Le nostalgie di un giacobino esule, innamorato e tradito

Le nostalgie di un giacobino esule, innamorato e tradito Le nostalgie di un giacobino esule, innamorato e tradito poema ecc., ecc.,), testimone diretto e autorevole del suo tempo (fu a lungo medico al servizio dell'esercito francese, pubblico amministratore, rettore dell'Accademia di Rouen), un giovane studioso torinese. Luca Badinl Confalonleri, ci offre un quasi sconosciuto (e inedito) romanzo. Per questi dilettosi monti, da lui scovato nelle carte autografe del Botta conservate nella Biblioteca Reale di Torino, e stampato ora in un volumetto cui l'inserimento di piccole deliziose vedute a colori di una Torino coeva aggiunge grazia ed eleganza quasi un recupero d'atmosfera Un'opera esile, di una grazia delicata come ci si può attendere da un giovane che vede 1 suoi giardini d'Arcadia complicarsi di romantici fermenti e la natura farsi interprete e compagna di sospiri (con in più, in questo giovane medico, un gusto attento e vivo della precisione botanica). Un caro fragile testo di affetti e figurine, un libro di giovanili entusiasmi amorosi e letterari che, sul plano stilistico, già rivela alcuni tratti di quell'eloquenza contenuta e di quel freddo lindore arcaicizzante con 11 quale 11 Botta maturo vestirà di romana toga i mercanti, gli avvocati e i farmers del Massachusetts o della Virginia. n curatore accompagna 11 testo, filologicamente Impeccabile (vengono riportate le pagine del manoscritto e tutti i criteri di trascrizione, gli emendamenti, ecc.), con una introduzione di grande efficacia che addensa attorno al testo, ma con grande accortezza e senso della misura, persln troppa responsabilità, riuscendo a Immergerlo in un clima e in una realtà culturale ben più densi e sostanziosi. Stefano Jacomuzzi Cario Botta, «Per questi dilettosi monti», a cura di Luca Badinl Confalonleri, Clueb, 224 pagine, 18.000 lire. NEL 1795 un giovane medico canavesano, scarcerato dopo oltre un anno di detenzione per congiura antisabauda (un giacobino, Insomma), nel timore di un nuovo arresto si rifugia in Svizzera a Knutwiel, nel cantone di Lucerna. Mentre era in carcere, la «sua donna», sorella sedicenne di un amico (anche lui giacobino), alla quale egli si era ben guardato di dichiararsi in ossequio al cliché della timidezza romantica ha pensato bene di non attendere oltre ed è convolata a nozze con un più solido avvocato. E cosi, in un esilio abbastanza confortevole e confortato, nell'attesa di poter passare ad operare in terra di Francia, 1 ricordi, la passione delusa la malinconia, la nostalgia del luoghi cari («1 dilettosi monti» della collina torinese) si fanno parola, si fanno romanzo, naturalmente epistolare (Il Foscolo sta scrivendo le Lettere a Laura, probabilmente primo nucleo dell'Ortis, e sullo sfondo domina il grande modello della Nouvelle Hélotse dell'amato Rousseau). A scrivere quelle lettere fittizie sotto lo pseudonimo di Carlo Parafili fu Carlo Botta, rimasto nel patrli annali soprattutto per la Storia delia guerra dell'Indipendenza degli Stali Uniti d'America, per la Storia d'Italia dal 1789 al 1814, e per la Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini fino al 1789, che egli stesso definì «atlantica fatica» (I liceali ricordano di lui, con un po' di sdegno, 11 fatto che nel 1830 per la Storia d'Italia avesse avuto — anche per considerazioni di validità di stile — U premio di mille scudi da parte dell'Accademia della Crusca mentre 11 povero Leopardi, che vi partecipava con le sue Operette morali, non ebbe che un solo voto, quello dell'amico Capponi). Di questo storico quasi insigne e poligrafo (molte altre sono le sue opere di carattere scientifico e relazioni, e un Mario Baadino Paolo Ruffilli, Piccola Colazione, Garzanti, 123 pagine, 16 mila lire. Italo Alighiero Chiusano, Bacche Amare, Garzanti, 108 pagine, 16 mila lire. Roberto Pazzi, Calma di vento, Garzanti, 89 pagine, 15 mila lire. Luciano Luisi, La sapienza del cuore, Rusconi, 273 pagine, 26 mila lire. PIERINO atto secondo. Il protagonista delle Avventure al mercato di Luino, simpatico libro per bambini di Piero Chiara, torna infatti all'insegna di Pierino non farne piùl Prima di piegarsi all'imperativo, il ragazzino ne combina tuttavia qualcun'altra delle sue, assicurando ai più piccoli un divertimento schietto con un caleidoscopio di •imprese* godibili. A cinque anni Pierino fa della chiesetta del paese una seconda casa. No, non per devozione, bensì per mettere in atto una bricconata: far suonare le campane in piena notte, «costringendo* cosi il stato allo zio che non tollera le malefatte del nipotino. Ma non basta: Pierino aggiunge, al danno, anche fa beffa di una pipi in faccia allo zio. Negli ultimi due racconti Pierino si rassegna a «non farne più*. Ma soltanto perché Piero Chiara ha deciso di dichiararsi, di identificarsi ufficialmente nel suo personaggio con una tenerezza malinconica che su di scorribande ormai lontane, ma anche del gusto di continuare a riconoscercisi. Ferdinando Albertazxi Piero Chiara, «Pierino non farne più!», Mondadori, 90 pagine, 18.000 lire. Un Chiara per ragazzi