Lasciar morire i bimbi handicappati? «Troppo comodo lavarsene le mani »

Dietro la proposta francese sull'eutanasia per chi nasce con gravi invalidità Dietro la proposta francese sull'eutanasia per chi nasce con gravi invalidità Lasciar morire i bimbi handicappati? «Troppo comodo lavarsene le mani » Quasi tutti favorevoli ai trapianti Polemiche ed indignazione anche in Italia - Rosanna Benzi, la donna che vive nel polmone d'acciaio: «E' più facile così che tirarsi su le màniche» - Ma nel 1969 l'Osservatore Romano... prole potrà avere una vita normale. Se si tratta invece di prole anomala, ad esempio mongoloide, non si può interdire, ma neppure imporre, in nome della coscienza cristiana, il ricorso all'incubatrice, che prolungherebbe una vita di stenti e di sacrifici. In contrasto con l'affermazione semplicistica "essere meglio esistere deformi, che non esistere affatto", preferiamo affidarci al principio che non si può fare nulla per abbreviare direttamente la vita umana, ma nello stesso tempo si può omettere qualche prestazione eccezionale per prolungare la vita in condizioni di particolari disagia. Nello stesso periodo usciva un libro di Nlgel Hunt (.il mondo di Nigel Hunt: ed. Dehonlane), una persona Down. Ricorda Andrea Canevaro, professore di Pedagogia Speciale all'Università di Bologna: •Nessuna persona Down aveva scritto un libro, smentendo cosi l'ideologia scientifica che ne faceva un incapace a raggiungere la scrittura ed i numeri. Sono passati gli anni e non possiamo dire che allora fossimo impreparati. Vi erano certi parametri, mentre oggi ne abbia¬ Una provocazione che obbliga a riflettere e a far chiarezza. Perché — come sottolinea Rosanna Benzi, la donna che vive da 25 anni in un polmone d'acciaio all'ospedale San Martino di Genova— «è più facile parlare di eutanasia che farsi carico dei. problemi reali della gente e dare una mano: Oppure, perché — come sostiene i' torinese Francesco Santanera, padre della \c,;r~ sull'adozione speciale in italia e, dal 1963, volontario a tempo pieno a favore dei più deboli — «od un "no" all'eutanasia non si accompagni un "sì" strisciante alla... "eutanasia da abbandono", riguardi quest'ultimo la persona con un handicap od i suoi familiari. E' giusto battersi contro chi vorrebbe procurare la morte fisica; ma non possiamo accettare la morte sociale: ad esempio, un'intera vita in istituto o in casa protetta o ai margini della società: Un concetto sul quale insiste 11 cardinale Carlo Maria Martini, arci vescovo di Milano: . E ' vero che si sono realizzate molte esperienze di condivisione e di aiuto — ha detto proprio a proposito dell'handicap —ma sono insuffi¬ cienti per rappresentare una reale inversione di tendenza al processo di emarginazione o di affidamento del soggetto grave all'istituto, come unica risposta alla mancanza di risorse adeguate sul territorio: E, ancora: «Ci preoccupa una certa ridefinizione della "cronicità" e della "irrecuperabilità" da parte della cultura e dei sistèmi sanitari vigenti, che finisce per negare risorse professionali, strumentane finanziarie*. Perché la persona gravissima, con poche possibilità di recupero fisico, non deve aver diritto ad essere seguita in tuta i suoi bisogni? La questione è fondamentale e si radica in quella difesa della vita che, dal momento del concepimento fino al suo ultimo istante, va qualificata e non relegata a questione secondaria». Vent'anni fa, nel nostro Paese, un bambino Down (mongoloide) era considerato "grave*. E monsignor Ferdinando Lambruschlnl (presentatore alla stampa dell'Enciclica mHumanae Vitae») scriveva su L'Osservatore Romano (28 gennaio 1969): •L'obbligatorietà del. ricorso all'incubatrice va affermata quando si prevede che detta ROMA — mUn medico non commetterà né un crimine né un reato $e ti asterrà dal somministrare ad un neonato di meno di tre giorni le cure necessarie alla sua. sopravvivenza, qualora il bambino presenti una infermità, inguaribile, tale da far prevedere che non potrà mai avere una vita degna di essere vissuta.. ET 11 primo articolo d'una proposta di legge stilata dall'Apeh, Associazione per la prevenzione dell'infanzia handicappata, che raggruppa in Francia famiglie di minori con handicap ed il cui presidente onorario è 11 senatore Henri Calllavet. •Nascere per morire; commenta l'autorevole Le Monde. Il progetto scuote l'opinione pubblica; Oltralpe, come da noi. Parigi come Sparta? E chi dovrebbe decidere se gettare o meno un essere umano dalla Rupe Tarpea? I medici, con l'accordo scritto del genitori. ■ Barbarie: commenta l'arcivescovo di Parigi, Lustiger. •Chi non conosce le sofferenze eie umiliazioni dei genitori di bambini anormali non ha il diritto di indignarsi', sostiene Yvonne Jegou, fondatrice dell' Apeh, madre di un handicappato. Ricerca Censis FIRENZE — il 90 per cento degli italiani è favorevole ai trapianti di organi, il 6 per cento alle manipolazioni genetiche, il 16 per cento alla eutanasia e il 44 per cento alle fecondazioni artificiali. Questi i dati più significativi di una, ricerca effettuata dal Censis e presentata oggi dal presidente dell'Istituto di ricerca, Giuseppe De Rita. I risultali della ricerca sono stati illustrati durante una conferenza internazionale su «Le Innovazioni tecnologiche: ruolo della ricerca europea», organizzato dalla organizzazione mondiale della Sanità e dalla Regione Toscana. II presidente della lega italiana per la lotta contro i tumori, Leonardo Santi, ha ricordato il forte incremento dei tumori polmonari verificatosi negli ultimi trent'anni (per le donne l'aumento è stato del 350 per cento, superiore a quello degli uomini) causato dal rapporto sempre più stretto tra ambiente e cancro. mo altri: E* cresciuta anche la sensibilità sociale, al punto da consentire all'Associazione famiglie adottive di pariate di .nuova frontiera' a proposito dei crescenti casi di adozione è di affidamento di bambini con handicap. Ne fa fede lo straordinario libro di Giulia Basano «Storia di Nicola. Le conquiste d'un bimbo handicappato grave nel racconto della madre adottiva», Rosenberg & Sellier, Darlo Mon giano, 25 anni un serio handicap fisico che limita notevolmente 1 suol movimenti, laurea in Filosofia con 110, sostenuta la settimana scorsa all'Università di Torino su .La responsabilità morale dello scienziato con riferimenti alla bioelica' (relatore Vittorio Mathieu), rifiuta «te equazioni handicap eguale handicappato eguale infelice: ogni essere umano vale come persona, indipendentemente da ciò che può fare: Quella vita di sacrifici e di stenti che, nel '69, 11 moralista vaticano portava all'attenzione dei suol lettori dipende soprattutto dai cosiddetti "normali" Né basta proporre la •morte dolce' (?) per affrontare il problema. Mario Tortello

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