Chopin e il generale

Chopin e il generale FOGLI DI BLOC-NOTES: POLONIA Chopin e il generale UNA prima ri l.i chiesa pr( CHIESA della Santa Croce, nel cuore di Variavi! Tutto sembra vecchio e in qualche punto perfino cadente: nonostante l'orgoglio del barocco polacco. Mura annerite, qua e li screpolate Scale abbastanza sconnesse per arrivare al tempio. La puntigliosa, e integrale ricostruzione di quarantanni fa è stata già corretta dalia vita- che ha s.tputo attenuare con l'usura dei fedeli ogni senso di falso, restituendo al tutto il sentimento del tempo In quella chiesi si venera, alla poiana, il cuore di Chopin. In forme che rasentano l'idolatria, che sottolineano, attraverso la ridondante e perfino ostentata simbologia religiosa, quello che ha significato la musica di Chopin per la nazione polacca. Ma la mia attenzione e colpita ila una lapide, che quasi fronteggia Chopin, in cantieri di maiuscolo ncrissimo Sikorski. 11 generale che sfidò il regime di Lublino, the ini arno l'altra legittimità polacca, quella degli esuli di Londra, animatori dell'armata combattente con gli alleati stessa del massacro di Cassino, i generosi e coraggiosi soldati ili Anclcrs. Trascrivo la lapide: «Al gener,tle di Granai armala ìX'ladislat Eugenio Subenti, primo ministro dd governo polacco m esilio, nato il 30 maggio ./..' 1881, perito il ■) Ihvìi ■ l'MÌ. Al grande aipo Jil popolo, quota Lipidi imitino palo i .. ncittadmi mil'anno MI milimnio della Poloma- (flessione preserva le tradizioni civili della Polonia, nella loro storna continuiti 11 nome di Sikor ski è tabù per la Polonia uftìnaie !:' stato per tanti anni il •nemico*: adesso appena tollerato per lavori di mera storiografia E un secondo ncorilo: sull'abbattimento dell'aereo inglese, che nel luglio del '4Ì tackle nei cicli molitelianci (dopo una missione del generale presso le forre polacche in Siria e in Libano) era torto, fin dall'inizio, un sospetto Che la caduta non fosse srata accidentale, che i servizi segreti britannici l'avessero favorita per librarsi di un alleato mcomixlo e irriducibile alle imminenti pattuizioni di Yalta. Lo domandi) al mio .u.ompagnatorc, che è un deputato del partito dei contadini Ij risposta e problematica: «Ci fu anche un film (hi insinuava il dubbio, smza rispenderti. In ria/lo wiza scioalimenta Ma una caia è aria; il pilota deWaereo, un cecoslovacio, ti saltò» Non insisto L'ITALIANO c molto diffuso in Polonia. E' favorirò nelle scuole seconciarie, molto appoggiato nelle Università. A Cracovia, n più antuo e glorioso atenei) polano. mi fanno vedere in lv ree, il nuovo tomo degli Stuaia italo-polonica, in doppia lingua. Molto Rinascimento, ma ani he molto Risorgimcn ro. I legami mcdiocvali con Bologna e con Firenze, ma amhe un po' di Mazzini (per la «Giovine Europa*») e mol 10 Garibaldi (a Varsavia he re*) omaggio al monumento a Francesco Nullo, il colonnello garibaldino ihc cerio la morte in Polonia nel 186), alla testa di una legione di venti, dico venti, insorti come lui: la salma ebbe gli onori milirari dai russi) 11 ministro degli Esteri Orzechowski, che e un professore universitario di Scienza della politica (e conosce bene Machiavelli), mi spiega il perché: -Dobbiamo ridurr, la dif/usiom M /ramai < dell'inglesi» Ma l'arcivescovo di Varsavia mi ila una diversa motivazione. -L'italiano è la lingua più mina al latino, Jx mila Polonia cattolica è amora fortissimo». Fino al Seicento, il latino era la lingua ufficiale ilclla corre polacca ALL'UNIVERSITÀ' di Varsavia parlo su «Risorgimento italiano e Risorgimento polacco». L'attenzione è massima, le domande degli sludenti molteplici e appassionate L'n silenzio assoluto domina l'aula quando leggo un giudizio di Marx trarto dai Manoscritti sulla auiìticm polacca, che sono espunti dall'opera omnia polacca ima in una vecchia libreria