E dal pianoforte del passato ecco il vero ragtime

Le vicende e i suoni della popolare musica nordamericana Le vicende e i suoni della popolare musica nordamericana E dal pianoforte dl pdel passato i pecco il vero ragtime sia come pianoforte vero e proprio, sia come pianola o pianoforte meccanico che diventa 11 veicolo di tradizione del ragtime verso le generazioni future. mUna canzone bianca suonata al pianoforte da un nero» è la prima definizione che ne viene data, indipendentemente dalla sua struttura. E infatti sono soprattutto neri 1 musicisti che picchiano sodo sulla tastiera nelle barrelhouses e nei saloons. costruendo lo stereotipo americano dell'entertainer maledetto che suona in maniche di camicia tra il fumo, 11 rumore, le bottiglie di birra che scivolano veloci sul tavolo liscio E' un'immagine, però, che appartiene già al momento còrnnierciaie.a'éVja». Urne, il cui apice si verifi¬ Nuove incisioni del cantante rock Un di cake-walk, il ballo del ragtime no di un rimissaggio realizzato apposta per la nuova edizione. Già con Hot rata, invece, si sollecitano gli istinti più bassi dei curiosi: rispetto all'album pubblicato nel 1970, uno dei classici fondamentali di Zappa, ci si imbatte, infatti, in una Oumbo variatlons prolungata di sette minuti. E' quella una delle pagine più entusiasmanti dell'universo zappiano e le prestazioni magistrali di Ian Underwood al saxes e di SugarCane Harris al violino possono compensare l'attesa, anche se il delirio visionario di quel brano non viene né stravolto né rafforzato ma solo ribadito. Diverso è invece l'atteggiamento da tenere nei confronti'di TJncle Meat, doppio Lp del 1969, colonna sonora di un film fantasma di cui si promette l'imminente diffusione: rispetto all'originale viene sottolineata una sbalorditiva aggiunta di oltre quarantacinque minuti, un fantastico omaggio dispensato dal Maestro. Invece si tratta della più clamorosa bufala, un tranello da •pataccari» per stimolare pruriti e irretire gli ingenui. La sezione inedita di Uncle Meat, che ad ogni buon conto resta uno dei massimi capolavori della cultura rock, comprende un lungo, evitabilissimo sproloquio di Zappa con gli amici, suoni sbriciolati senza infamia e soprattutto senza lode e una canzone che tracima di cattivo gusto e grossolanità. Si intitola Tengo na minchia tanta, non ha nulla che fare con l'overdose di fosforo sprigionata da Onde Meat ed è stata partorita a quattro mani con l'aiuto di un giornalista musicale italiano. Cialtronate. Non viene da sorridere perché la provocazione è greve e non colpisce nessun bersaglio. Piuttosto sorge un sentimento di compassione per un eroe della nostra educazione rock impaludato con canzonette goliardiche da cui viene bandita ogni arguzia. Ma questa è la condanna di chi erige monumenti: perché Zappa, stiamo certi, e con gli scarti tolti da cassetti, continuerà imperterrito a inondarci. ca attorno al 1915 in tutta l'area centro-orientale degli Stati Uniti, soprattutto a New York e a Chicago, ed è seguito da un rapido declino. Il ragtime originarlo col suo ritmo allegro e danzante, 11 linguaggio asciutto privo di concessioni plateali e di abbandoni sentimentali, è una cosa molto seria. I singoli brani si chiamano rags. Sono costruiti su tre o quattro ritornelli aperti da un'introduzione e legati fra loro da efficaci modulazioni. B finale è generalmente tronco, un vero e proprio «alt» privo di code, la mano sinistra del pianista batte con forza i quattro tempi per misura, mentre la destra disegna e ripete la linea meMl^o.o.^tro^ucgndovi, molte-sincopi che danno ai Enzo Gentile suoni un singolare ed eccitante movimento interno; questo trasmette all'ascoltatore un senso d'instabilità, di dondolìi e di strappi continui, da cui & nome. 81 può aggiungere che la prassi esecutiva è di solito angolosa, geometrica, con un uso modesto del pedale, e che questi caratteri vengono esaltati dalla meccanicità della pianola. L'improvvisazione, presente in tutte le correnti musicali popolari afroamericane e più ancora nel jazz, non compare affatto nel ragtime. I primi rags sono mandati a memoria ed eseguiti ogni volta tali e quali; poi, quando si affermano i compositori ancor oggi ricordati come Seott Joplin, James Scott e Tom Turpln, le partiture vengono regolarmente pubblicate da editori che accordano agli autori una royalty dell'uno per cento per ogni spartito venduto, attuano uno sfruttamento sistematico e clamoroso, comunque accettato. La stampa delle musiche gratifica i compositori che in questo modo si sentono avvicinati ai grandi autori classici. Ma perché si parla del rags come di «canzoni bianche; sebbene siano In prevalenza neri tanto 1 compositori quanto gl'interpreti?. Questo è il punto più importante. La struttura dei rags è simile a quella delle marce militari del pionieri americani. E nel materiali tematici è spesso facile riconoscere 1 nuclei di polche, quadriglie, perfino di brani minori di musica classica de- ret, ossia di espressióni ••••••••••• •,• • • • «•••• •••••••••• • •••••♦»•«•••••• • • • fino un melodramma rag di Scott Joplin intitolato Treemonisha, ripreso di recente In varie versioni teatrali e discografiche) al possono ascoltare nelle esecuzioni originali, malgrado che all'epoca la tecnica fonografica sia ancora nella fase sperimentale. Questo accade perché i suoni del pianisti di ragtime, sin dalla fine del secolo scorso, vengono conservati forando i rulli dei pianoforti meccanici. I rulli poi, opportunamente ri pedalati da altri pianisti in epoca posteriore, restituiscono quei suoni che vengono registrati con metodologie sempre più sofisticate. La presenza di questi documenti, assieme a un complesso di altri fattori, minori, ha prodotto nel decennio scorso un improvviso recupero del ragtime a livello internazionale che lo ha riportato al centro della ribalta. Sebbene esistano gli spartiti, i dischi sono indispensabili. Chi legge quel pentagrammi, specialmente se non è un jazzista, può pensare che siano di esecuzione assai facile. Invece, pur se manca l'improvvisazione, suonare ragtime significa provvedere i simboli grafici di un dinamismo particolare, di colori e di pronunce che vanno oltre la scrittura, la cui assenza vanifica del tutto l'Interpretazione. bianche che gli autori-esecutori neri rielaborano interpretandole poi sempre nello stesso modo, senza variazioni. Ecco quindi che il ragtime, più che come una vera e propria corrente musicale autonoma, va definito come un assieme di moduli secondo 1 quali qualsiasi genere di musica può essere trattato. E' appena il caso di ricordare che dei caratteri del jazz tradizionale gli specialisti danno una spiegazione analoga. E infatti, il ragtime e il jazz sono talmente vicini tra loro, separati soltanto dalla prassi dell'improvvisazione e dell'orchestrazione jazzistica, che gli ascoltatori dei primi due decenni del nostro secolo nemmeno si accorgono delle differenze, e per qualche tempo chiamano •ragtime banda» le orchestre di jazz. Oggi i piccoli capolavori dei ragtlmers (ma c'è per¬ Franco Fayenz

Persone citate: Enzo Gentile, Franco Fayenz, James Scott, Joplin, Scott Joplin, Tom Turpln, Zappa

Luoghi citati: Chicago, New York, Stati Uniti