Scrittori attenti l'eccesso di pubblicità vi inghiotte

Un articolo di Stephen Spender: l'immagine della persona e la verità dell'opera Un articolo di Stephen Spender: l'immagine della persona e la verità dell'opera Scrittori, attenti l'eccesso di pubblicità vi inghiotte ROBERT Craft ha osservato di recente che «dopo Auden, la preoccupazione principale dei Journals é per ciò che Spender considera un mancato riconoscimento-. Quest'affermazione ha destato in me una certa sorpresa giacché, se cosi fosse, mostrerebbe senz'altro quanto • 10 sia esigente o ingrato o l'uno e l'altro. Eppure, a rifletterci bene, le parole di Robert Craft colgono un tema importante. Oggi forse, più che in qualsiasi altro momento storico precedente, gli scrittori e gli artisti possono godere di due tipi di notorietà: come figure pubbliche il cui nome compare di frequente sul giornali e alla televisione e come autori di opere famose per la loro qualità artistica. Può persino accadere che 11 primo tipo di notorietà, quello della persona, rischi di eclissare il secondo, quello delle opere. Certe caratteristiche della vita contemporanea fanno si che ciò avvenga assai più facilmente che in passato. Lo scrittore o 11 poeta può dunque sentirsi riconosciuto e no, nello stesso tempo. E può darsi che, parlando di •mancato riconoscimento» nel miei confronti, Craft si riferisca proprio a questo, anche se, per quanto mi riguarda, non saprei dire se io stesso sono disposto a •riconoscerlo». Il fatto che 1 nomi, lanciati, promossi e reclamizzati, siano più riconosciuti delle - opere di chi porta quel nomi è la conseguenza di campagne pubblicitarie ingannevoli e bislacche, che tendono a favorire grosse reputazioni e alte tirature anziché analisi serie di ciò che effettivamente si pubblica. Mi chiedo tuttavia se, sia pure in maniera differente e in varia misura a seconda delie epoche, non sia sempre stata questa la sorte del poeta — del poeta più ancora che di ogni altro artista — in tutto il corso di quella che noi chiamiamo «civiltà». Forse soltanto nelle società primitive 1 poeti e i pittori riuscivano a dare l'impres¬ ROMA — E' un esordiente narratore e disegnatore umorista: Nicola Romanoff, principe alle prese con matite e acquerelli che ha appena pubblicato un libro di Immagini «Storia di una corazzata tonda- (Mondadori lire 35.000). Il neodisegnatore e pittore, come dice il nome, di sangue blu ne ha da vendere; trisnonno l'omonimo zar Nicola I, zìi e prozìi vari granduchi, tra cui il granduca Nicola, generalissimo durante la prima guerra mondiale. E il suo albero genealogico trabocca di stemmi e corone, non solo russi ma anche Italiani Nel curriculum del principe disegnatore c'è una stretta parentela con 1 Savoia perché sua nonna, la principessa MlUtza di Montenegro, era sorella maggiore della regina Elena e suo padre, Roman di Russia, era primo cugino di Umberto EL Cosi Nicola Romanoff, che ha cinque anni meno della rivoluzione d'ottobre, nato nell'esilio della sua famiglia a Cap d'Antlbes, ha trascorso tutta la sua infanzia e buona parte dell'adolescenza tra ghette militari e frusciami gonne reali russe ed italiane. E la sua storia della corazzata tonda è una storia che lo tocca da vicino: protagonisti marinai russi che viaggiano per più di settantanni senza arrivare mal da nessuna parte. E, tracciata dalla matita arguta e spiritosa del principe, la storia della corazzata di forma circolare — un panciuto Vascello Fantasma del Mediterraneo — sembra rappresentare in una metafora la vicenda dell'illustre casata del Romanoff in esilia Non a caso tutti 1 marinai diventano, col passare degli anni ammiragli e l'ingombrante barcone, carico di cerimoniali inutili vaga con l'obiettivo che. mal raggiunge, quello di sione di rappresentare, con le parole da loro dette o con le figure dipinte nelle grotte, le persone che stavano loro attorno. Nel mondo civile le arti, e la poesia in particolare, sembrano