riesco a trovarne unlamale Pol'lraposiaMwLstreinpl'nnnma totainmcpmncscslgdpdbce un'edizione non ufficiale). «0 la barbarie asiatica dietro il comando mescolila, ecco le parole di Marx, si rovescerà sulla Polonia come una talanga o l'liuropa si impegnerà a restaurare l'integrità della Polonia, ponendo così fra se stessa e l'Asia tenti milioni di eroi...». Venti milioni di croi. Marx parlava come Mickiewicz. LE librerie di Varsavia e di Cracovia sono poverissime. L'editoria tutta statizzata: le edizioni cosi arretrate da ricordare l'Europa in guerra carta è poca, e pessima. Ma l'interesse per l'Italia è enorme, si pubblicano libri sul fascismo e sulla nostra storia recente, che hanno un largo smercio. E' il momento dell'Italia. Incontro a Cracovia Gicroski, l'ex rettore, aurore di una storia d'Italia (limona Vloch, si dice in polacco) che va per la maggiore, che ha venduto alcune decine di migliaia di copie Aggiornata fino al rapi mento Moro e alla solidarietà nazionale. Descrittiva, analitica, rispettosa dei fatti. Gicroski e membro del Consiglio consultivo di Jaruzelski, una specie di piccolo senato polacco. Ma non e uomo di regime. Conserva libertà di giudizio, totale autonomia di pensiero. pranzo con noi, a Cralovia, c'e un deputato di Pax, il movimento della sinistra cattolica che servi il regime ai rcmpi dello stalinismo Gicroski mi sembra l'interlocutore adatto per chiedergli un'ir.f.irmazionc esalta su Piasti lei, I uomo che fondò quel movimento all'indomani della guerra: una figura ranto controversa, '.amo I discussa E' un caso che mi aveva sempre incuriosito. L'n polacco proveniente dall'estrema destra tradizionalista (anche la Polonia abbe una sua «Action Francaisc») trapassato nelle file dello stalinismo. Il fondatore della «Falanga» (così si chiamava, su influenza franchista, il movimento falangista alle soglie della Seconda guerra mondiale) diventato un uomo di fiducia dcll'L'rss, una specie di «eresiarca» per conto di Mosca. Un cattolico, di cultura medievalista e reazionaria, rrasformato in «compagno di strada» nelle persecuzioni del clero, quando la persecuzione infuriava fra '*<0 e '56, prima di Ciomulka La risposta di Gicroski e semplice e spietata '-Fu catturato dai russi mi 44 e riuscì a sottrarsi alla fucilazione attrai erso l'offerta di servigi. Che non furono respinti». Y. che portarono Piasecki, alla metà degli Anni V), a essere il capo della più potente organizzazione editoriale della Polonia. Un «collaborazionismo» di dimensioni impreneditoriali: alla grande. rapporti fra Israele e la Polonia si vanno norma izzando, dopo anni d: tempesta. Me lo dice con as v>luta fermezza il ministro degli Esteri plaudendo all'au spuata ripresa dei rapporti fra Mosca e Gerusalemme e all'altrettanto auspicata conferenza internazionale per Medio Olente, con doppia partecipazione sovictiia i americana. Non e solo un av vcnimcnto tattico, politico. Il dei ano degli storni ca'tolic della Polonia, e grande amici del Papa, Kloczowslti, mi prcannuncia per gennaio un convegno di studiosi dei due Paesi — oltre sessanta — Cìcrusalcmmc per discutere delle relazioni polacco-israe liane. -Ilprimo»: aggiunge. All'Università di Cracovia leggo il motto che è proprio dell'Ateneo fin dal Cinque cento: -Plus ratio quam vis». E quando il pomeriggio m reco al campo di sterminio d Auschwitz — quasi quattro milioni di vittime, di cui Tot tanta per cento ebrei — ri penso ai mostri dell'irraziona lismo e della violenza antisc mita che cinque secoli dopo hanno insanguinato la Polonia e che incombono ancora sull'umanità. Mi torna in mente Primo Lesi, i cui versi aprono il pa diglionc italiano di Au schwitz: -In una notte come questa un poeta I tende l'are per cercart una parola I che racchiuda la forza del tifone ed i legretl del sangue e i seme». Giovanni Spadolini