In un diario inedito retroscena degli incontri fra Hitler e Mussolini di Giuseppe Mayda

Le memorie di Fey von Hassell, figlia dell'ambasciatore tedesco che partecipò all'attentato con von Stauf f enberg Le memorie di Fey von Hassell, figlia dell'ambasciatore tedesco che partecipò all'attentato con von Stauf f enberg In un diario inedito retroscena degli incontri fra Hitler e Mussolini Tirpitz, pubblica anche lei un diario (.Storio incrediMte», Morcelliana, pagine 192, lire 20 mila) che, ripercorrendo le sue tormentose vicende di «perseguitata speciale, della Destato, completa in un certo senso quello paterno: tra storia, autobiografia e cronaca familiare vi trovano infatti eco le prime insofferenze di von Hassell all'espansionismo armato nazista, la condanna della politica estera di Ribbentrop, le lucide previsioni della catastrofe e, anche, l'amara ammissione del fallimento del suo più ambizioso progetto diplomatico, quello di riunire Germania, Italia, Gran Bretagna e Francia in un patto che evitasse la bufera già incombente sull'Europa. L'altro grande motivo di h von Hassell stretto ad abbandonare la diplomazia anche per le oscure trame di Ciano —.s'era andato accostando al movimento segreto di resistenza scegliendo quella strada che lo avrebbe condotto all'orribile supplizio di Ploetzensee. Ora la figlia di von Hassell, Fey, nata nel 1918 e nipote del Grand'Ammiraglio interesse di questo diario — che, come nota Gabriele De Rosa nella prefazione, rappresenta un documento prezioso del dramma tedesco 1940-1945 — è racchiuso nella testimonianza diretta sugli spietati delitti del nazismo morente. All'indomani della bomba di Stauf f enberg, anche Fey von Hassell — benché moglie di un ufficiale italiano, Detalmo Plrzlo-Biroli, figlio e nipote di generali — venne travolta dall'ondata di vendette scatenate da Hitler per annientare gli attentati del 20 luglio '44 «con i loro rami e le loro radici: In base a una feroce legge medioevale riesumata dal Fuehrer, quella della «SippenhafU, l'arresto per responsabilità familiare, le SS catturarono Fey nella sua villa di Brazza, presso Udi¬ ne, le portarono via i due bimbi di pochi anni e la rinchiusero prima nel campi di concentramento di Reinerz e Stutthof, poi in quelli di Buchenwald e di Dachau assieme ai parenti di altri uomini che avevano complottato per uccidere Hitler: dieci membri della famiglia Stauffenberg e otto di quella di Goerdeler; sorelle, figli e nipoti di Olsevius, di von Hammersteln, di Thyssen, di Hoepner, di Bonhoeffer (e incontrò anche Filippo d'Assia ancora ignaro che sua moglie, Mafalda di Savoia, era morta a Buchenwald). Quel calvario sotto la minaccia dell'uccisione o della .morte per i bombardamenti aerei, in mezzo alla cieca crudeltà del carcerieri, negli orrori del Lager, lottando soprattutto — come emerge cosi nettamente dal diario — per non affondare moralmente e spiritualmente, durò oltre la fine della guerra. Tornata libera nel maggio '45 dall'ultima prigionia, Fey ritrovò subito il marito ma non 1 due figli, e vani furono i primi mesi di ricerche in Austria e in Germania: le SS, come seppe poi, li avevano internati in un alberghetti della «Jugendamt» nel dintorni di Innsbruck sotto i falsi nomi di «fratelli Vorhof» con una trentina di altre piccole vittime dell'Iniquo principio della «SippenhafU. Solo nel settembre'45 il lungo incubo fu dissolto da un telegramma da Monaco: la vecchia bisnonna Tirpitz aveva ritrovato i bimbi e l'incredibile storia di una «prigioniera speciale, delle SS era finita. Giuseppe Mayda

Luoghi citati: Austria, Buchenwald, Europa, Francia, Germania, Gran Bretagna, Innsbruck, Italia, Monaco