Allimandi futurista ma con sex-appeal

Allìmandì futurista ma con sex-appeal Allìmandì futurista ma con sex-appeal IL titolo è suggestivo, «Dal Fatalismo all'Art Fantastique», e indica un'antologica con una cinquantina di opere, fra oli, chine e pastelli di Enrico Allimandi, in corso alla galleria Narciso. Si va dagli oli del 1930 ai pastelli su cartoncino degli Anni 70 e primi Anni 80. Sono esposte opere del periodo futurista e quelle, più recenti, dell'arte fantastica. Mancano i lavori del periodo più naturalista, dal 1932 al 1950. I nudi femminili del 1930 e '31 di stile futurista, suggeriscono le forme più che rappresentarle. Non per nulla, Allimandi amava intitolare quelle opere «Sensazioni di nudo» o, addirittura, •Paesaggio femminile». In un quadro del 1930 conservato alla Galleria d'Arte Moderna di Torino, «Sensazioni di spiaggia», che però non è in mostra, ma citato da Marzio Pinottini nell'introduzione al piccolo catalogo, è particolarmente chiara la fusione tra corpo umano e paesaggio attuata dall'Allimandi futurista. Alla galleria Weber lungo e stretta che si ripete in grande, prendendo tutto lo spazio del bellissimo quadro seguente, intitolato «Fiori rossi». «29-9-1955, ore 0,30 circa» è il titolo del numero 7: un modo originale di rappresentare il giorno, il mese, l'anno e l'ora di nascita dell'artista; 11 luogo è Domodossola, dove Marco Vinicio vive e lavora. Per andare nella sala seguente, sulla sinistra incontriamo il «Tavolino in tempesta». Marco Vinicio dice di essersi ispirato al finale del film «Solaris» di Tarkowskij. Infine due piccoli quadri ed uno grande: «L'attesa», che ci appare di fronte, sulla grande parete bianca, n tema è sempre lo stesso: barca e mare, ma qui la barca è molto grande, accoglie un uomo, seduto di schiena, immobile e curvo che guarda l'orizzonte. Alanda Debenedetti Marco Vinicio, Galleria Weber (via S. Francesco da Paola 4) fino al 12 novembre, orario 10-123 e 16-19,30, chioso lunedi e festivi. Nei saloni della galleria, le cui finestre si affacciano sui giradini di Piazza Carlo Felice, risaltano le opere di questo inquieto e un po' decadente periodo futurista, gli anni eroici della collaborazione con Filila, Diulgheroff, Mino Rosso, Orfani, Pozzo e Costa. Ma Allimandi, dividendosi tra Torino e Parigi, non fu estraneo al clima di Montparnasse e alla vena espressionistica di un artista quale Vlaminck. Oli oli degli Anni 50 e 60 coi loro personaggi immobili, i manichini, le statue tronche e a mezzo busto, hanno una atmosfera metafisica, con suggestioni magiche, a volte paurose. I due scorci di Torino, del 1950, che si vedono in mostra, hanno punti di somiglianza con le opere di Italo Cremona. Tenere bambine, assopite o in docile attesa, uniscono un'ingenua esuberanza di adolescenti con quel po' di lascivia che a me rammenta le giovinette dipinte da Balthus. Sono «Desideri inespressi» (1965) oppure, un'«Adolescente assopita», ma il clima delle Man» Vinicio, «Arca in secca»

Luoghi citati: Domodossola, Parigi, Torino