Settimanale dei viaggi e della buona tavola

Settimanale dei viaggi e della buona tavola Settimanale dei viaggi e della buona tavola ■La suggestione primitiva del paesaggio nordico si ferma alle porte di una città elegante e moderna che non ha perduto la dimensione umana DA brava «figlia del Baltico» — come la ricordano le vecchie guide — Helsinki ha più barche che automobili. Sono oltre centomila, dall'utilitaria del mare allo yacht più lussuoso, e le vere code — nei weekend estivi — si fanno per guadagnare un attracco. Di questo vizio nazionale (l'unico, sauna a parte) gli abitanti vanno particolarmente fieri, tanto da contagiare 11 turista con escursioni organizzate un po' in tutto il Golfo. Ma una terra fatta d'acqua come la Finlandia offre anche, per quasi sei mesi l'anno, un'acqua fatta terra, anzi ghiaccio. Gelano i laghi grandi e piccoli, sul cui numero esatto mai nessuno ha trovato un accordo (da 30 a 150 mila, per citare i due estremi), gela 11 mare, l'unico al mondo cosi dolce da ospitare pesci fluviali. E le auto si prendono una piccola vendetta: non è raro, in pieno inverno, che si avventurino sulla patina gelata del Baltico per raggiungere qualche isola, talvolta imitate dai pullman. Con tempo e denaro (ma non troppo) vale dunque la pena giungerci in nave, a {Helsinki. Lo si. può fare da., Copenhagen (22 ore), Travemunde (nello Schleswig Holstein, 21 W). Stoccolma (9 Vi) o, volendo, Danzica. I rompighiaccio tengono aperta la rotta, slalomando tra isolette e insenature, quelle stesse che fecero innamorare Madame de Stali e Vittorio Alfieri. Affac¬ Bobrìkov, fanatico panslavista, può farlo senza ricorrere a troppa fantasia: da allora nulla è mutato In questo angolo di Helsinki. Non cosi la città intorno, a partire dalla splendida Esplanade ove si affacciano le migliori boutique e un ristorante russo, l'Alexander Nevski, che vale la pena non perdere malgrado 11 conto da ottanta-centomila lire. Neoclassicismo e Jugendstil si alternano con qualche intervento moderno che sulla Mannerhelmlntle — il grande boulevard dedicato al maresciallo che salvò 11 Paese dall'occupazione sovietica — si fa più ampio. Ecco il Kansalllsaiuseo (arte, etnografia), In fase di restauro e purtroppo ancora inagibile per qualche mese, la stazione ferroviaria opera di Elie Saarinen, il Palazzo Finlandia, capolavoro di Aalto. ciandosi in coperta si può vedere qualche fondista, ma più spesso gli Ice-surf, tavole a vela montate sui pattini. Acquea è anche la via che unisce Helsinki a Tallio, 11 capoluogo estone quasi inespugnabile per i turisti occidentali salvo, appunto, giungervi dalla Finlandia. L'escursione giornaliera (senza visto) viene a costare appena 350 marchi, centomila lire. Il traghetto Impiega qualche ora oltre 11 dovuto per vincere le 50 miglia che separano i due centri: per favorire., dicono i maligni, il consumo di vodka russa nel duty iree interno. Vedere Tal Un insegna a capire Helsinki. Entrambe, come San Pietroburgo, portano la firma dell'architetto prussiano Engel. Ma la capitale -suomi. è senz'altro la meglio conservata (oltre, forse, ad offrire le migliori innovazioni urbanistiche): malgrado la Finlandia sia riuscita a combattere tre guerre mentre tutta l'Europa ne affrontava una sola, l'ultima, Helsinki non ha subito bombardamenti o devastanti occupazioni. Una visita può quindi iniziarsi proprio dalla Senaatintori o piazza del Senato. Vi si affaccia la Tuomiofelrkko, cattedrale nata ortodossa quando 11 Paese era un granducato zarista, ma oggi luterana, il palazzo del governo, la biblioteca universitaria. Al centro, una statua dedicata ad Alessandro II. Chi voglia immaginarsi sulle scalinate l'assassinio (1904) del governatore ci mano, quindi giunse Aalto. Il suo progetto di restyling data 1964, ma non venne applicato. Tre giovani architetti (Jan Soderlund, limo Valjakka e Karl Mokkala) hanno vinto l'ultimo concorso. Il «nuovo» può finalmente uscire dalla sua incubazione cinquantennale: vedremo nei prossimi mesi come il trio saprà far dialogare la natura, stupenda, della baia, con strade o Insediamenti urbani Dieci minuti a piedi — tra palazzi che recano volentieri per ornamento teste d'animali, mitici e no, tratti dal «Kalevala», poema nazionale finlandese — e si arriva sull'altro versante, quello Ovest, della penisola, affossato nel verde. Sorge qui il parco Sibelius, con la «foresta d'acciaio», monumento che 1 finlandesi, attraverso una sottoscrizione pubblica, vollero dedicare al loro grande compositore per rappresentarne la musica, anziché il volto. Per riguadagnare 11 centro, anziché in autobus, si può costeggiare il Parco degli eroi, traversando, magari, i due cimiteri (luterano ed ortodosso), allineati lungo 11 Mikelinkatu. E' qui che si trovano 1 più begli scoiattoli di Helsinki, pronti a mangiare qualche briciola nelle vòstre mani: Non lontana, la Tempeliauklonkirkko, una chiesa realizzata nel '69 dal fratelli Suomalalnen. E' circolare, ha una grande cupola e pareti in roccia viva — quel graniti sul quali, curiosamente, poggia l'Intera Fin¬ L'albergo di Malaparte Inoltre, l'Hotel Torni, unico grattacielo o quasi d'una citta misurata sull'uomo: vi soggiornò Curzio Malaparte che dedica a Helsinki belle pagine In «Kaputt». Ma è l'area vicina, aperta sulla Tooloniahti —'una grande baia — a costituire il più appassionante enigma urbanistico di una citta che vive sulle forme architettoniche. Ospita qualche fabbrica, un angolo di stazione, case popolari, docks. Già Saarinen, nel '24, provò a metter-