ARRIVA IN ITALIA IL «QUADERNO SPINOZA»

ARRIVA IN ITALIA IL «QUADERNO SPINOZA» ARRIVA IN ITALIA IL «QUADERNO SPINOZA» Ritorna Marx. I tempi degli entusiasmi sono lontani, e se si provala contarci volumi sugli scattili o in mostra nelle librerie, c'è poco da stare allegri: qualche titolo confinato in un angolcv strati di polvere sulle copertine, il faccione di Marx incorniciato da una barba che appare ancora più grigia. Eppure fino a pochi anni fa non c'era traccia di ragnatela. Quegli «tessi volumi apparivano in fila nelle vetrine, il nome dell'autore teneva saldamente le posizioni nei cataloghi delle case editrici, e lo storico britannico Eric Ho bsbawn, nel capitolo che apre il quarto e ultimo volume della Storia del mancamo pubblicata nell'82 da Einaudi, scriveva che il tragitto di quel pensiero è tutt'altro che concluso: «1 soli pensatori che abbiano raggiunto una posizione paragonabile a Marx sono i fondatori delle grandi religioni del passato e, con l'eccezione forse di Maometto, nessuno ha trionfato su scala comparabile con la stessa rapidità». * * I conti restano aperti. E nonostante le rughe e le tracce di naftalina, un bilancio conclusivo dell'opera di Marx appare ancora lontano. Decine di manoscritti, articoli, saggi, quaderni, appunti, aspettano di essere pubblicati, e a 120 anni dall'uscita del primo volume del Capitale, il «continente Marx» continua ad affascinare gli studiosi. Ad aprire oggi un nuovo capitolo e un libro, Karl Marx, quaderno Spinoza 1841 (ed. Bollati Boringhieri), a giorni in libreria Un testo inedito in Italia che viene pubblicato in prima mondiale in forma autonoma rispetto all'opera omnia di Marx — la Mega che si stampa a Berlino Est — dove per altro era uscito come semplice quaderno di appunti dodici anni fa, soltanto perché i curatori dell'opera di Marx non ne .«Litta spaisi gialle», dice, il professor Bruno Bongiovanni, ricercatore al dipartimento Snidi politici della facoltà di Lettere all'Università di Torino. «Infatti quel lavoro del Marx giovane, cioè dello studente di. 23 anni che a Berlino si prepara alla tesi di laurea e legge con avidità le opere di Hegel, Kant, Fichte e Spinoza, non era la semplice trascrizione di una delle maggiori opere di quest'ultimo, il Trattato teologico-politi 200 POESIE PI «Marx come Prometeo» (caricatco, pubblicato nel 1670 e studiato con particolare impegno dallo studente Karl Marx. Così almeno avevano creduto i curatori berlinesi dell'opera omnia, stampando quel testo senza eccessive preoccupazioni e confondendone il significato. «Fu uno studioso di Spinoza a fare la scoperta. Nel 77 // professor Alexandre Matberon, uno da massimi esperti viventi dd pensiero spìnoziano, raggiunse Amsterdam, dove sono custoditi gli appunti originali di tutta Popera di Marx, per studiare quegli appunti. E che cosa trovò? Una cosa enorme: quella che veniva ritenuta la semplice copiatura dei capitoli dell'opera di Spinoza da parte del giovane Marx, era in realtà un'opera a se stante, un'operazione intellettuale di grandissimo interesse dove Marx non si limitava a trascrivere dei brani, ma li mescolava, sovrapponeva, manipolava, usando il pensiero di Spinoza in modo coerente con le idee che andava maturando in quel perioda Non solo una testimonianza del Marx studente quindi, ma un testo fondamentale per capire {evoluzione dd suo pensiero». Bongiovanni è al suo terzo Marx inedito pubblicato in lume Rivelazioni sulUt stona .diplomatica segreta, un violento attacco contro la Russia zarista scritto dall'autore del Capitale nel 1856 e proibito fino a qualche anno fa in Urss. Poco dopo è stata la volta de / manoscritti sulla questione polacca, un pamphlet del lbo3 in difésa della Polonia contro lo zari smo. Ora ha scritto un lungo capitolo introduttivo al