aver bisogno di assistenza e di mecenatismo. Persino poeti assai poco mondani come William Blatte e John Clare dovettero cercare protettori E il grande dramma di Clare (poeta inglese del primo Ottocento: n.d.r.) fu proprio quello di essere stato dapprima accolto e poi abbandonato dall'alta società e dai suol stessi mecenati Nella Roma clàssica, Virgilio, Orazio e fmanco lo scurrile e irridente Catullo — il Dy 1 an Thomas dei propri tempi — cercarono tutti il patrocinio di Augusto. Al giorno d'oggi, fortunato e felice il poeta inglese cui tocca l'alto onore di essere incluso in uno show tvl 2 poeta crea oggetti verbali di forma assai sintetica e raffinata, derivandoli dalle emozioni che destano in lui la gente, la natura, la storia, la vita e la morte, cioè da tutto ciò che lo colpisce e lo turba profondamente. Sempre, naturalmente, che sia capace di trasformarlo in poesia. Le poesie non sono re porta ges giornalistici né commenti editoriali e nemmeno descrizioni di fatti. Una volta scritte, hanno assai poco da spartire con chi le ha scritte. Come oggetti preziosi creati da un artigiano o da un gioielliere, le poesie passano da un poèta all'altro, da un lettore all'altra n componimento poetico è l'espressione della verità del poeta e della sua particolare visione del mondo. E il lettore. Inteso come individuo dotato di una propria capacità di giudizio e non come generico pubblico elogiatore, deve valutarlo in quanto tale. stando cosi le cose, ci riesce difficile accettare il fatto che 1 poeti, essendo per antonomasia puristi nel proprio lavoro, possano avere che fare con il mondo pubblico della promozione e della pubblicità. e Don Bac Allorché, In anni abbastanza recenti, vennero date alle stampe le lettere giovanili di William Butler Yeats, parecchi recensori si dissero sgomenti, se non addirittura disgustati, che persino un giovanotto traboccante di spiritualità e di misticismo, una creatura assolutamente eterea, come Yeats, fosse coinvolto nelle polemiche letterarie angloirlandesi e nella politica di solidarietà e di alleanze dei Dublinesi, al punto da elogiare le opere di chi gli era decisamente inferiore.perché sapeva che quel poveri «poeti» sarebbero stati con ogni probabilità 1 suol futuri recensori Nella sua politica letteraria, Yeats risultava infatti fin da giovanissimo determinato e deciso in maniera addirittura sconcertante, capace di vedere come stavano le cose con estrema chiarezza e grande realismo. Tutt'altra cosa, insomma, rispetto al rugginoso e miopico paesaggio del crepuscolo celtico o all'impotenza esaltata del suo amore frustrato per l'attrice e proto terrorista Maud Gonne, che era al centro delle poesie nebulose da lui scritte in quegli anni Ma Yeats viveva nella Dublino e nella Londra letterarie degli ultimi ventanni dell'Ottocento, in quell'Irlanda «dai grandi adii e dal poco spazio- che non L'arte è trasformazione e la grandezza o la pochezza di un poeta consiste nella sua capacità di tradurre in poesia il materiale prosaico e rozzo che 11 mondo gli offre. La mano del tintore non al sporca soltanto del colori del suo mestiere e del suo commercia Si macchia anche, quando lavora al tessuto della poesia, del grassa dell'olio e del fango del mondo circostante, della società nella quale si muove. Nelle sue opere mature Yeats, che in giovinezza era stato soltanto un poeta di second'ordine, riuscì a trasformare il mondo nel quale viveva — il mondo della politica, del teatro, degli affari e del sesso — in grande poesia. Penso che 1 poeti contemporanei — si definiscano o no modernisti — concordino nell'affermare che 11 loro obiettivo è trasformare la propria esperienza del mondo moderno in poesia e che tale obiettivo va raggiunto utilizzando 11 linguaggio corrente, per banale e brutale che sia. La maggior parte del poeti viventi — la maggior parte del migliori, forse — considera l'aggettivo «poetica», se riferito alla propria «opera», quasi