Al pronto soccorso per avere un pasto caldo E al fine settimana il Mauriziano «scoppia»

Al pronto soccorso per avere un pasto caldo E al line settimana il Mauriziano «scoppia» Al pronto soccorso per avere un pasto caldo E al line settimana il Mauriziano «scoppia» Etilisti, barboni, em arginati della stazione e d el centro storico arriva no il sabato e la domenica - •Si scarica sulla sanità l'emarginazione sociale*. Nella stanzetta del «Mauriziano» 1 quattro medici sono tutti concordi nella denuncia. A pochi metri il corridoio del pronto soccorso dell'ospedale è ingombro di barelle. •Alle 7-8 del mattino sono stracariche,'in particolare il sabato e la domenica. Il nostro è l'unico centro aperto ogni giorno, 24 ore su 24: vengono etilisti e barboni, gli emarginati della stazione e del centro storico*, dice uno dei due «internisti», il dott. Angelo Bellon. «/( nostro intervento è puramente assistenziale: diamo loro da dormire e da mangiare — aggiunge il collega Piero Speziali —. Non di rado in degenza temporanea accogliamo anche persone anziane che sono state sfrattate*. E cosi il pronto soccorso è diventato l'ultima risorsa per 1 poveri, vecchi e nuovi, che non sanno a chi altri rivolgersi. • Ne deriva una terribile confusione fra assistenza ' medica e sociale*. B dott. Speziali parla degli anziani che non dimette dal reparto di medicina generale perché «con un'insufficienza cardiaca dovrebbero tornare a vivere in una soffitta umida, da raggiungere ogni volta a piedi dopo quattro piani di scale. E non c'è niente in alternativa per queste persone, tranne le case di cura private e convenzionate con la Regione, che dopo 35-40 giorni spesso ce le rispediscono come pacchi. La ragione è semplice: per farsi pagare dimettono il paziente ed emettono la fattura. Poi, dopo un altro po' di ricovero in ospedale, non sapendo nuovamente noi dove mandarle, quelle persone vengono riprese dalle case di cura. E Con l'avvicinarsi del periodo natalizio si ripropongono anche quest'anno le problematiche inerenti alla scelta dei giocattoli per i bambini. Una scelta che, data l'importanza culturale defl argomento, va affrontala con responsabilità anche da chi non ha tìgli propri, ma che considera la formazione di tutti i bambini, sia dal punto dì vista fisico che da quello culturale, un tesoro comune su cui vengono riposti i valori sociali del futuro. E' risaputo che qualsiasi giocattolo o gioco, quale oggetto che suggensce esperienze o idee nel bambino, è un mezzo educativo fondamentale per la sua formazione sia positiva che negativa Da novembre in poi si scatana la Grande Pubblicità, soprattutto televisiva, che, con immagini e animazioni, e in grado di condizionare soprattutto I pìccoli telespettatori a desideri fortissimi nei confronti degli oggetti presentati. Molto opesso però queste animazioni sono presentate in un modo tale (chi fa pubblicità sa far bene il suo mestiere) da creare una spropositata aspettativa per oggetti che non hanno un valore creativo e che puntualmente deluderanno dopo pochi giorni di possesso. Dal 1973 il Centro Gioco Educativo lavora nel campo della commercializzazione dei giocattoli ponendo il suo crescente successo commerciale nelle mani dei clienti che condividono tali considerazioni. Dal 16 settembre 1967 per incentivare la scelta di giochi e giocattoli qualificati, e per premiare i nostri abituali clienti, abito amo deciso di operare una riduzione dal prezzi di listino fino al 25% sulle produzioni dì giochi e giocattoli delle principali marche proposte: RAVENS8URGER. EDITRICE GIOCHI, FISHER PRICE. MILTON BREOLY, CLEMENTOYS, PLAYSCHOOL. Non si tratta dì una