Handicap, l'eutanasia nasce dal nostro rifiuto

Capire i perché della proposta francese Capire i perché della proposta francese Handkap, l'eutanasia nasce dal nostro rifiuto La reazione sdegna In Francia. Z'Aesociation pur la prévention de l'enf ance handicappee ha presentato una proposta di legge per rendere possibile l'eutanasia per bambini handicappati aravi entro tre giorni dalla nascita. La proposta di legge t articolata e quindi frutto di una azióne meditata e soppesata, anche rispetto agli echi che può suscitare. La reazione, a quanto pare, non si è fatta attendere e in Francia, come in Italia, vi è stata una unanime indignazione, almeno fra quelli che hanno reso pubblico il proprio pensiero. E ben venga. Tuttavia sarebbe un errore liquidare l'episodio con la sola indignazione; ritengo che debba farci riflettere, perché il fatto non è isolato, né sempre cosi impopolare. In Inghilterra, rum tanto tempo fa, è stata sterilizzata, per intervento della legge, una ragazza handicappata; inoltre, proposte simili a quella francese non sono nuove nel nostro Continente. Credo anche che sia semplicistico ritenere la proposta il frutto di qualche nata non basta «spostato»; è piuttosto la risposta ad un malessere, che può essere più profondo di quanto appaia; reazione ad una stigmate negativa che le famiglie portano con sé di colpa per aver generato un figlio handicappato. L'handicap non è ancora completamente accettato: ogni anno, ad esempio, si ripetono puntualmente casi di rifiuto, sia scolastici, che sociali; non pochi sono ancora i genitori che preferiscono fare vita isolata, perché provano vergogna per il proprio bambino handicappato. Molti ritengono di essere stati castigati dalla sorte, eccetera. Il pietismo che maschera il rifiuto, l'indifferenza, la curiosità, la derisione o, peggio, il rifiuto palese isolano la famiglia e la rinchiudono nel suo dolore e nella sua rassegnazione. Da simili vicissitudini maturano proposte tipo quella dell'Apeh francese. Se é quindi indispensabile rifiutare anche solo lidea che si possa autorizzare una eutanasia, è necessario anche adoperarsi perché la cultura dell'integrazione si estenda a tutte le sfere della vita sociale. ta, deve crescere l'integrazione Credo che in questa vicenda ci sia la risposta a quanti, e non sono pochi, si sono chiesti e si chiedono perché è necessario inserire i bambini handicappati. L'inserimento è irrinunciabile; perché i il solo autentico modo per riaffermare il loro diritto ad una vita sociale; al rispetto come uomini e come cittadini. Ma è importante ricordare che l'accettazione della famiglia passa essenzialmente attraverso l'accettazione sociale. I genitori, che sentono accettato il proprio figlio, potranno vivere con maggiore serenità il rapporto l'handicap e con sé stessi. Perciò ritengo che la via dell'integrazióne, l'unica che può portarci alla cultura dell'accettazione, sia quella giusta. Se si vuole che proposte simili a quella dell'Apeh non abbiano ad essere ripetute, operiamo affinché gli handicappati vivano sempre di più fra noi, per insegnarci a vincere i nostri fantasmi e l'arroganza di essere .normali.. Giancarlo Bonansea Psicopedagogista Provveditorato Studi-Torino

Persone citate: Giancarlo Bonansea

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Torino