come un insulta Occorre pertanto distinguere nettamente tre elementi: (1) le poesie, che, una volta scrìtte, sono totalmente separate dal poeta; (2) il poeta, in quanto persona privata che scrive poesie private per altre persone private,- il quale tuttavia ha, •'accettato-' di .cimfntr-rs in una pubblica ' arena; (3) il poeta come figura pubblica, slmile al sessantenne «uomo pubblico sorridente» di Yeats. Non ci vuole molto a comprendere che è facile confondere questi tre elementi e che il poeta è diventato vittima della propria Immagine pubblica. Penso a molti esempi contemporanei che mi vengono in mente. Esempi tragici soprattutto quando si tratta di poeti o di scrittori di altro genere ancora molto giovani Oggi nelle condizioni in cui si trova il mercato edito¬ Isherwood, Stephen Spender achardy a New York nel 1975 era molto diversa dall'Inghilterra dell'ultimo decennio del secolo scorso, essa pure caratterizzata «dai grandi odii e dal poco spazio-. Non voglio certo fare un'apologia della politica letteraria e della ricerca di alleanze di Yeats e nemmeno di chi ha praticato o pratica in tempi più vicini a noi tale linea di condotta. Mi preme invece sottolineare che il valore di Yeats va colto nella sua opera poetica e non nei suoi Intrighi giornalistici E voglio anche mettere in evidenza che proprio grazie a tali manovre e a tali polemiche egli riuscì a creare poesie più chiare, compatte e forti dei suol primi componimenti «crepuscolari». Nessuno sapeva megli»di laiche, 11-giglio della poesia fiorisce dal letamalo di Grub Street (nome di un'antica via di Londra dove un tempo abitavano pennivendoli e scrittori da strapazzo, n.d.r.). Lo squallore, non soltanto del giornalismo ma forse anche dell'amore, era la materia prima da lui raffinata in oro nella propria opera poetica. Fu quello squallore a consentirgli di lasciar perdere il crepuscolo celtico e di cogliere la lezione di una politica nazionalistica Irlandese che era ormal soltanto un incubo agonizzante. riale con 11 suo rapidissimo turn-over del libri pubblicati la pressione esercitata sugli scrittori perché mettano in mostra la propria personalità per accrescere la tiratura delle loro opere è sempre più intensa. Questa vendita di libri in massa fa si che molti scrittori vedano nei propri lettori persone capaci di apprezzare la loro persona più che la loro opera. Ne può allora derivare un singolare tipo di alienazione, che non consente più agli scrittori di vedere i propri lettori se non, genericamente, come pubblica Non penso soltanto al poeti Recentemente, un romanziere americano 1 cui libri vanno a ruba mi ha detto di non essere affatto sicuro che qualcuno abbia mal letto i suoi volumi La personalità dell'autore, reclamizzata al pubblica ha per cosi dire sopraffatto la personalità privata di chi scrive pensando al propri lettori come a singoli individui In questo mio intervento, ho mostrato gli esiti più recenti di una situazione storica, della necessità nella quale l'artista può trovarsi di farsi patrocinare. E ho anche tentato di dimostrare che questo stato di cose fa parte della sua esperienza del monda II mondo non è che pubblicità ingannevole ed esasperata e 11 poeta, pur essendone soltanto un prodotto, ne ha esperienza come di un mondo reale — proprio come Yeats ebbe esperienza delle beghe politiche dublinesi — superabile soltanto se lo si trasforma In poesia. Ma rimane sempre la possibilità che l'eccesso di promozione, di pubblicità e di personalizzazione sia tale che 11 poeta o l'artista — soggetto come sempre a tutte queste forze — ne sia un giorno o l'altro sopraffatto a tal punto da non riuscire più a liberarsene o da non saperlo più trasformare, come gli altri elementi del mondo che lo circonda, nella propria arte. Stephen Spender (Copyright N.Y. Rcvtow ot Boote. Epa • per lltall* .La Blampa.)

Luoghi citati: Dublino, Inghilterra, Irlanda, Londra, Montenegro, New York, Roma, Russia