Per i 40 anni della Costituzione una fontana e qualche polemica di Alberto Rapisarda

Per i 40 anni della Costituzione una fontana e qualche polemica Cerimonia a Roma presenti le più alte autorità della Repubblica Per i 40 anni della Costituzione una fontana e qualche polemica Pertini, Lama, Bonifacio e Fabbri replicano all'accusa di Menagora («I partiti sono sudid») ROMA — La Costituzione delia Repubblica festeggia 1 suoi primi 40 anni all'aperto, sotto un bel cielo serena accanto ad una gran fontana di granito che il Senato dona alla città di Roma. CI sono le massime cariche dello Stato, il presidente della Repubblica. Cossiga. il presidente del Consiglio Ooria. I presidenti delle Camere Spadolini e Jottl. c'è 11 sindaco Slgnorello che viene ad accettare il dono, assicurando che la piazzetta della fontana, alle spalle del Senato, si chiamerà d'ora in poi • piazza della Costituente. Sorrisi, discorsi rievocativi, la banda del carabinieri in alta uniforme. In apparenza una cerimonia Insolita solo per la forma scelta per ricordare che il 22 dicembre del 1MB gli italiani avevano sottoscritto per la prima volta nella loro storia un patto unitario di comune convivenza. Ma. a guardar bene, attorno a quella fontana romana c'era anche qualche altra cosa di insolito. Cera imbarazzo, e un disagio in parte represso e in parte espresso con rabbia contro il ■ guastafeste.. Contro, cioè. 11 senatore a vita Cesare Merzagora che a quella cerimonia non ha voluto partecipare spiegandone 1 motivi a Spadolini con uno sferzante telegramma. 81 era augurato Menagora che -le limpide acque offerte dall'amministrazione del Senato servano soprattutto a ripulire non soltanto la atta, ma i partiti politici dalle sudicerie amministrative che tutti deplorano ma che tutti subiscono con colposa tolleranza.. E cosi quella fontana di cinque metri e mezzo di diametro e 25 tonnellate di peso, con duemila anni di storia alle spalle (è •tata trovata scavando una galleria tra Palazzo Madama e un attiguo palazzo del Senato) diventava il simbolo controverso di una Repubblica che sente di essere ad una svolta. Perché il fatto nuovo di questa celebrazione dei 40 anni della Costituzione è che coincide con la volontà concorde di tutti 1 partiti di rimodernarle l'abito al più presto. Partiti che sentono montare diffidenza e distacco tra 1 cittadini e che cercano rimedi. L'atto di accusa di Menagora era probabilmente una sfida a dimostrare che vogliono far sul serio, cominciando ad autollmitare se stessi. Oli sfidati hanno però ignorato il problema poslu rispondendo per lo più con contumelie. Non dice nulla il presidente Cossiga. 11 quale è testimone muto della cerimonia. Sfugge abilmente alle domande Spadolini: • Mereagora t di una late personalità che ogni sua dichiarazione non ha bisogno di commenti: Ooria non vuol dire nulla. Ma gli altri parlano. . Contribuisce a far crescere fondata di qualunquismo che si avverte nel Paese sul tema delle riforma istituzionali-. dice il senatore democristiano Franco Bonifacio, ex presidente della Corte Costituzionale. •Credo che sia una posizione che diffonde sfiducia tra la gente, concorda il comunista Luciano Lama, vicepresidente del Senato. ■ £■ un cafone — sibila Sandro Pertini —. Mereagora ha il dente avvelenato perché non è risultato ancora una volta presidente: Il più pesante è il presidente dei senatori socialisti. Fabio Fabbri: .latria risparmiarsi la spesa postale. Sapevano tutti che non ci sarebbe stato.. E accusa Merzagora di non essersi mai latto vedere al Senato sebbene -prenda la paga come noi. .Questo campione di assenteismo non ha alcun titolo, non foss'altro che per questa ragione, per dare lezioni di moralità'. In verità, gli assenteisti abbondano in tanti partiti, e sono molto numerosi anche tra 1 parlamentari socialisti. L'accusa di assenteismo non può certamente togliere credibilità e peso alla denuncia di Menagora, che per 15 anni filati è stato presidente del Senato, e che ha sostituito anche 11 presidente della Repubblica Segni quando questi si ammalò. Spadolini risponde forse Indirettamente a Menagora quando dice nel suo discorso, citando Croce, che la storia italiana -e complessa e complicata e rifugge da tutti gli schematismi semplificatori e giustizieri. 'Nessuna testimonianza storica potrà essere più adatta di questa fontana, nella sua sobrietà e solennità, a ricordare i 40 anni della Repubblica'. Poi si scopre una lapide con i nomi di Enrico De Nicola, capo provisorio dello Stato e poi primo Presidente della Repubblica. De Oaspen (presidente del Consiglio nel 1948. Terracini, il comunista che presiede 1 Assemblea costituente) e Oiuseppe Orassi, -rutti esponenti di un'Italia che vorremmo chiamare virtuosa- La banda dei carabinieri, che all'arrivo di Cossiga aveva suonalo l'Inno di Mameli, ora suona a sorpresa il Nabucco di Verdi. Ce un attimo di sconcerto per Cossiga. Spadolini deve avere approvato il programma. E come un segnale. Come se il compimento di questi quaranta anni di stona repubblicana volesse segnare uno stacco col passato. A fronte di -Fratelli d'Italia- che ha accompagnalo la lunga egemonia democristiana, si pone -Va pensiero, che piacerebbe a Spadolini ed anche a Craxi come nuovo inno nazionale. Alberto Rapisarda

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