Racconto un'odissea di donne contro gli uomini e la storia di Nico Orengo

Racconto un'odissea dì donne contro gli uomini e la storia Racconto un'odissea dì donne contro gli uomini e la storia MILANO — Beve cappuccini, mangia toast. Marilyn French è appena arrivata da New York, chiusa in un impossibile completo pantaloni e giacca di cuoio granata. E' scesa nello stesso albergo del centro dove c'è Tama Yamowitz, la scrittrice che assomiglia a una caricatura di Madonna in Cercasi Susan disperatamente e va in giro fra librerie e discoteche mostrando 1 videoclip dei suoi romanzi. Marilyn French la ignora. Lei insegna a Harvard, ha scritto saggi su Shakespeare e Joyce, romanzi sulla condizione femminile, Donne e Cuori: •La mia letteratura — dice — ha rapporti con quella del passato e non con la contemporanea, i miei romanzi sono politici, hanno un peso storico e sociologico: In Italia l'ha Invitata la Rizzoli per presentare il suo romanzo più recente, Mia madre non mi ha mal spazzolato i capelli (855 pagine, 28.000 lire). E' la storia di quattro generazioni di donne ebree, raccontata da una di loro, Anastasia, fotografa di successo: in fuga da una Polonia sconvolta dalla guerra e dall'occupazione nazista verso un'America povera e ricchissima. Inferno e paradiso. E' un'odissea contemporanea con ritratti di donne, Frances, Bella, Anastasia, Arden, disperate. In lotta, mai sconfitte, mai vincitrici Donne che lottano contro la Storia e 11 quotidiano, l'uomo e la famiglia, il lavoro, l'ipocrisia sociale. E' un libro di grande respiro e racconti minuti in cui gli uomini o sono incapaci o sono nemici, e loro, le donne, devono scontrarsi con 1 grandi avvenimenti: la guerra, l'emarginazione, la povertà, il mondo Marilyn Fre tare. Oggi, credo stia cambiando». — Perché la protagonista del romanzo, colei che racconta, è una fotografa? •Perché ha molto da vedere, per raccontare. E poi perché negli Anni 60 in America la fotografia era uno dei pochi lavori che una donna, se aveva l'arte di farlo, poteva fare: un mestiere che le consentiva di viaggiare, di essere libera. Molte donne sono diventate famose in America, negli Anni 30, 40, 50, con la fotografia: — Oggi, l'universo femminile è cambiato. Le donne hanno modificato radicalmente la loro condizione. Non si ripetono più le storie di sopraffazione che lei racconta... •Non é cori, in America esistono milioni di famiglie dove non Ci un uomo, sono famiglie povere che non si sostengono. Credo che se non verrà il giorno in cui le donne, come casta, faranno sentire la loro voce nella società, sul tema della politica estera, della finanza, degli armamenti, il nostro mondo andrà verso la distruzione: — Che peso ha, nel suo raccontare, la sottolineatura sociologica? dello sfruttamento, l'Incomprensione del sentimento maschile. Ghetti, slums, orfanotrofi, uffici assistenziali, fabbriche, sono le «case» di queste figure che tendono alla luce e che la maternità ricaccia nel buio, nell'ombra di un annientamento fisico e mentale: una maternità vista come quella di una larva di moscerino che crudelmente, per vivere, divora, dall'interno, il corpo della madre. Mia madre non mi ha mai spazzolato i capelli, e uno di quei romanzi, scritto da una donna, che raccontando vite di donne parlano duramente, inequivocabilmente di uomini Uomini deboli e prevaricatori, uomini in via di estinzione, inutili a' nucleo familiare. «/n America — dice la signora French —per molte generazioni si è detto che la virilità non era da dimostrarsi in casa. Nel Cavaliere della valle solitaria, Alan Ladd a cavallo sembrava altissimo, dominava il paesaggio, in casa invece era piccolissimo, inesistente. Questo era l'immaginario americano. L'uomo non allevava bambini, non stava in casa. L'uomo americano era o un lavoratore o un picca- •La sociologia non deve forzare l'andamento narrativo. Ma il mio romanzo è politico, i miei personaggi sono calati in ambienti sociali. Sono le donne che pagano la luce, maneggiano soldi non loro, tengono viva la famiglia, risparmiano, s'ingegnano-. — Non le dà un senso restrittivo veder etichettati 1 suol libri come •femministi»? •Spero che sia un'etichetta momentanea. Domani non sarà più necessario, spero: — Ha rapporti con la cultura ebreo-polacca americana? •E' difficile non averli, ma non ho legami particolari con i polacchi. Mi sono sempre più identificata con gli ebrei. Dico ebrei e non cultura ebraica, che, essendo patriarcale, non può piacermi. Gl ebrei hanno la grande dote di pensare in modo indipendente, hanno il senso della giustizia sociale: — Crede in uno stile, un linguaggio, una scrittura femminile? •SI, la scrittura delle donne è più diretta di quella degli uomini. Ha un carattere speciale. Nel libri scritti da donne il lettore è invitato a entrare come si trattasse di una casa, c'i una voce che immediatamente stabilisce un dialogo diretto con l'opera. Cosi in Mia madre non mi ha mal spazzolato i capelli, non ho voluto scrivere una saga, volevo sottolineare gli stessi problemi, gli stessi comportamenti crudeli che si ripetono fra persone che si vogliono bene: — Un romanzo tutto autobiografico? •E' la vita di mia madre e di sua madre: Ed è anche la parte migliore, più dolente, di un romanzo che ha l'ambizione di essere un «universo-donna». nch Nico Orengo

Persone citate: Alan Ladd, Cuori, Donne, Ghetti, Marilyn French, Shakespeare, Tama Yamowitz

Luoghi citati: America, Italia, Milano, New York, Polonia