Katia: brava ma non bravissima

La Ricciarelli all'inaugurazione del San Carlo con il «Roberto Devereux» La Ricciarelli all'inaugurazione del San Carlo con il «Roberto Devereux» Katia: brava ma non bravissima Esordiente nella parte dì Elisabetta Tudor, ha messo in mostra grande determinazione ma una voce vagamente usurata moràbile della moderna vicenda sancarliana e al tempo stesso con un momento fondamentale della «Donizettl Renaissance», poiché 11 Devereux è «una grande opera che apre un nuovo orizzonte per la conoscenza della personalità donlzettlana e della storia dell'opera in musica che ad essa si ricollega» (Pannata). Una grande opera che esige grandi cantanti per affermare questa sua indiscutibile grandezza, quale oggi 11 mercato non offre più. Il «San Carlo» ha dunque fatto le cose come meglio gli era consentito, ottenendone tuttavia risultati che, per quanto vivamente apprezzati dal pubblico, ci sono sembrati eufemisticamente non bspdnmdd napoli — E' giusto che al Roberto Devereux sia toccato l'onore d'Inaugurare, sabato sera, la stagione Urica celebrativa del 250 anni del «San Carlo», senza dubbio il più glorioso fra 1 teatri italiani In attività. Innanzitutto quest'opera è di Donìzettl, musicista che per una parte fondamentale della sua attività appartiene a Napoli e nel quale Napoli non può a sua volta non riconoscersi. In secondo luogo il riferimento cronologico ne giustifica ampiamente la presenza, poiché la prima rappresentazione del Devereux avvenne un secolo e mezzo fa, e precisamente 11 29 ottobre 1837. Infine il suo recupero, nel maggio 1964, coincide con una data me¬ brillanti Alberto Cupido, protagonista nominale, ha voce simpatica e sonora, ma l'assai discutibile uso che ne fa finisce per renderla scarsamente apprezzabile. Deludente, rispetto alla Carmen dello scorso anno, la prestazione di Martha Senn, la cui voce tremolante e asprigna mal si adatta alla tessitura di «Faicon Lyrique» di Sara di Nottingham. A sua volta Paolo Coni, che Impersona 11 duca marito, quando non vuole strafare, propone un modello di schietto baritono donlzettlano. Ma 11 personaggio chiave, vera protagonista dell'opera, è la grande Elisabetta Tudor, scritta per un grande soprano drammatico di agilità quale certamente non e Katia Ricciarelli, esordiente nella parte. Splendidamente paludata nelle ricche vesti tardoelnquecentesche e convenientemente imparruccata, la famosa cantante, concentratissima come non mai, ha affrontato con grinta determinazione insolite, ma anche con voce usurata, l'ardua parte. n rischio di esserne schiacciata è stato tuttavia quasi sempre superato grazie alla sua encomiabile forza di volontà e al contributo dell'applauditissimo Oustav Kuhn, al quale però sono talora sembrati estranei 1 sottili equilibri interni al variegato fraseggio donlzettlano. Mattatore della serata ha finito per essere Piero Zuffi «uno e trino», che ha costruito uno spettacolo eccellente con una trovata iniziale di effetto intensamente suggestivo, acclamata dal pubblico: la fastosa sala del «San Carlo» riproposta esattamente sulla scena come struttura fissa per una sorta di gioco di specchi. A questo punto però chi si aspettava anche il «doppio» di un De•veteux^'àrtóiLtor'f!1 rimasto Tjurtroppodeluso.

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