Ogni anno centomila ragazzi evadono la media dell'obbligo

Non è vero che i giovani d'oggi «sono tutti diplomati» Non è vero che i giovani d'oggi «sono tutti diplomati» Ogni anno centomila ragazzi evadono la media dell'obbligo Una denuncia da Torino: alcune scuole convinco ROMA — Non è vero che 1 giovani d'oggi siano tutu diplomati o che puntino in massa alla laurea. La realta è ben diversa: la maggior parte degli studenti esce dal sistema educativo dopo pochi annidi scuola e senza qualificazione. Il diploma e, soprattutto, la laurea vengono raggiunti tutt'oggl da un numero molto limitato di persone. A meno di un mese dall'uscita del prossimo 'Rapporto Cenate, sulla situazione del Paese, una ricerca ed una denuncia riportano l'attenzione su un fenomeno che dovrebbe preoccupare maggiormente istituzioni e società: quello delle ripetenze e degli abbandoni nella scuola italiana. Qualche dato è più che sufficiente per capire la dimensione del problema: «Ogni anno — come spiega il dottor Giorgio Allulli del Censls — circa 100 mila rogassi lasciano le aule scolastiche senea aver conseguito la licenza media. E' un fenomeno gravissimo che dimostra, a 25 anni dalla riforma del '62, quanto resti inadempiuta una norma fondamentale della Costituzione: Rispetto a 3-4 anni, i professori si mostrano meno severi (.Nella scuola dell'obbligo diminuiscono ripeterne ed abbandoni — aggiunge Allulli — mentre aumentano i ripetenti nelle superiori; segno evidente che i giovani, anche se bocciati, tentano di proseguire gli studi.); ma, di fatto, una scuola che si dichiara obbligatoria risulta regolare solo per una parte, anche se consistente, degli studenti che avrebbero diritto di frequentarla. Se ai 100 mila ragazzi senza licenza media aggiungiamo 1 200 mila che «lasciano» mentre frequentano il primo blennio della superiore ed 1 165 mila che non si iscrivono ad altre scuole dopo 11 conseguimento della licenza media, otteniamo una cifra molto vicina a 500 mila giovani che escono dal sistema formativo con, al massimo, la licenza media e senza qualificazione professionale. Manuel Gutierrez ed Alberto Valentini hanno condotto per l'Ire f (Istituto di ricerche educative e formative) una ricerca .sulle cause della mortalità scolastica e del ritardi nell'assolvimento dell'obbligo scolastico; ora pubblicata dal Ministero della Pubblica Istruzione nella collana dell'istituto della Enciclopedia Italiana. Le sorprese sono più d'una: mentre a livello delle singole province 1 dati sulla evasione dell'obbligo rispecchiano sostanzialmente quelli rilevati dalle fonti Istat, in al¬ cono le famiglie a ritirare i figli che disturbano ha steso 11 rapporto finale della ricerca, alla quale hanno partecipato anche Antonietta Balzano e Flora Tudini): mi problemi dei ragazzi inadempienti non sono ovviamente circoscritti al solo ambiente scolastico. Essi risiedo- : no anche nelle difficoltà di trovare una propria identità, nell'integrazione sociale, nel comportamento durante il tempo libero... Molto spesso, candidati alla mortalità scolastica risultano essere quei ragazzi che sommano una serie di insuccessi, di ripetenze e di emigrazioni microsociali nell'ambito della stessa scuola. Si tratta di ragazzi che : "spariscono", per cosi dire, tacitamente dalla scuola.. Su quel .tacitamente, mette l'accento, da Torino, il Comitato per llntegrazUme scolastica. .In alcuni casi — denuncia l'associazione —presidi ed insegnanti hanno chiesto ai genitori dei ragazzi che 'disturbano" di ritirarli dalla scuola, con la promessa di seguirli" successivamente nella presentazione all'esame quali privatisti e di promuoverli. Come stanno occupando ora la loro giornata vuota questi ragazzi? Quali danni umani e sociali sta provocando tale prassi? La scuola media ha solo il compito di procurare la sospirata "licenza", oppure ha, insieme ai servizi sociali, un suo ruolo preciso proprio di fronte a queste situazioni?.. Due ricerche ed una denuncia per riflettere, anche alla luce della proposta di innalzare a 16 anni l'obbligo scolastico. Il Censis ha proposto di potenziare gli interventi in alcune specifiche aree territoriali .a rischio, (alcune anche a Torino), coinvolgendo scuola ed istituzioni sociali; 11 ministero della Pubblica Istruzione ha fatto propri i progetti. Nelle Leggi Finanziarie prossime e .del rigore. si troverà spazio per un problema tutt'altro che da sottovalutare?' 'J- cune realtà locali l'incidenza del fenomeno è molto al di sopra della media nazionale. Vi sono scuole dove 5 alunni su 100 non hanno terminato nemmeno la scuola elementare; in un caso (provincia di Palermo) la percentuale sale a 12 su cento. Il Piemonte, è la regione settentrionale in cui 1 ricercatori riscontrano 11 pit alto tasso complessivo di mortalità scolastica. A livello provinciale, la situazione complessivamente peggiore si presenta ad Asti; mentre, per la scuola elementare, il primato negativo spetta ad Alessandria. Osserva Daniele Celli (che

Persone citate: Alberto Valentini, Allulli, Antonietta Balzano, Daniele Celli, Flora Tudini, Giorgio Allulli, Manuel Gutierrez

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Palermo, Piemonte, Roma, Torino