La suora e l'ingegnere costruiscono anime

«Diario a due», una felice sorpresa di Paolo Barbaro «Diario a due», una felice sorpresa di Paolo Barbaro La suora e l'ingegnere costruiscono anime PAOLO Barbaro 6 classificato come scrittore «di cose», di pietre, di edifici, di costruzioni e di costruttori, di tecnici e di tecniche: e, allora, a tale etichetta pare voglia essere fedele anche questo suo nuovo .libro. Diario a due, che si apre su una situazione, anzi su un fatto esemplarmente «tecnico», il restauro e la ristrutturazione di un antico convento a Padova, da parte di un'impresa edile di Milano che incarica del lavori un geometra di mezza età, Dario, con una solida fama di concretezza e di efficienza. Il romanzo « costruito sul doppio diario che dei lavori e dei propri pensieri, meditazioni, scoperte Interiori, progetti, crisi, tengono parallelamente Dario e suor Adriana, la superiora del convento: due lunghi monologhi che si intrecciano, si intersecano, si scontrano, senza mal coincidere, anzi mostrando ogni volta, del minimi episodi che si svolgono nel convento e fuori nella città, due facce opposte, due interpretazioni e reazioni sempre diverse e contrastanti L'occasione del doppio diario è data proprio dall'Ingresso violento nel silenzio e nella regola del convento delle macchine e del tecnici che le usano: di Dario, soprattutto, che sovrintende al lavori e, per poterli dirigere, si fa dare una cella vuota dove fare 1 suol calcoli, le sue previsioni, 1 suol progetti. Fra Dario e suor Adriana si instaura subito un rapporto singolare, che è di netta opposizione, ma anche di segreta, inquieta, tormentata collaborazione spirituale. Dario, che è di origini padovane, è indifferente alle cose della religione, cosi come suor Adriana diffida delle macchine e della tecnologia. Ma, a poco a poco, avviene, attraverso i rari incontri, le ancor più rare parole, un reciproco scambio di esperienze e di inquietudini, che esclude totalmente il sentimento o anche soltanto l'attrazione fisica (è questa una splendida caratteristica del romanzo, che lo distingue da ogni altra rappresentazione e narrazione di rapporti fra uomini e monache di cui la tradizione narrativa offre non pochi e celebri esempi). Dario parte con il progetto di abbattere tutto ciò che del convento è fatiscente e pressoché in rovina, e di rafforzare ciò che ancora sta in piedi con i mezzi tecnici più efficaci, senza curarsi di tradizioni e storia. Ma poi, visitando l'immenso edificio, interro- ' gando muri vuoti ormai, che si sfaldano al solo toccarli, sotterranei, cripte, cimiteri, celle, corridoi, tutta una costruzione che pare sul punto di sfarsi e ridursi in polve-, re, Dario viene preso a poco a poco dal dubbio che Investe sempre più a fondo la sua chiara e ordinata vita di tecnico: fino a scoprire nel fondo delle cose e di sé stesso la presenza e 11 peso della propria anima sempre più incerta e delle anime degli altri, di tutte le suore del convento del secoli passati e del presente, ma anche c*egli abitanti di quella che fu la sua città e ora è cosi rovinosamente e disperatamente mutata. A sua volta, suor Adriana, che è di origine contadina, figlia di una famiglia poverissima della- provincia veneta, fattasi suora in seguito alla morte del padre In un incidente, trova l'occasione, nell'intrusióne di Dario e delle sue macchine nel convento, per rimeditare il senso dell'essere suora, il rapporto con Dio e con gli altri uomini, con 1 doveri del presente, con 1 problemi della società che ha ormai espulso Dio e coloro che, in qualche modo, lo rappresentano. Per un istante, suor Adriana ha l'impressione che il senso della sua vocazione sia nel fare, nell'intervento nel mondo, per curarsi di chi. non ha speranza e per questo odia e cerca di ribellarsi, magari autodistruggendosi, e progetta la costruzione di un nuovo convento «aperto», per accogliervi chiunque abbia bisogno di uno spazio in cui vivere e rifugiarsi. Ma poi capisce che questa è la via che devono seguire gli uomini che vivono nel mondo, i co? 