Confalone, cos'è una mamma di Osvaldo Guerrieri
Confatone, cos'è una mamma Confatone, cos'è una mamma NON rimpiangeremo mai abbastanza Annibale Ruccello. L'attore-registaautore, scomparso prematuramente l'anno scorso, si rivela uno dei più acuti, acuminati, incisivi autori della Napoli post-eduardiana. Il teatro di Ruccello è un teatro al femminile, ma con una particolarità: parla delle donne per alludere a una realtà ben più vasta e complessa: la violenza urbana, il cinismo dei rapporti umani, la dispersione dei sentimenti. La donna, in sostanza, è un mascheramento, una finzione fisica e psicologica. Lo si vede in spettacoli come Rose rosse per Jennifer e, soprattutto, in quel piccolo capolavoro che è Ferdinando, dove tutta l'azione scenica è dominata e condizionata da una debordante tutrice n Groppo della Rocca ha inserito nel proprio cartellone Mamma (in scena all'Adua da martedi 10 a domenica 15), un copione del 1986 che Ruccello riuscì a interpretare fuggevolmente lui stesso. In questo caso, l'autore esplorava le mutevoli facce del matriarcato, ora delirante, ora giovanilistico, ora fotoromanzato: quattro personaggi che concorrono verso un unico camuffamento, il mammismo incombente, deviante, dilagante. n primo episodio s'intitola Le fiabe: c'è la reinvenzione in chiave horror di racconti per l'infanzia, come la Cenerentola alle prese con un principe-serpente, o come la terribile donna che uccide la propria vicina pur di sostituirsi a lei nella cura di due bambine. Prime • Duetto da testi di Arrabal, compagnia Gente di Teatro, regia di Raul Manso, con Giorgio Branca e Michela Nider. Venerdì 6 ore 21,30, Teatro Abasto (via Magenta 59/A); repliche fino all'8. Due personaggi alla ricerca di un rapporto intimo e privato tra l'uomo e il divino. Tratta il problema della conversione come bisogno di farsi perdonare una mancanza commessa senza cattiveria. • Metti un giorno che Majakov&kij, autore-regista e interprete Pier Giuseppe Corrado, compagnia Nuovo Repertorio, con Nono Salomone. Venerdì 6 ore 21, Teatro Club (via Bogino 9); repliche fino all'8. Storia del poeta russo rivissuta attraverso versi giovanili e della maturità, poesie e canzoni della tradizione popolare del cantastorie. Nuova edizione già proposta nel maggio scorso. • Americhe di Nino D'Introna, Giacomo Ravicchio, Luca Valentino, compagnia Teatro dell'Angolo, con Nino D'Introna, Giovanna Pacclolo, Giacomo Ravicchio, Giovanni Moretti. Sabato 7 ore 21, apre la stagione del Teatro Araldo/Spazio Giovani (via Chiomonte 3/A). Repliche fino al 28. Tema del viaggio e del difficile incontro fra culture diverse. Quattro i protagonisti che si muovono guidati dal desiderio dell'ignoto: quattro generazioni, altrettanti linguaggi a confronto. • Bertolt Brecht e la donna di e con Raffaella De Vita, regia di Giulio Graglia, alle tastiere Aldo Rindone. Lunedi 9 ore 21, Teatro Massaia Borghiere (via Cardinal Massaia 104); repliche fino al 28. Monologo intercalato da canzoni sulla tematica femminile nell'opera di Brecht. In scena la donna, pronta ad affrontare, a viso aperto le contraddizioni del proprio tempo. • Le donne saccenti di Molière . (traduzione di Luigi Lunari), regia di Lamberto Piaggelli, con Ernesto Calindri, Olga Villi, Miriam erotti, Gianni Musy. Martedì 10 ore 21, Teatro Carignano: repliche fino al 15. Ritratto analitico di un mondo artificiale in cui il rispetto In Carmela siamo in un clima da Annunciazione urbana, con Nazareth che si è trasferita in una clinica di Nola; qui una donna invoca inni sacri e, al tempo stesso, subisce il bombardamento dei «media», per cui «Ava Maria» diventa una nuova marca di detersivo, il primario prende le sembianze di Rossano Brezzi. n terzo pezzo, limai di denti, è un tragico quadro di vita napoletana: c'è una donna querula che minacciando la «mammana», e cioè un aborto alla figlia incinta, la induce al suicidio. Mamma si conclude con La telefonata, dove si vede una madre superprolifica, agghindata come una teenager, che, parlando al telefono di una ricetta, straparla di Celentano, di computer, di salutismo. Questi quattro pezzi trovavano una sottile interpretazione nelle grandi capacità mimetiche di Ruccello. Ora il copione è affidato a uno dei volti nuovi della Napoli teatrale, a Marina Gonfalone, che, con la sua figura allampanata e spigolosa, con la mutevole espressività del volto, è forse l'attrice più adatta ad interpretare il mondo crudele di Ruccello. Parallelamente a tanto cinema e a tanta tv, la Confatone ha svolto con coerenza uh preciso discorso teatrale, incentrato sulla nuova drammaturgia partenopea (Santanelli è stato uno dei suoi autori privilegiati) che rischia di tornare a quella preminenza occupata in altre, fertilissime stagioni, Osvaldo Guerrieri Marina Gonfalone
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