El Greco e Picasso, re a Parigi

El Greco e Picasso, re a Parigi El Greco e Picasso, re a Parigi parigi — NeUe stazioni del metrò parigino un cortometraggio s'impone ai viaggiatori che, tra un treno e l'altro, vi gettano occhiate distratte: Sophia regina di Spagna e il premier francese Chirac salgono la scalinata del Petit Palaia o scendono quella del Musee d'Art Moderne, tra dignitari In abito da cerimonia. E' l'inaugurazione di «Cinq slècles de peinture espagnole» evento artistico, realizzato in due mostre: al Petit Palaia «Da El Greco a Picasso» e al Museo d'Arte Moderna una vasta panoramica sui pittori spagnoli del XX Secolo. n Petit Palaia (dove il 20 ottobre si è inaugurata anche una mostra sull'arte portoghese del XX Secolo, •Soleil et ombres»), offre una panoramica dalla fine del XVT all'alba del XX Secola Dalla fine del XVI smo al xvn Secolo la Spagna degli Ababurgo conosce una fase di prosperità culturale che, nel campo artistico, prende il nome di Secolo Aureo, cui succedono nel 1700 la Spagna del Borboni e un periodo di grandezza dominato dalla personalità di Goya. Testimoni d'un 'popolo che sembra aver conservato lungo i secoli gli stessi gusti le stesse credenze e gli stessi fantasmi, i pittori spagnoli appaiono accomunati dal medesimo rifiuto dell'idealizzazione e da una tendenza al più crudo verismo, aia che ritraggano sontuose scene di palazzo o squallide scene di strada. La mostra inizia con Sancii ez Ocello, primo di una serie di pittori di corte i quali, sino a Goya, saranno gli osservatori privilegiati della vita dei sovrani spagnoli, delle loro famiglie, dei loro nani, buffoni, giullari, giganteschi mastini e minuscoli pechinesi Una panoramica grottesca interrotta da El Greco, che ed offre invece figure ieratiche, scarne, affilate, dai colori 11 vidi. Ma con Velazquez ricomincia la galleria dei ritratti illustri, in un susseguirsi di bambini reali sussiegosi e malinconici, colti in un istante qualunque della loro brevissima infanzia, sovrani dal fisico sgraziato, l'aria viziosa, quindi la lunga serie di mostri arroganti, Sebastian del Morra, El Primo, l'Inglés, Maria Barbola, nani con la faccia cattiva, che servivano da bambole ai principini, da balocco ai re. Un'umanità grottesca che verrà esasperata dal pennello di Goya e riproposta dalla cinepresa di Bufiuel. E cosi, attraverso Francisco de Zurbaran, Alonso Cano, Juan Valdés Léal, si arriva al XV1I1 Secolo che vede morire l'ultimo Absburgo e salire sul trono di Spagna un Borbone, Filippo V. nipote di Luigi XIV: 1 Borboni, grazie alla loro prosperità economica, possono permettersi una politica grandiosa, che vuol ripetere i fasti di Luigi XIV. il mecenatismo si spreca: illustri pittori stranieri come i francesi Michel-Ange Houasse e Jean Rane, o italiani come Antonio Joli e Giambattista Tiepolo, vengono attratti da questa Spagna dalle ricchezze vistose e dalle vedute cosmopolite. E l'epoca trionfale di Goya: il primo quadro ufficiale gli verrà commissionato dall'Infante don Luis, fratello di Carlo in. Un grande ritratto di famiglia esposto in pubblico per la prima volta che lascia filtrare tutta un'intimità di palazzo: la scena, dipinta a lume di candela, dimostra che Goya ha imparato da Rembrandt la potenza degli effetti notturni e da Velazquez l'arte di fermare l'attimo sulla tela. Da questo momento in poi, Goya diven¬ terà 11 pittore prediletto dell'alta società madrilena di cui ci tramanderà ritratti cosi sarcastici da sembrare, spesso, impietose caricature. La sua feroce unghiata lascia il segno anche sul secolo seguente. Il Romanticismo, diviso tra una corrente ufficiale, tutta tesa a rappresentare i fasti nazionali, balli, manifestazioni, sfilate, feste di piazza e il purismo, troverà un centro di contestazione a Madrid, dove tre pittori continuano a andare controcorrente seguendo l'influenza di Goya: Leonardo Aienza, Francisco Lameyer, Eugenio Lucas, dalla tecnica rapida e spontanea, più vicino dei tre allo stile goyesco. Per il resto, l'Ottocento si dipana un po' in sordina, esplodendo soltanto verso la fine con i primi quadri di Picasso che precedono 11 «periodo blu», annunciando 11 XX Secolo. Ed è con la Dame en bleu che termina la mostra del Petit Palaia. A questo punto si passa al Museo d'Arte Moderna, dove, in una luce bianca, sono esposti i gioielli della Corona, Picasso, Mirò, Juan Gris, Salvador Dall in un tale tripudio di tele, da costituire un finale davvero all'altezza di tutta la mostra. Che si prolunga in due appendici non proprio indispensabili. Una ermetica, Dynamiques et Interrogations, e una dedicata a VImagination Nouvelle che raccoglie i parti dell'ultima generazione di pittori spagnoli, tutti 1 dipinti entro l'87, alcuni ancora freschi di tinta perché ultimati agli inizi di ottobre. Sono 1 testimoni della Spagna di oggi: ma, almeno per ora, sembrano aver molto poco da trasmetterci.