Dogi e pastori

Dogi e pastori STORIE DI GENTE DELKALTEPIANO Dogi e pastori Un oste, un veto oste non barista trattore o locandiere, una persona rara che ha il gusto di far rivivere vecchi e saporiti cibi, vini degni del nome che va a ricercare da fidati vignaioli, ha pure l'ostinazione di rimanere nella piccola frazione arrampicata a meri della ripida montagna. Da lassù vede rutta la pianura veneta fino alla Laguna e al mare, e i fiumi, le citta, le autostrade; alla notte tutto uno sfolgorio di luci saune e gialle e bianche che vorrebbero contestare lo splendore del ciclo. Si sente anche un brusio ininterrotto, simile a crucilo che si può ascoltare tendendo l'orecchio presso un formicaio. In questa stagione, poi, quando la nebbia per in' tcrc giornate copre rutto quel mondo che sta in basso, è come essere sopra la tolda di una nave che solca gli oceani Le poche case sono quasi tutte abbandonate, non si sentono i ragazzi giocare nel la piazzetta, la minuscola chiesa è quasi sempre chiusa. Cè un lumino e lui, Guido, custode del tempo che alla sera appresta cene per gli amici clienti e per loro accen de un bel fuoco di legna secca nel grande focolare. Questo personaggio d'altri tempi, anche se giovane, ha la passione di frugare nelle soffitte e nelle emme, nei vecchi sottoportici delle case abbandonate o in demolizione di tutti i dintorni, o anche accorre dove sente che i proprietari vogliono ristrutturare o liberare dal vecchiume. Gai do raccoglie, raccoglie tutto quello che gli altri buttano via e lassù, nella sua contrada sospesa sopra le città e sopra la pianura e in un vecchio fabbricato, dalle stalle alle soffitte, ha messo insieme un incredibile e ancora disordina' io musco dove innumcrevol oggetti raccontano storia e voto e vita delle generazioni passate. il'cirttc «orsa, nel granalo di una- casa colonica isolata allo sbocco di una valle, ha scoperto ripiegato sopra una trave un editto del 1762 che riguardava i nostri pastori dell'Altipiano, e me ne ha fatto dono sapendo come mi appassionano le storie dell mia terra. In questa vecchia carta affumicata e corrosa dall'acqua e dal sudore, che forse per de cenni e stata nel portafogli di un pastore che per una notte aveva trovato rifugio dal mal tempo o dalla ricerca delle guardie, o magari avevi avu to un appuntamento con una donna in quel granaio, si può ancora leggere e capire un mondo che ha avuto origine nella notte della storia. Si diceva che da «tempo immemorabile» i nostri pastor" avevano diritto di pascolo da ottobre ad aprile in tutta pianura compresa tra le foci dell'Adige e le f-xi dcll'Ison io; Cangrande della Scala nel 1)27, Gian Gavazzo Visconti nel lì» e il doge Michele Steno nel 1404 avevano confermato il diritto come «ara privilegi», ma con quell'editto (che è qui ora sul mio tavolo) le cose incominciarono a cambiai: «Massima di buon governo tré le elitre ti ì quella mantenere li trtpj Sudditi mila quiete, * sicurezza, onde abbiano a goder* dell'Usufrutto de ita» Beni, tema timor», e moiette, né possono che rendersi molto umiliti alf Illustrissimi, ò tccelentissimi Signori Cefi dell 'Eccelsa Consiglio de Dita li frequenti clamori, che giungono al loro Tribunal* de danneggiati dati* irregolarità de Pastori de Seti* Cummuni, eh* abusando del privilegio accordatole dalla pubblica munificenza, si fanno lecito con temeraria baldanza di entrar* con numerose mandre de Peter*, 6 altri Animati miti Beni, anco* non soggetti alt* Post*...». Nei successivi otto articoli veniva proibito di far pascolare «ne broli». Orti, Giardini, Luoghi chiusi», che le pecore da pascolare dovevano essere «se non quelle, che fossero vera meni* pròprie, e de Seti* Coma ni, permessati la condotta di due, e al più Ire Armenie ptr ogni Gregge di cento Pecore, olir* fi: Animati al solo trasporto de toro Mobili». I proprietari terrieri che avevano meno di quaranta campi (un