Hrabal: «Io, scrittore e distruttore di libri »

Hrabal: «Io, scrittore e distruttore di libri » INTERVISTA A MILANO CON L'AUTORE CECO CHE PUBBLICA DUE ROMANZI IN ITALIA Hrabal: «Io, scrittore e distruttore di libri » MILANO — Incontro Bohumil Hrabal a Milano, dove ha ,.r\ -Tritali) a giornalisti e lettori Una solitudine troppo rumorosa, il romanzo appena uscito da Einaudi (mentre una decina di giorni fa la E O ha pubblicato un altro suo romanzo. La tonsura). Nonostante la fatica del viaggio (e 1 suoi 73 anni) Hrabal accetta di buon grado l'Intervista. Con lucida e Intelligente grazia espone le sue idee sulla letteratura. Idee con cui si riconferma un originalissimo e forse l'ultimo erede della tradizione surrealista. Il racconto procede dal materiale della vita per proiettarsi perù fulmineamente in uno spazio dominato da leggi inesorabili die segmentano il reale, lo smontano, lo ricompongono in disegni sghembi e paradossali, che tengono insieme dell'Incubo e dell'apologo straniarne. Cosi avviene anche nella Solitudine troppo rumorosa, lì libro che Hrabal più ama e forse il suo piU bello, quello su cui inevitabilmente cade la nostra conversazione (cui partecipa, apportando un aiuto prezioso. Sergio Corduas, 11 vale ite boemista che ha curato il libro). La Solitudine e la storia di un uomo che per trenta- cinque anni ha lavorato al macero di opere d'arte al bando, pressandole in parallelepipedi di carta in ognuno dei quali ha impresso, come estremi messaggi nel nulla, pagine e frammenti di Erasmo e Ooelhe. Hegel e Nietzsche... Non è giusto rivelare U finale di questo poetico e crudele racconto: vale perù la pena di ricordare che Hrabal. scrittore per lunghissimo tempo In disgrazia nel suo paese, la Cecoslovacchia, ha lavorato anche come custode di una casa editrice, avviando al macero copie di libri all'indice. Come quelli da lui stesso scritti. Destino tutto boemo, destino «kafkiano., destino che Hrabal ha saputo trasfigurare In un'opera ricca di umori visionari e grotteschi, beffardo negativo della realtà. — Lei ha svolto •mille mestieri, per sopravvivere. Più che questo, vorrei sapere che cosa, nella sua vita, non ha fatto. .Non ho scritto il Libro, il libro in cui ci sia tutto, il libro totale e al suo stato ideale che Ladtslav Kltma sognava, il romanzo (o combinatone di vari modi espressivi) in cui confluissero l'esperienza della persona e quella del- l'ambiente da cui provengo e senza il quale non avrei potuto scrivere'. — Come ha conciliato i suol anomali «Impegni- e l'attività di scrittore? .La scrittura l'ho coltivata in proprio, soltanto per me Nutrivo un profondo amore per Schopenhauer. La scrittura i stata per me una sorta di infinito appunto o nota in margine — veri e propri marginali — all'esperienza vissuta, alla gente incontrata, alle cose viste. Nella vita ho attraversato situazioni da cui probabilmente altri sarebbero usciti malconci, certo sconcertati e privi di speranza. Ho cominciato a scrivere — per me e per I miei amici — queste mie riflessioni marginali, reportages e appunti del pensiero che si sono diffusi attraverso il Samizdat e solo dopo hanno trovato, in tempi e con modalità diverse, un punto d'incontro con l'editoria. Comunque, se avessi potuto scegliere, avrei scelto la vita e non la scrittura. Prtmum. per me. est vivere, e solo dopo itene il "filosofare"'. — Conosciamo 1 suoi amori letterari 1 suol maestri: Masè k. Kafka. Werner. Kllma. Demi. Celine. Joyce... Ma la sua Solitudine, la storia di questo professionista della distruzione rhe vive in un terribile luogo sottoterra, non e anche un implicito omaggio al Dostoevskij delle memorie del sottosuolo? •Se c't, non era premeditato. E comunque affinità, somiglianze e riverberi, in quanto io senio, nascono solo a posteriori. Nel caso di Dostoevskij, se ci sono coincidenze, vanno forse attribuite all'amore che anch'io nutro per 1 francesi. Comunque preferisco Cechov. e per restare nel campo della letteratura francese, prediligo Baudelaire. Rimbaud. i surrealisti. Non parto mai dall'allegoria o dal simbolo: anch'essi sono prodotti secondari del processo della scrittura. Un processo che nella sua fase finale vede esplodere quanto si è andato accumulando nel pensiero e nell'esperienza. Ed e un'esplosione per molti versi incontrollabile e comunque non premeditabile. L'unico controllo che posso esercitare nei confronti di quanto ho scritto, o meglio l'unico criterio che ho per misure re li validità Ci u/i testo da me scritto, è la paura che esso mi incute Temere le pagine da me riempite: quando questo succede è il segno — l'unico — che forse sono riuscito a scrivere qualcosa — E' forse la Solitudine il testo che lei più teme? • No. E'stato Inserzione per una casa in cui non vogUo più abitare*. — La nostra Immagine della letteratura ceca e ormai per convinzione fissata a due poli simbolici che apparentemente si escludono a vicenda: Hasck e Kafka. Esistono spazi intermedi in cui oggi uno scrittore boemo può lavorare? • E' proprio in questo spazio che io lavoro, opero Anche se può apparire immodesto, mi ritengo il combinatore (poc'anzi Hrabal si era lanciato nell'elogio del bricolage, del collage, delle tecniche del decoupage apprese nel cinema) dei due sfili ereditati dai due maestri: il 'Calore" di Hasck e il gelo metafisico di Kafka. E' un'operazione combinatoria, o torse di sintesi, che comunque attiene anche la ritmica dei luoghi di fatto attraverso costantemente te stesse strade, gli stessi luoghi da loro costantemente attraversati'. — Ai suol personaggi sembra negala ogni dimensione metafisica. Sembrano schiacciati e ridotti a pure funzioni corporali: mangiare, bere, camminare, ecc.. fino alle più disgustose e «brutte-. Come riesce a distillare poesia dall'orrore? • Prendiamo Hanta. il protagonista della Solitudine Vive nel fondo, m una sorta di cloaca, ma guarda verso l'alto. Anche se vive nella sporriria ha una sua pulizia anche se vive nella degradazione, ha una sua purezza Pensi alle suore che lavano i maiali, alle madri che cambiano i pannolini ai loro figli: mentre si occupano di cose "sporche" sono mosse da pensieri e intenzioni elevati Il sudicio lavoro di cui si occupa Hanta non gli impedisce di riflettere sul bello, sia esso nelle pagine di Hòlderlxn. o di Goethe a di Novalis '. — Ci sono dei llbn che lei. come Hanta. manderebbe al macero? .Miei? NO'. — Non parlavo dei suoi libri. In generale. • Ivo Mi e accaduto di avere una libreria troppo piena e una stufa troppo vuota. Ma il mio impulso distruttivo si an-estaia quando aprivo le ante della libreria. Perché non esistono libri inutili, né libri dannosi Anche una certa letteratura politica ha i suoi lettori. La sua raison d'etre.. Serena VU&Ie

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Milano