La corazzata dei Romanoff naviga naviga e non arriva mai di Mirella Serri

A colloquio con Nicola, pronipote dell'ultimo zar, che ha scritto e disegnato una storia ironica A colloquio con Nicola, pronipote dell'ultimo zar, che ha scritto e disegnato una storia ironica La corazzata dei Romanoff naviga naviga e non arriva mai bombardare Porto Rotondo. Incontro Nicola Romanoff nel suo appartamento al Parioli e la prima domanda che gli rivolgo è proprio questa: è vero che questa sua condizione di profugo permanente si è incarnata nella vicenda della vagante, ultracentenaria Tardona del mari, la Vice ammiraglia Popoff? • Certamente. La nave i un simbolo di tante cose per me — risponde Romanoff —. Ed anche della vicenda della mia famiglia. Io sono realmente un profugo. Sono ancora senza nazionalità. Sono nato in Francia nel 1922, quando la Francia non aveva ancora riconosciuto ufficialmente l'Unione Sovietica, per cui sono stato definito "russo in esilio". Poi la Francia ha riconosciuto l'Unione Sovietica e allora sono diventato una persona senza nazionalità. Nato in Francia, profugo russo, apolide... La corazzata tonda è immagine di una condizione di vita tutta particolare, come può essere quella di un Romanoff. E non c'è dubbio che per anni ho convissuto con questi miei disegni come se fossero dei compagni-. Come mai si è deciso a pubblicarli solo adesso? •Non ho preso nessuna decisione. E' stato Masolino d'Amico, persona a cui sono molto legato, che li ha visti per caso e che mi ha convinto. Ha insistito moltissimo e io gliene sono grato. Ma erano proprio materiali privati. Vuole sapere come è nata l'idea dell'attacco di Porto Rotondo? Mi trovava in vacanza proprio li e una notte non potevo dormire. Forse avevo mangiato troppo, o forse qualcuno mi aveva fatto uno sgarbo, o forse una bella signora non mi aveva dedicato l'attenzione che volevo. Insomma mi dicevo, bisogna distruggere alcune case di Porto Rotondo. Mi devo vendicare. E cosi è nata lidea del cannoneggiamento-. E mentre parla mi fa passare sotto gli occhi gli acquerelli della sua produzione «sommersa». Dominano le navi DI tutti 1 tipi: navi occhiute tra 1 faraglioni di Capri, navi sghembe nelle isole dell'Egeo, navi ridenti sotto il sole di Corsica. Navi di tutte le forme e di tutti gli umori e, spessa In balla di un mare procellosa carico di avvisaglie di tempesta. «Detosto te linee rette. Amo solo le curve, i cerchi. E detesto il mare piatto, liscio, calmo — sta dicendo il Principe —. Perché disegno tanti navi? Dovevo fare la carriera militare. Come si usa nella mia famiglia. E allora avevo deciso: marina militare. Alla fine degli Anni Quaranta mi dovevo iscrivere all'Accademia Navale e per fortuna, o sfortuna, sono diventato miope. Niente occhiali in Marina. E nemmeno il Re che era mio parente poteva ottenere una deroga a questo A proposito del Re: come erano 1 suoi rapporti con Casa Savoia? •Eravamo molto legati. Con la Regina c'era uno scambio molto affettuoso, parlavamo soprattutto in francese, la chiamavo Tante Hi line e la sentivo molto vicina. Con il Re i rapporti erano più difficili. Parlava poco. Solo la domenica Quando qualche volta si andava a pescare usciva dal suo riserbo e diventava ptU cordiale. Tra i ricordi che ho di loro c'è la partenza l'otto settembre da Villa Savoia. Pochi giorni prima mia nonna Militza aveva avuto una lunga telefonata con la Regina e si erano parlate in serbo. E quando usavano questa lingua voleva dire che c'erano veramente delle brutte notieie Metterà anche questa famiglia reale In qualche suo disegno? 'Chissà. Ma la Marina e la Russia sono state le mie grandi passioni. Anche se in Russia non ci sono mai stato. Piuttosto questi sono i disegni a cui mi tono dedicato negli ultimi tempi...-, e mi mostra scene di caccia nelle tenute della nobiltà romana disegnate con colori smaglianti e con il suo stile di sorridente presa In gira Dietro 1 cacciatori, alcuni del più noti tra 1 personaggi blasonati dal Colonna ai Torlonla, al Pallavicino indicati con tanto di nome e cognome ,«1 Intravedono visioni di casarecce tavolate Imbandite con file di spiedini salsiccia te, bruschetto... E si capisce che l'immaginazione grafica del principe pittore nasce proprio dallo sguardo divertito sui suol stessi paradossi: lui Nicola Romanoff, è il cantore ironico della nobiltà e il profugo di un Paese dove non è mal stato. Mirella Serri Nicola Romanoff

Persone citate: Masolino D'amico, Nicola Romanoff, Pallavicino, Popoff, Romanoff, Savoia