Nella stanza della Costituzione

Nella stanza della Costituzione Le cose, gii uomini di 40 anni fa Nella stanza della Costituzione La tavola é la stessa; la poltrona, sulc Rinascimento, anche. La malinconia dei vecchi documentari della «Settimana Incoili, si unisce con le testimonianze della cronaca, o dei superstiti. La Costituzione della Repubblica fu firmala li. quarant'anni la esatti, il 27 dicembre 1947. nella stanza di rappresentanza del capo provvisorio dello Stato. Enrico De Nicola, che sarebbe divenuta la stanza di rappresentanza del presidente del Senato, c la sala della •supplenza». Quattro firmatari, a cinque giorni di distanza dalla clausura dei lavori alla Costituente, nel palazzo di Montecitorio sopraffatti dall'Inno di Mameli, il 22 dicembre. Il capo dello Stato, che in quel momento diventava, sia pure per pochi mesi, presidente della Repubblica, appunto De Nicola, con lo stesso siile riservato, discreto, sobrio, eccezionalmente puntiglioso in materia di ccnmonialc e di n guardo alla sua persona Il presidente del Consiglio, Alcide De Gaspcn. che aveva saputo superare con mano maestra le ore difficili del trapasso fra monarchia e repubblica c già guidava una nuova fase politica. Il presidente della Costituente, Terracini, che aveva raccolto l'eredità di Giuseppe Saragat dopo Palazzo Barberini e mantenuto lo stesso stile di obiettività c di supenonu che gli permise, quale militanie comunista, di rivendicare sempre la sua identità ebraica. Infine, come controfirma, il guardasigilli, Giuseppe Grassi, interprete di quel filone di liberalismo giolittiano meridionale che non si era mai piegato alle abdicazioni dei Sarr occhi De Nicola arrivò alla biblioteca dircitamcntc dal suo studio privato, lo stesso che ancora oc^gi viene riservato a Palazzo Giustiniani al presidente del Senato. Una stanza non grande, la biblioteca, che a sua volta immette negli appartamenti di rappresentanza dell'antico palazzo dei mercanti dell'Egeo trasferitisi a Roma alla fine del '500. nella strada dei banchieri pontifici Una biblioteca come si usavano una volta, col ballatoio che consente di adire a un'altra sene di volumi attraverso una scalena molto npida e scomoda. I palchetti non pieni. Nella parte bassa, immediatamente accessibile, quasi tutta la raccolta, in pelle, delle «leggi e decreti del Regno Giovanni Spadolini (Continua a pagina 2 in settima colonna)

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