'ruttori come Dario, quelli che dominano le macchine e il denaro e se ne servono, anche per fare il bene. Lavorare nel mondo è entrare In gara con gli speculatori, quelli che hanno distrutto il suo paese, ricostruendolo con brutti edifici mo¬ Mistery di D'Agata derni, quelli che hanno addirittura cancellato la casa sua e del genitori, che girano in automobile; e una gara del genere non è fatta per chi ha scelto di servire Dio. Dario si aggira per Padova, e vede ora tutto 11 guasto della ricchezza, della speculazione, della violenza, ma crede ancora che sia possibile porvi rimedio facendo per il bene ciò che è stato fatto per 11 guadagno, finché, un giorno, non si accorge che quasi tutte le piccole chiese e gli oratori della sua città sono ormai chiusi quando non-sconsacrati, e prova allora l'angoscia della presa di coscienza della perdita di dò che per tanto tempo avevano significato per la gente comune: un rifugio nella fatica e nell'affanno quotidiano, quello di cui anch'egli ora avrebbe bisogno. Alla fine, suor Adriana sceglie di ridursi allo stato laicale e di andare ad assistere i più disgraziati, 1 più reietti fra gif uomini, quelli ricoverati nel Cottolengo, perché è certa che quello è lo spazio autentico delle suore, dove 1 laici non sono giunti ancora e forse non potranno giungere mai, e 11 è il vero servizio di Dio, senza nessuna gara col mondo. un avvincente romanzo, Ha segno del comando, che Giuseppe D'Agata ha tratto da un fortunato sceneggiato televisivo da lui scritto nel 1970. Il protagonista della vicenda, narrata, con un linguaggio incalzante ed asciutto, è Edward Forster, un professore di Cambridge giunto a Roma per tenere una conferenza su Byron. Intrappolato da una rete di coincidenze e suggestioni, si smarrisce nel labirinto di Scrittore di pietre, si, 6 Barbaro: ma, ora, di quelle pietre che secondo anche la Bibbia sono le anime. H Diario a due è li racconto di una doppia esperienza spirituale: ogni parola, nell'estrema concretezza e sobrietà di stile che sono proprie di Barbaro, è scavata con lucidità e durezza nelle ragioni di dentro, fino a toccare 11 fondo della verità, anch'essa diversa per i due Interlocutori, ma è .una diversità che, alla fine, perde importanza, significato, poiché entrambi trovano la loro via che è l'accettazione della morte al mondo. Il doppio diario di Dario e di suor Adriana si riferisce a eventi di più di dieci anni fa: e, allora, ecco la sorpresa conclusiva, l'appendice della visita al convento dell'assistente di Dario, dopo dieci anni, di colui che, unico, aveva sempre saputo del due diari e delle Inquietudini di coloro che 11 avevano scritti, fino a essere, un poco, 11 confidente di entrambi Il convento è sempre lo stesso, non restaurato; ci sono dentro nuove e più giovani suore; Dario è morto dopo una lunga malattia; suor Adriana è sempre chiusa a fare 1 servizi più umili nel Cottolengo. Rimane lui, l'assistente di allora: anch'egli mutato a fondo dall'esperienza di dieci anni prima, l'unico testimone a cui compete il dovere di ricostruire in qualche modo i due diari andati perduti. Il romanzo è, allora, anche la narrazione di una trasfor- • mazlone radicale della letteratura e della sua funzione: dalle cose all'anima. Anche per questa lezione di letteratura il romanzo di Barbaro è un'opera di altissimo valore, di quelle (davvero rarissime) che costituiscono un'esperienza di meditazione e di trasformazione anche per il lettore, via via insieme con i protagonisti. Giorgio Barberi Squarotti Paolo Barbaro, «Diario a due», Marsilio, 201 pagine, 20.000 lire. dell'occulto e delfànjafittèo. Inforno a lui $f#Ì?WK «|«» catena di morti, mentre affiora un gioco di reincarna- : eioni con un orafo del Settecento e un pittore dell'Ottocento. Sospeso tra realtà e immaginarlo, Forster viene risucchiato dal vortice degli eventi e trasforma la sua vacanza romana in un viaggio nei regni dell'incubo. Massimo Romano Giuseppe D'Agata «Il segno del comando», Rusconi, 220 pagine 20.000 lire. viuzze di una città stregata.: e nòtturna^lfa'chièse scón-3 «aerate e vecchi palazzi, sotterra lei e taverne, quadri e musiche d'organo, negromanti e fanciulle spettrali. Lo scrittore manipola con abilità l'armamentario del gotico per costruire un intrigo denso di sorprese e colpi di scena. Da via Margutta a piazza di Spagna, dal caffè Qreco al Cimitero degli Inglesi, il protagonista insegue le tracce di una misteriosa modella avvolta dalla magia

Luoghi citati: Cambridge, Milano, Padova, Roma