Quaderno Spinoza 1841 (il volume si chiude con un saggio del PIEMONTESI DI atura da «Quaderno Spinoza») professor Alexandre Matheron) e si dice convinto che l'opera non mancherà di aprire nuovi orizzonti. Cè un debito nei confronti di Baruch Spinoza? E di quale consistenza? Che cosa deve al pensiero di quel filosofò ebreo lo studente di 23 anni che si prepara alla laurea in diritto? E alla cultura ebraica in genere? Il senso della storia e l'attesa di tempi decisivi, il profetismo ebraico, l'ansia di liberazione degli uomini e l'anelito a un paradiso di giustizia, non sono le componenti di una cultura che attraverso letture, incontri, rapporti intellettuali e amicizie lascia in Marx una traccia ben più profonda di quanto comunemente si crede? * * «Marx era molto irritato dall'ambiente ebraico, cui apparteneva: lo trovava dogmatico, soffocante, insopportabile. Eppure c'è in lui molto più spirito religioso — secolarizzato, laicizzato, naturalmente — di quanto volesse ammettere. Ci sono due modi per essere ebrei. Uno consiste nel lasciarsi rinchiudere nel ghetto e nel difendere nel raccoglimento quel grande patrimonio d(,ta^z^ni,^)sofìa e cultura. ch]e,e,^ra]st^.,L,'altro modqtlèv quello di Spinoza e, attraverso Spinoza, del giovane Marx. L'essere ebreo è una metafora dell'essere uomo: come l'ebreo è esule, condannato alla diaspora e a una perenne ricerca, così il destino dell'uomo lasciato alla mene del mondo è di ritrovare se stesso, le sue radici e le ragioni profonde di una convivenza autentica. Questa convivenza autentica, per il giovane Marx, non è altro che la democrazia di NINO COSTA Spinoza. Qui sta l'importanza di quegli appunti. Che cosa trova Marx nel Trattato teologico-politico? Non solo la nozione storica dell'emancipazione politica e umana, ma il concetto di democrazia che proprio in quell'opera, secondo me, trova la sua prima definizione moderna. «Spinoza indica la democrazia come "l'unione di tutti gli uomini che ha colleggialmente diritto a tutto ciò che è in suo potere". La convivenza, cioè, non si realizza perché c'è un'autorità politica che la impone, come pensava Hobbes, ma perchè gli individui trasferiscono il potere di ciascuno in un ente collettivo che consente loro di realizzare la propria socialità Spinoza fornisce a Marx una rivelazione folgorante sulla convivenza: ogni contratto politico è sempre un contratto sociale». Di quel filosofo che nella Amsterdam della seconda metà dei Seicento si applica alla lavorazione delle lenti, di quel pensatore che medita per anni il Vecchio Testamento e la Cabala, ma insoddisfatto dell'insegnamento religioso si dedica alla matematica e alle scienze staccandosi definitivamente dall'ebraismo fino a essere cacciato dalla Si nagoga, Marx studia a fondo il pensiero. Ne divora le opere, riempie quaderni di appunti, pagine su pagine con quella scrittura nervosa e impossibile, tormento per tutti gli studiosi che si sarebbero dedicati a. decifrarla. Di Spi nosa gli piace la libertà intellettuale- e la tenacia nei difendere l'individuo dall'oppressione politica e religiosa. Lo entusiasma la cieca fiducia nella razionalità della scienza. In quel povero intagliatore di lenti Marx trova un formidabile punto di appoggio alle idee che allora stava elaborando. E' il periodo «liberale», gli anni della Gazzetta Renana, articoli di fuoco contro l'autoritarismo prussiano, la .protervia della* censura..che 'col chiudere il giornale. Marx legge i socialisti francesi, ammira l'Inghilterra e sogna il clima tollerante di Parigi. Ma anche Spinoza insegna la tolleranza e difende la libertà. Il filosofo di Amsterdam diventa uh compagno di strada indispensabile. La critica alla «dimensione ingannatrice del liberalismo borghese» è ancora lontana. Mauro Anselmo UN MOSTRA