La pentola dell'Est di Aldo Rizzo

La pentola dell'Est La pentola dell'Est La sconfitta di .'. uzclski nel referendum polacco è una novità clamorosa, sullo sfondo già inquieto e potenzialmente esplosivo dell'Est europeo. Rompendo all'ultimo momento la diffidente neutralità della Chiesa, il cardinale Glemp aveva ammesso che <-una riformi imperfetta i preferibili- al caos*. Si pensava che. insieme con la martellante propaganda del regime, le parole di Cilcmp avrebbero indotto la maggioranza dei polacchi a dire di si a Jaruzelski. Invece, il colpo di scena, che premia piuttosto la gelida opposizione di tSolidarnosc •>. Intanto questo dimostra che il referendum non era una farsa Certo, esso offriva ai polacchi una scelta comunque assai scomoda tra una cura drastica del dissesto economico e un'altra più diluita nel tempo, ma verosimilmente meno efficace. Quanto al compenso politico all'austerità economica, una relativa e graduale liberalizzazione del sistema, si trattava soltanto di una promessa. Ma era pur sempre una consultazione, se si vuole un sondaggio, degli umori popolari, con la possibilità di dire no al generale-presidente. Una possibilità che si e avverata. L'uso del referendum e del lutto inconsueto nelle cosiddette democrazie popolari. Certo, esso rientra nella logica della «democrazia diretta», alla quale Icoricamentc s'ispirano i regimi marxisti, con i loro ricorrenti riti plebiscitari. Ma II novità, in Polonia, e che si e votato in condizioni almeno relative, di libertà. E i polacchi ne hanno approfittato. Ora i problemi davanti a Jaruzelski sono drammatici. Colpito duramente, almeno nell'immagine, egli deve comunque venire a capo della disastrosa situazione economica, frutto di un sistema improduttivo e asfittico, e deve ugualmente tenere fede alla promessa politica. Deve fare tutto questo per non deludere coloro che, di buona o cattiva soglia, gli hanno dello di si. e per non esasperare i più che, col voto contrario o con l'astensione, gli hanno detto di no. Jaruzelski ha un alleato potente. Mikhail Ciorbaciov. Per la prima volta dai tempi (peraltro molto confusi) di Nikita Krusciov, l'impulso riformatore viene dalla capitale dell'impero, o vi trova un fondamentale avallo Tuttavia ciò presenta, contemporaneamente, occasioni e pencoli Infatti, appena la stretta si allenta, o c'e addirittura un barlume di democrazia, irrompe il dissenso fin qui represso. Ora. se Jaruzelski fallisce ne! controllo di una certa evoluzione polacca, se le tensioni interne lo sopravanzano, destabilizzando il quadro complessivo, può essere grave il contraccolpo in Polonia e nella stessa Urss, ai danni di Ciorbaciov. o di quella che e stata finora la sua politica. Un dramma ad ampio raggio. Che non si avverte solo in Polonia, ma anche in Ungheria, e in circostanze diverse un po' in lutti i regimi dell'Est, compresi quelli più resistenti al nuovo verno di Mosca. Tutta l'Europa uncinale e diventata un'immensa pentola in ebollizione, per il cumularsi delle difficoltà economiche (che la •percstrojka» può affrontare solo al prezzo immediato di nuovi sacrifici) e delle apnsang aspirazioni politiche, che possono diventare incontenibili, nel momento in cui si sentono in qualche modo avallale dal cambiamento ncll'Urss. Molli problemi, in conseguenza, anche per noi occidentali, che saremo chiamati in causa un po' da lutti: dai governi dell'Est, per aiulaMi nello sforzo di risanamento economico; da opinioni pubbliche inquiete o disperale, per essere sostenute nella loro lotta per la libertà; e dalla stessa Unione Sovietica, che ci chiede duttilità nei negoziati politicostrategici, per un'evoluzione •nella stabilità». Anche le nostre risposte sono lutt'allro che facili, dovendo pensare anche aitinosi re economie c alla nostra sicurezza. Bisogna cercarle con molta serietà, sapendo che stiamo entrando in una fase delicatissima della stona europea Aldo Rizzo

Persone citate: Glemp, Jaruzelski, Mikhail Ciorbaciov, Nikita Krusciov

Luoghi citati: Cilcmp, Europa, Mosca, Polonia, Ungheria, Unione Sovietica, Urss