Balordi in cerca di utopia lungo la Via Emilia

«Quattro novelle sulle apparenze» : Gianni Celati tra parodia e assurdo «Quattro novelle sulle apparenze» : Gianni Celati tra parodia e assurdo Balordi in cerca di utopia lungo la Via Emilia Fotografia di Luigi Chini (da «Viaggio in Italia», ed. 0 Quadrante) mo? E' stato toccato dalla grazia? Ha accettato di vivere fino in fondo la sua presumibile parte di ombra tra le ombre? E' certo che nel cerchio del suo silenzio prendono evidenza 1 pensieri e i gesti degli altri, rivelati nella loro povertà nelle loro grottesche Inutili attese. Poi, un giorno, quasi pago della sua scoperta, Baratto esce dal nascondiglio e riprende a parlare. Emanuele Menlnl è per mestiere dipintore d'insegne e, per proprio diletto, paesaggista Ma è assillato dalle «Condizioni di luce sulla Via Emilia». Una nebbia maligna provocata dagli scarichi delle automobili, dall'inqulnamento dell'aria, sta sospesa su campagne e abitati. Anche nel giorni più sereni la luce appare rifratta e disfatta dalla grande nube, •confonde le cose più che illuminarle*. Lo sguardo è offuscato da quel perenne tremolio, Invano Menlnl cerca il taglio netto del sole a paragone dell'ombra SI aggira tra prati, autorimesse, immondezzai, villini «geometrill», trova infine un angolo di luce ferma da poter dipingere; ma non è un caso se quel luogo che sembra «perennemente indisturbato, fa venire in mente 1 viali dei cimiteri. La storia del picaresco e ascetico Menini è la più convincente e risolta quella che con più naturalezza si distende in allegoria Utopisti, balordi, «dispersi», i personaggi di Celati, per quanto tenuti sottotono, diminuiti dalla parodia inciampano volentieri nell'assurdo. Uno studente di letteratura arriva dopo grandi affanni a scoprire il metodo per diventare un critico di fama: scrivere per vantarsi di avere capito benissimo i libri che ha letto o addirittura non ha letto. Ma l'Intervista a un vecchio scrittore lo mette davanti, con un brivido, ad un opposto e più profondo vuoto: «Tutto ciò che si scrive è già polvere nel momento stesso in cui viene scritto, ed è giusto che vada a disperdersi con le altre polveri e ceneri del mondo*. Nell'ultimo racconto, un padre si specchia con raccapriccio nel figlio perditempo che si incanta davanti alle smorfie di un cantante e alle cromature di una moto toccate dal raggi del sole: «Si direbbe che Dio abbia cambiato le carte in tavola sema farci sapere niente*. Ancora una volta «l'apparenza» intesa come dato costitutivo dell'universo stinge sulle cronache colorite e violente del nostri giorni. Il fantomatico intreccio fra l'ontologico e il sociologico, che viene insinuato e sottratto con mano leggera, resta nella memoria come il segno distintivo di un libro pregevole, come un'ulteriore apparenza Introdotta dalla parola nel mondo cangiante, elusivo, di Celati; Lorenzo Mondo Gianni Celati: «Quattro novelle sulle apparenze», Feltrinelli, 125 pagine, 15.000 lire. E, quasi un'epopea quella che Barbara Chase-Riboud, già autrice di La Virglnlana, ci narra in La sultana Bianca Protagonista è una fanciulla metà francese e metà americana di straordinaria bellezza che viene rapita dai corsari, venduta al Bey di Algeri e inviata infine come tributo al sultano Abdulhamid I, che la ribattezza Naksh-i-dil, «lingua ricamata.. Siamo alla fine del 700, ma i sussulti di modernità e di progresso che percorrono l'Europa non riescono a Versi di Ruffilli, Chiusano, Pazzi e Luisi

Luoghi citati: Algeri, Europa, Italia