«Non andavamo a casa nemmeno per Natale»

«Non andavamo a casa nemmeno per Natale» «Non andavamo a casa nemmeno per Natale» Scrive 11 giornalista del Corriere della Sera Renzo Segala, nel -Collegio sul Po-, edito dalla Oarzantl nel '36 con la prefazione di Guido Plovene: •Nel'.a mente dei convittori ogni episodio ne richiama un offro fino a ritrovare intatta quelItmmcgine dell'adolescenza che I muri del collegio come specchi fedelmente riflettono-. E aggiunge l'ing. Fedele Carello, classe 1908. -carlalbertlno- dal 1914 al 1826. -Quando ritorno a Moncalieri la noìlalgia degli amici e degli insegnanti mi stringe it cuore anche se il giorno della maturità lasciai il collegio giurando di non ritornarci mai più Avevo sofferto troppo, dentro me cera un grande desideno di libertà e tanta voglia di riscattare gli anni perdutiBono stati anni duri per 11 nipote del fondatore della .Carello». Inquieti, di pesante coercizione mitigali soliamo dall'affiatamento e dalla solidarietà fra i compagni di corso, dalla certezza che un giorno tutto sarebbe finito per sempre. Per lui gli anni sono stali 12. alternati da permessi trimestrali (dalle 8 alle 20). - unirne occasioni per stare con I genitori che non vedevamo neppure a Natale-. Spiega -Afa io ero un fortunato il principe Guasco Gallante di Buio a casa non é andato per 7 anni Si studiava sempre, c'erano poche pause per il divertimento e ("unica notifd dell'anno era il trasferimento, in estate, al contentino di Noli o al castello di Montaldo. Ma anche in villeggiatura si passava il tempo sui libri, a sognare il giorno in cui avremmo lasciato Moncalieri-. La vita nel collegio era slmile a quella di una caserma (•ognt mancanza veniva punita a pane e acqua e con la camera di rigore fino a tre oiomi-i. scandita dal tocco della campanella e con la regola del silenzio: -Si parlava sotforoce.. Sveglia alle 5.30 (6 d'Inverno), studio, messa, colazione e 15' di ricreazione. Dalle 8.30 alle 12.30 scuola, poi pausa per il pranzo, un'altra breve ricreazione, studio In camerata e di nuovo sui banchi fino 16 La passeggiala nel giardini di un'ora interrompeva le lezioni che nprendevano alle 18 e proseguivano fino alle 20. Cena alle 20.30 e mezz'ora dopo lutti chiusi nelle camere. Alle 21 11 -prefetto di camerata, spegneva le luci -perché era obbligatorio dormire-. Vuole precisare l'ing. Fedele Carello: .Afanoarano i termosifoni. u'IntTmo neffa mia camere/fa qualche volta l'acqua della bacinella ghiacciava- Per spiegare come, -nonostante le lacrime e i lunghi anni di segregazione-, sia vivo l'attaccamento al .Real Collegiol'ex convittore cita un altro passo del libro di Segala: -L'affetto t una regola alla quale nessuno sfugge, neppure quelli che considerano quegli anni come una insopportabile catti vita. Senti il bisogno di rivedere tutto senza ordine e senso mèta, guidato soltanto dall'estro dei ricordi, quei ricordi che per la loro natura sono essenzialmente conservatori-.

Persone citate: Buio, Carello, Fedele Carello, Guasco Gallante, Guido Plovene, Montaldo, Renzo Segala, Segala

Luoghi citati: Moncalieri, Noli