promozione natalizia (non facciamo sconti), è una riduzione di listino vera e propria ed è definitiva nel tempo. Anche quest'anno è in distribuzione gratuita presso tutti 1 negozi del gruppo il catalogo -IL GIOCO CREATIVO». Gli indirizzi: A volte un anziano senza casa o uno sfrattato sta città, e con il bisogno di strumenti culturali ed economici. Soprattutto non dobbiamo lasciarci tentare di dare risposte univoche, nel segno della medicalizzazione e della istituzionalizzazione. Quanto si verifica in questo pronto soccorso è assai indicativo: ogni giorno 4-5 richieste di intervento, ogni notte 1-2, di più a fine settimana, moltiplicate per 4-5 volte rispetto ai piccoli casi trattati senza ricorrere allo psichiatra di turno. Sì, di errori ne sono stati commessi. Abbiamo mandato la gente nelle pensioni pur di allontanarle dall'ospedale psichiatrico. E' ora di costruire risposte sul territorio, in base ad un'attenta analisi dei bisogni che vi emergono*. Degli ambulatori psichiatrici di Torino quello della zona centro ha il più alto numero di utenti: più di 500. VI lavora il dott. Nanni Pepino, che divide il suo impegno di lavoro con quello in pronto soccorso al Mauriziano. «fono cambiati i tempi — racconta quest'ultimo — rispetto a quando, fra il 79 e V80, un'indagine condotta nel pronto soccorso delle Molinette rilevò che le crisi psichiatriche violente erano il 30-40 dei casi trattati. Oggi non superano il 3 per cento della casistica. Oggi piuttosto mi colpisce molto l'aumento di una domanda cosciente di assistenza psicologica da parte di giovani. 'Dottore, mi insegni a vivere', mi sono sentito ripetere più di una volta, di recente. Ma io queste persone le vedo nella confusione del pronto soccorso o in ambulatorio, quando ci vorrebbero strutture territoriali aperxe 24 ore su 24 e in grado dì dare risposte differenziate a problemi differenti». molte volte l'utente-pacco finisce per peggiorare*. B dott. Bellon cita il caso di un'anziana donna senza nessuno che l'assista da un anno su e giù fra l'ospedale e una casa di cura •quando sarebbe stata sufficiente una pensione attrezzata, o un convalescenziario, oppure, spesso, anche una buona assistenza domiciliare, e a costi inferiori. Non è solo un problema di giustizia sociale e di misure alternative che psicologicamente incidano positivamente sulla persona rispetto alla degenza in ospedale, ma anche di enormi sprechi per lo Stato: un posto-letto in ospedale costa 300 mila lire al giorno ai contribuenti e gli stessi quattrini potrebbero essere spesi assai meglio se un anziano con la pensione sociale, poco più di 300 mila lire al mese, e non più autosufficiente avesse diritto anche all'assegno di accompagnamento e ad un'assistenza domiciliare vera*. Anziani che non hanno più nessuno sono anche i barboni, oltre i vecchi dimessi dagli ospedali psichiatrici (a Torino molti ne uscirono ben prima del varo della legge 180). Insieme ai nuovi utenti della psichiatria, anche etilisti e tosslcodipedenti, pure costoro passano per il pronto soccorso, a chiedere aiuto. •Rappresentano l'altro volto dell'emarginazione sociale: quello psichiatrizzato — interviene Giorgio Bisacco, primario al Mauriziano e responsabile dei servizi psichiatrici territoriali —: abbiamo 6 mila utenti in città. Nel 46 per cento dei casi sono persone sole, e questo mi pare già molto significativo. La malattia mentale esiste, ma non va confusa con il disagio psicologico, molto alto'in que¬ Alberto Caino

Persone citate: Alberto Caino, Angelo Bellon, Bellon, Dottore, Fisher Price, Giorgio Bisacco, Milton Breoly, Nanni Pepino, Piero Speziali, Speziali

Luoghi citati: Torino