ettaro equivale a campi 2,6 circa) non poteva no dare ricetto ai pastori; ve' niva dato incarico a «Merighi & a Uomini de Commun delle Vili*, ove fossero pecore de Sette Comuni d'invigilare»; di osscr vare le date di inizio e di fine pascolo sotto pena della per dita degli animali. Altre cose venivano ancora richiamate, e, tra l'altro, che l'editto doveva essere teso noto a principali Capi de Pastori. Et il presente approvato, che sia dall'Eccelso Consiglio de Dieci sia stampato, e pubblicato, * sia dalli EwdJtntiuiim Ceti del Consiglio situo spedilo olii Rappresentanti di Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Ft/tre, Belluno, Udine e Rovigo, e col moto del Nunzio alla Reggenza delti Sette Communi per la sua immancabile esecuzione*. ' >. ■rìlflfe JaMfc— lì al — mm mm vn wvniwunw di Notato SYDNEY — L'ultimo grido di Natale è un dromedario. Ne hanno portati trecento da Mount Ita. nel Queerisiane!, a Swan Hill nel Victoria, con una marcia di 3000 km. I primi 200 sono andati a ruba, a 1100 dollari l'uno (circa un milione di lire). Sono dromedari docili, con lunghe ciglia. I guadagni della vendita sono destinati alle ricerche sulla leucemia. (Ansa) Con questa legge della Serenissima incominciò la fine della grande pastorizia, le oltre duecentomila pecore che scendevano a svernare dalle nostre montagne non trovarono nemmeno più a sufficienza incolti c barene, argini di fiumi larghi e vuoti com'era stato per secoli: i coltivi avevano ridotto il pascolo e i proprietari dovevano ricorrere Tribunal* de danneggiati per salvare i loro raccolti. Ma sa come sono i pastori: loro sono padroni di niente e di tutto, e di none o di domenica durante le funzioni religiose, le loro pecore sconfinavano oltre le Poste concesse. Pinchi l'arbitrio provocò La legge della Terminazione dcll'8 giugno 176): un colle gio di Sette Nobili aveva concluso che il pascolo delle pecore altopianesi nella pi» mira veneta non era più «un privilegio», ma solo «antica legittima consuetudine», e cosi vennero dichiarate «nulle * di niun effetto le ducali * le altre carte contenenti per i Sette Comuni privilegi ai pascolo». Nel 1860 una legge absburgica decise abolito l'antico diritta Definitivamente abolito? Nell'osservanza di una mille natia tradizione orale e nell'u so dei diritti i pastori non hanno remore e anche a; nostri giorni, i pochissimi rimasti, hanno contestazioni e diatribe con i coltivatori della pianura che li temono come la grandine. E forse questa rimane l'ultima lotta tra pastori migratori e agricoltori sta bili. Sul mio tavolo, assieme al' l'editto del Consiglio de Die ci, ho anche una fotografia fatta dal satellite Landsat da 912 chilometri di quota sopra la Terra. In questa immagine è ripresa nitidamente la nostra regione: sono chiarissime le citta, le autostrade, le morv lagne con la neve, le valli, boschi. Posso individuare luogo preciso dov'è questa niia piccola casa e dove, tra le montagne, vi sono i ricovai dei pastori. Ma anche Vene zia, i canali, la Laguna, le ba rene, le foci dei fiumi. Ecco, laggiù, lungo una di quelle foci ci sono gli ultimi pastori dell'Altipiano, i di scendenti, forse, dei Troian di Antenore. Sono tra le nebbie con i loro asini, il loro gregge, i loro ispidi cani Non dovranno difendersi dai lupi o dai barbari, ma dagl automezzi quando saranno costretti ad attraversare una strada. Forse il loro Natale sari il più vero, o l'unico vero, anche se l'Angelo del Signore non andrà a svegliati per l'Annuncio. All'aurora, vicino al fuoco di sterpi guarderanno l'ora sul vecchio orologio del nonno per con front are se l'appuntamento giusto: si, il sole ha guada gnato tre minuti. Mario RI troni Stern

Persone citate: Antenore, Gian Gavazzo Visconti, Giardini, Mario Ri, Merighi, Michele Steno, Stern, Swan Hill, Troian, Vene

Luoghi citati: Belluno, Padova, Rovigo, Sydney, Treviso, Udine, Verona, Vicenza