Gli scoop che fan bene a Waldheim di Paolo Mieli

Gli scoop che fan bene a Waldheim Che senso ha riesumare come nuove sempre le stesse accuse? Gli scoop che fan bene a Waldheim Siamo affa stretta finale. Secondo indiscrezioni raccolte dal Daily Telegraph in •autorevolissimi ambientia Vienna, Kurt Waldheim sarà costretto a dimettersi già all'inizio del prossimo anno, cioè tra poche settimane. Il primo cittadino austriaco, accusato dal Congresso mondiale ebraico d'essersi reso responsabile di alcuni crimini nariiff perpefrafi nei Balcani in tempo di guerra, è sempre più sulla difensiva. Nella sua ultima intervista al Kurler ha cercato ancora una volta di contestare gli addebiti che continuano ad essergli mossi da numerosi storici, ma è apparso sfiancato, sempre meno sicuro di sé e poco convincente. Insomma: i, o almeno sembra essere, a un passo dalla resa. Per parte nostra, siamo dell'opinione che. quando lascerà la presidenza della Repubblica, sarà chiaro a tutti come questo sia l'unico servizio che Waldheim può rendere al proprio Paese. E probabilmente anche a se stesso. Ciò detto bisogna però aggiungere che alcune recenti iniriaffre. spfeoabifi solo come dettate dall'assillo di dare a Waldheim la spallata decisiva, appaiono assai discutibili. In particolare la ripubblicazione di documenti già noti, vagliati, discussi che vengono presentati come se fossero stati scoperti adesso e come se dovessero esser tenuti nel conto di importanti novità E' quel che han fatto domenica scorsa il Sunday Express, ieri mattina ff quofidiano del pei l'Unita ed é quel che si accinge a fare il mensile H istoria Il settimanale inglese ha ripescato dai propri architi Pultranota accusa a Waldheim d'aver preso parte a rappresaglie contro la popolazione jugoslava e d'aver destinato a morte sicura prigionieri di guerra britannici II giornale comunista e la rivista storica pubblicano fnrece con grande enfasi te. a detta deliviv.'. a. -per la prima volta in Italia-/ un documento del quale negli ultimi due anni s'è parlato un'infinità di volte, anche su quotidiani e settimanali del nostro Paese Si tratta del riscontro /datato 22 settembre 1943) di una telefonata tra Waldheim e il tenente Frey del gruppo d'armata -Grecia del Sud- in cui si descrisse in dettaglio la deportazione ad Atene di circa ventisettemila soldati italiani che sarebbero stati poi inviali in campi dell'Europa orientale. Per dire quanto fosse noto quel testo basterà ricordare che già nell'ottobre 19S6U deputato inglese Robert Rhodes-James lo contestò pubblicamente a Waldheim, e quest'ultimo rispose con una lettera datata 31 ottobre 1986 accompagnata da un memorandum (ambedue ampiamente pubblicizzati) in cui non negava l'autenticità del documento ma sosteneva che quei soldati italiani da Atene erano stati -tutti avviati alle loro case, cioè alla libertaParole che nor riuscirono a convincere e diedero il la ad un ulteriore dibattito del quale il 27 luglio scorso Furio Colombo ha esaurientemente scritto su La Stampa Inutile qui tornare su quella discussione E' il caso invece di domandarci se è moralmente apprezzabile e se giova alla causa di chi si propone il disarcionamento di Waldheim far -rivivere- ogni tre o quattro mesi quelle stesse carte'già esibite in passato O se invece questa ciclica riesumazione non produca l'effetto opposto: quello di indurre Waldheim a resistere facendo sentire lui e i suoi sostenitori al centro di una macchinazione ordita al riparo da qualsiasi scrupolo. Siamo portati a ritenere che la periodica ricomparsa sui giornali di questi documenti possa esser dovuta anche a distrazione degli autori di tali scoop e di chi li mette in pagina. Afa. in vicende tanto delicate, questa non è una scusante. Paolo Mieli

Luoghi citati: Atene, Grecia, Italia, Vienna