novazlo Mosca, Anni 50. Un bacio al ritratto di Stalin. «La sua linea generale secondo me fu giusta» dice Felix Chuev, scrittore e poeta

Luoghi citati: Moldavia, Mosca, Russia, Urss